Una brillante strategia di marketing

La biondina tutta boccoli lo guardò quasi fosse una radiografia; allungò la mano per afferrare svogliatamente il libro che il ragazzo aveva scelto dallo scaffale per il prestito.
«La tessera?» chiese lei in modo amorfo.
Il ragazzo, ubbidiente, la estrasse dal portafoglio e gliela consegnò. Le formalità si esaurirono in pochi altri secondi e il ragazzo già stava scendendo le scale quando, sfogliando il libro appena ritirato, lo vide aprirsi verso le ultime pagine, proprio là ove si trovava, piegato in due, un biglietto da cinquanta euro. Sgranò gli occhi. Si bloccò. Si voltò indietro casomai qualcuno lo avesse visto. Era solo.
Di lì a qualche giorno, forse perché messa in giro da quello stesso ragazzo per giustificare il ritrovamento, si diffuse la voce che la storica libreria comunale in centro avesse adottato la brillante strategia di marketing di inserire a caso, nei libri dati a prestito, alcune banconote di rilevante taglio. La notizia in un lampo fece il giro di Facebook, di Twitter e di altri social network, tanto che a sera c’era già chi giurava di aver trovato, con lo stesso sistema, anche cento euro e chi un biglietto per il prossimo concerto degli U2.
Quando un mese più tardi il ragazzo tornò a riconsegnare il libro trovò davanti all’entrata della libreria una fila interminabile di persone di ogni età che occupava decine e decine di metri di marciapiede.
«Non capisco cosa stia succedendo» fece il titolare dell’esercizio alla biondina tutta boccoli che aveva appena terminato il turno.
«La gente, lo sai, è imprevedibile» fece lei alzandosi e mettendosi un giubbottino di pelle che le lasciava scoperto il piercing all’ombelico. «Magari tira il caffè su di sopra e poi passano qui per prendersi un buon libro. Ora siamo trendy, ma poi domani… insomma non ci fare la bocca…» disse lei dandogli un’occhiata maliziosa da donna vissuta.
«Sarà! E che dicono che regaliamo soldi: è una cosa da matti…» disse sottovoce cercando di non farsi sentire dalle persone in attesa davanti alla cassa prestiti.
«Sì, è davvero una cosa strana» considerò lei sfilando la borsetta dallo schienale della sedia. «Io invece in questo posto i soldi li perdo solo. L’altro giorno ho utilizzato come segnalibro una banconota falsa da cinquanta euro, regalatami da un amico bancario, e non la trovo più.»

L’ultima libreria

Da quando il Sommo Leader era salito al potere molte cose erano cambiate. Tutto in apparenza sembrava come prima, ma nulla invece era rimasto lo stesso. Era la sensazione di essere scrutati dentro che infastidiva, l’impressione non dimostrabile di essere manipolati, l’idea di fare scelte in realtà indotte da altri. Così quando Jamal entrò nell’ultima libreria rimasta aperta in centro non si meravigliò nel vedere che i libri, quelli che più aveva amato da ragazzo, recassero ciascuno una orribile fascetta bianca contornata di nero. ‘Questo libro uccide la tua fantasia’ c’era scritto di traverso sulla copertina di ‘Cent’anni di solitudine’ di Marquez; ‘L’acquisto è sconsigliato a tutti’ recitava la fascetta de ‘Il Profumo’ di Suskind.
«Non fanno prima a chiudere anche questa libreria?» si chiese ad alta voce Jamal scostando da sé i libri in segno di stizza. E un tizio, che gli era di spalle, subito gli si avvicinò furtivo: «Se facessero come dice lei potrebbero essere tacciati di oscurantismo… così invece…»
Jamal fissò quel signore dalla faccia rugosa e dal naso aquilino. Sembrava un topo con quel berretto piatto che metteva in evidenza le grosse orecchie.
«Va bene, sì, grazie…» rispose un po’ confuso afferrando un libro a caso e portandosi alla cassa.
«È sicuro di voler comprare questo libro?» gli chiese minaccioso l’uomo dietro al banco.
«Certo» fece Jamal deciso. Si accorse di avere tra le mani una copia di ‘Moby Dick’ che portava in obliquo una vistosa banda che ammoniva che il testo era gravemente nocivo allo spirito.
«Aspetti un attimo, allora» masticò l’uomo del banco. Di lì a pochi attimi giunse di fretta un signore, che aveva l’aria grigia del funzionario, con grossi baffi e uno sguardo livido, che subito l’apostrofò:
«Documenti per favore.» Jamal glieli porse, con il cuore, in gola cercando di interpretare lo sguardo amorfo del tipo dalla pelle di cartone. «Ma lei è arabo» fece con disappunto quello. «Che ci fa fuori dalla riserva?»
«Ho il permesso» rispose Jamal, come per scusarsi. «Mia madre è italiana.»
«Ah…» fece lui alzando la testa ed evidenziando così copiosi peli rossicci che gli debordavano dalle narici. «sarà… ma questo libro però non lo può comprare ugualmente!» sentenziò subito dopo severo.
«Perché?»
«Perché sono gli ordini. Occorre essere italiani da cinque generazioni.»
Jamal cercò di replicare, ma subito il calcio di un fucile piovve, chissà da dove, sulla sua mascella minuta e lo fece con tanta violenza che pensò sarebbe volata in mezzo al locale. Il buio gli scese fin dentro l’anima.
«Si alzi, presto, si alzi!» gli fece premuroso l’uomo dal naso affilato tenendogli sollevata la testa da terra. «Non può stare sdraiato sul marciapiede: se ne vada o si farà arrestare.»
Jamal rincasò a fatica, per poi finire la giornata seduto sulla poltrona, con lo sguardo fisso al muro, terrorizzato per quello che gli era accaduto. Fu solo quando si spogliò per andare a letto che trovò nella tasca della giacca il libricino che l’uomo con il naso affilato gli aveva messo addosso: erano le poesie di Rilke edite dalla Resistenza.