Attenti agli spari

Mancano poche ore alla fatidica mezzanotte. Mentre i parrucchieri hanno appena finito di volteggiare con una mano impegnata in una tinta arcobaleno e con l’altra lanciata in improbabili tagli cool, finendo con il sembrare pianisti rockettari oramai passati di moda, i cuochi stanno rimbalzando nelle cucine dei ristoranti tra un capitone nostrano e un vol-au-vent alle ostriche bretoni; migliaia di donne stanno invece meticolosamente stirando il vestito lungo cercando la borsetta minuscola da abbinare alle scarpe, mentre gli uomini, frastornati da tanta frenesia da fine del mondo, si stanno chiedendo ‘ma quanto mi costerà tutto questo?’ Altri ancora continuano a fare incetta di fuochi di artificio, di ‘testate di Zidane’, di mortaretti e razzi multicolori, pronti a far fuoco su un anno più ricco di incognite che di promesse. Insomma tutto è pronto. Ma, a proposito di scoppi e botti vari, voglio lasciarvi ricordandovi, a mo’ di monito, di quell’aneddoto che circolava tempo fa, secondo cui, nell’entroterra australiano, per salutare l’anno nuovo, un uomo è uscito a mezzanotte dalla sua fattoria e ha scaricato il fucile a pompa contro il cielo. Di lì a poco gli è cascato addosso qualcosa che lo ha spaventato a morte. Una ‘stupida oca’ ha continuato a raccontare al bar il giorno dopo tra una birra e l’altra. ‘Ma l’hai vista davvero con i tuoi occhi?’ gli ha chiesto qualcun altro dubbioso. ‘Era buio e l’ho buttata nel lago, era un’oca, ti dico!’ Sta di fatto che da quella notte quell’uomo fa sempre lo stesso incubo: sogna di un angelo che gli chiede in modo insistente e minaccioso: ‘Dov’è mio fratello Ariel?’

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