Non è però finita qui: deve anche decidere cosa fare del libro dopo averlo letto, dopo aver realizzato cioè lo scopo principale per il quale ha deciso di investire il proprio tempo prezioso (per tacere del danaro). Può buttarlo via (ma a questa eventualità non oso neppure pensare…) può prestarlo, può regalarlo, può ‘liberarlo’ in bookcrossing oppure infine può tenerselo e allora sorge il dilemma (quando i libri sono molti) di dove metterlo. Spesso infatti accade che si presti molta cura alla scelta del testo da leggere, ma poi, una volta che lo si è ‘consumato’, come fosse diventata una cosa inutile, comincia a girovagare per la casa come un naufrago senza bussola.
Prima è sul comodino della camera da letto, poi sullo scrittoio, quindi appoggiato sul portariviste e infine… sparisce. Quando mesi o anni dopo vien voglia di rileggerlo o sfogliarlo, ci si accorge che non c’è più: si sa che è da qualche parte, ma non sapremmo ritrovarlo. Il rimedio a questo problema è l’organizzazione dei propri libri in forma di biblioteca, il che rimanda a sua volta a due metodiche: una, che chiamerei ‘ufficiale’, e un’altra ‘casalinga’ o ‘domestica’.
Il sistema ufficiale è quello che applica i criteri di catalogazione in uso nelle biblioteche pubbliche ma è un sistema complicato e a dir poco sproporzionato a quelle che sono, di solito, le concrete necessità. Non solo perché il numero dei libri di una biblioteca domestica è infinitamente minore di quelli di una biblioteca pubblica (anche solo di medie dimensioni), ma anche perché, a non voler tener conto dei libri di studio e di altri testi ‘scientifici’ eventualmente in possesso, i titoli appartengono a un unico genere: quello della letteratura.
Avendo necessità di dare ordine a un gruppo ristretto di testi (intorno al migliaio, ma anche meno) è possibile operare in un modo più
Ma a meno di non possedere un numero cospicuo di libri consiglio di saltare questa prima distinzione e mettere in comune i testi distinguendoli in altro modo. Precisato questo, come ho accennato prima, poiché si è spesso portati a dare un posto indifferenziato al libro letto, il primo passo importante da compiere è:
.: individuare in casa dei posti deputati stabilmente alla conservazione dei libri.
Possono essere posti classici (gli scaffali di una libreria anche suddivisi in più file) ma anche meno nobili, come il ripiano di un bagno o addirittura per terra accanto alla scrivania o sopra la credenza in cucina. Occorre evitare però tutti i luoghi dove per il troppo caldo (copri termosifoni, sottotetti se non coibentati) o l’umidità (il bagno o il terrazzo) i libri potrebbero rovinarsi.
Una volta individuati i luoghi di conservazione è necessario darsi (e seguire) la regola ferrea secondo la quale un libro non dovrebbe mai trovarsi (se non temporaneamente durante la lettura) fuori da questi spazi delimitati; se li si è scelti vanno usati, tutt’al più se ne possono creare degli altri, ma quelli che ci sono vanno fatti funzionare. Il disordine in questa fase lo si paga in termini di risultato finale. Fatto questo siamo pronti per il secondo step:
.: dare una identificazione per ogni luogo o sezione deputata ai libri.
Innanzitutto occorre pensare alla stanza. Numera le stanze del tuo appartamento, anche se piccolo, con un sistema preciso (quello orario, per esempio, considerando l’orientamento di quando entri in casa e ti trovi sulla soglia guardando dentro). Avrai così, procedendo appunto in senso orario, che il corridoio è S1, lo studio è S2, la sala o salotto S3, la camera da letto S4… Individuata la stanza, scegli il contenitore designato a raccogliere i libri (scaffale di una libreria, ripiano a muro, sopra un armadio…) Se è una libreria (L) avrà dei ripiani (r). Assegna loro un numero come se fossero i piani di una casa, partendo dal basso verso l’alto.
Così otterrai, se la libreria si trova nello studio e il libro sul quinto scaffale (partendo dal basso) che l’indicazione S2Lr5 individuerà in modo univoco e distintivo il tuo libro. Se ogni ripiano ha più file di libri (nel senso una dietro l’altra sullo stesso piano) consentendolo la profondità dello scaffale, assegna un ‘numero di profondità’ (io ho scelto, in mancanza di qualcosa di meglio, la lettera d , iniziale dal termine inglese deep che significa ‘profondo’).
Per poter leggere (e costruire) facilmente la tua stringa identificativa adotta la semplice sintassi di usare, per le specificazioni, le lettere minuscole che vanno inserite subito dopo il termine da specificare ( criterio guida ) che vorrà, invece, la lettera maiuscola. Così la stringa:
S2Lr5d2
è scritta in questo modo perché il termine ‘ripiano’ (r) è specificazione di ‘libreria’ (L) così come lo è il livello di ‘profondità’ (d) rispetto sempre a ‘libreria’; Stanza e Libreria sono dunque ‘criteri guida’ e la loro lettera iniziale va maiuscola per distinguerla dagli elementi di specificazione che negli esempi ripiano e deep l’avranno minuscola. La T, identificativa della locuzione ‘per terra’, di cui si è parlato prima è scritta maiuscolo proprio in quanto ‘terra’ (ma andava bene anche pavimento = P ) viene considerata un ‘contenitore’ come ‘libreria’.
Una volta che abbiamo mappato le nostre risorse conservative, occorre dare quindi un ordine ai libri. Aver fatto fatica per trovar loro un posto specifico per poi riporli alla rinfusa, non aiuta. Il sistema migliore per dare un ordine ai libri è quello che usano i librai nei propri negozi (che, pur avendo una minima parte dei libri presenti in una biblioteca pubblica, ne contano sicuramente più di una domestica) vale a dire quello dell’ordine alfabetico per Autore. Anche quando in una libreria di quel tipo ci sono diverse sezioni (giardinaggio, letteratura straniera, umorismo…) il criterio all’interno della sezione è sempre lo stesso. Ecco quindi il passo successivo:
.: ordinare i libri per Autore.
Ovviamente si deve tener conto del cognome e non del nome dell’Autore. Dunque le A da una parte, le B subito dopo e via discorrendo
Questo sistema del mettere le lettere una dopo l’altra obbliga a rivedere lo step precedente (quello delle diverse allocazioni all’interno delle stanze) o meglio di ‘pensarlo’ come un tutt’uno organico. In verità c’è una continuità tra l’ultimo scaffale di una stanza e la prima pila della stanza numericamente progressiva proprio perché mentre nella stanza precedente si è arrivati a una certa lettera nella stanza successiva si continua con la lettera immediatamente susseguente.
Occorre evitare in altre parole di spezzettare le lettere tra loro (vale a dire che libri da catalogare sotto una certa lettera si trovino in due stanze diverse). È una questione di ordine mentale più che di ordine sistematico che facilita l’organizzazione e il conseguente reperimento dei libri. Questo ‘pensare’ i libri dell’intera tua biblioteca come legati da un unico filo sistemico (in fondo la biblioteca è e rimane un’entità unica) richiede la necessità di lasciare degli spazi di accrescimento per ciascuna lettera all’interno dello scaffale o della fila (o della pila) in modo da non essere costretti di rivedere in modo troppo frequente la catalogazione.
Deve essere previsto dunque un ragionevole spazio di sviluppo della propria lista alfabetica per quanto sia pur sempre possibile (come fanno i librai) ‘andare a capo’ nello scaffale inferiore. I libri, contrariamente alla numerazione dei ripiani — che si è visto partono sempre dal basso — vanno riposti alfabeticamente da sinistra verso destra (nel caso della pila a partire dal pavimento verso il soffitto) e dall’alto verso il basso.
Questo è l’ordine cui siamo abituati nella cultura occidentale; anche quando leggiamo, procediamo allo stesso modo. I vantaggi di questo sistema sono non solo la comodità di disposizione (basterà sapere il cognome dell’autore del libro per posizionarlo), ma anche la facilità di ritrovamento. Inoltre questo sistema consente di poter avere i libri raggruppati per Autore, il che è sempre una cosa piacevole (oltre che utile).
Trattandosi di un ‘criterio guida’, secondo i principi generali già prima enunciati, andrà con la lettera maiuscola e, per meglio individuarla, va preposta all’intera stringa. Per fare un esempio, qualora il libro da catalogare sia stato scritto da Dino Buzzati la stringa di cui già si era parlato:
S2Lr5d2
diventerà:
(B)S2Lr5d2
Questa stringa, in una biblioteca, sarebbe apposta, magari suddivisa in:
(B)
S2
Lr5d2
e riportata su una fascetta attaccata al dorso (in basso) del libro. Ma per lo scopo che si vuole raggiungere (anche perché, lo si ribadisce, i libri non sono mai nell’ordine di centinaia di migliaia) questa sigla va memorizzata diversamente e per lo più al di fuori del libro, il che consente anche un passaggio in meno e un modo per non intervenire sul libro, alterandolo (che francamente sconsiglio sempre).
Ciò non toglie che la stringa identificativa possa essere riportata anche sul libro (in seconda o in terza di copertina) magari a matita, giusto per non dover sempre essere costretti, per riporre il libro nella biblioteca dopo averlo letto, a ricercarla diversamente (e cioè, come vedremo subito dopo, consultando lo Schedario).
Arrivati sin qui — ma la fatica maggiore è l’impianto del sistema, mentre per la cosiddetta ‘manutenzione’ dei nostri libri tutto sarà più rapido e semplice una volta che ci si è fatta la mano — occorre un altro elemento importante: la memoria della biblioteca ovvero:
.: lo Schedario
Il sistema migliore per crearsi uno schedario è sicuramente quello di utilizzare il computer. Se non lo si ha o non lo si sa usare, si deve
Per adoperare questi applicativi, molto potenti, occorre tuttavia un minimo di dimestichezza che si raggiunge non solo studiando il manuale (e per giunta dopo aver comprato il programma) ma facendo anche diversi tentativi di organizzazione. Molto probabilmente il risultato finale potrà essere più ordinato, ma richiede un apprendistato minimo che non sempre è di facile intuizione.
Un sistema spicciolo è invece quello di crearsi un foglio elettronico o un testo con word. Il foglio elettronico è più duttile e potente e allo stesso tempo di facile uso consentendo di tenere i dati sempre in ordine anche ai fini del loro aggiornamento. Nel foglio elettronico ( sheet ) sarà sufficiente creare delle colonne con questi titoli:
> Autore
> Titolo libro
> Edizione
> Anno pubblicazione
> Dove
Le colonne Edizione e Anno pubblicazione sono importanti nelle ipotesi in cui si sia in possesso di più edizioni dello stesso libro. Nella colonna Dove va inserita la stringa identificativa di cui si è già parlato— nell’esempio (B)S2Lr5d2. Si possono inoltre inserire molti altri dati, tipo:
> Città di edizione
> Data inserimento record
> ISBN
> Fonte
> Data acquisto
> Luogo acquisto
> Letto il
> Traduzione di
> Indice di gradimento
> Presenza
Per data inserimento record intendo la data in cui è stato inserito il dato nel foglio elettronico (il che equivale per lo più alla data di ingresso del libro nella biblioteca). ISBN è la cella per accogliere la numerazione ISBN del libro (l’ International Standard Book Number ,
Ma potresti averlo prestato (in questo caso scrivi semplicemente ‘prestato’ e a chi e quando). Potrebbe anche darsi che lo hai venduto o dato in bookcrossing o semplicemente potresti averlo perduto. Questa insomma è la cella giusta dove mettere questo genere di indicazioni. Va da sé che più vi è accuratezza di dati, più si avranno riferimenti completi sui tuoi libri anche al fine di avere elementi sufficienti per citazioni bibliografiche.
Il vantaggio del foglio elettronico risiede nel fatto che puoi ordinare le colonne (e i dati correlati) in ordine crescente o decrescente cliccando sull’apposito pulsante presente nella barra in alto del programma. Puoi ordinare tutti i dati per Autore, per Data inserimento record, per Indice di gradimento… e via discorrendo. Non solo, ma in questo modo puoi recuperare agevolmente, con il comando ‘Trova…’, qualsiasi elemento inserito nelle celle del foglio.
Un altro modo (molto più divertente) per possedere uno Schedario valido è registrarsi al programma aNobii e far tenere lo Schedario a lui. Qui possono essere inseriti tutti i libri della tua biblioteca (i dati andranno immessi per ISBN e potranno essere trovati con una ricerca interna) potendoli poi rimirare a vista, come fossero su uno scaffale vero e proprio; nella relativa scheda potrai riportare la fonte di reperimento, la data di acquisto, l’indice di gradimento, l’indicazione se lo hai finito di leggere o se lo hai abbandonato, un tuo commento… con l’ulteriore possibilità, venendo a far parte di una community , di confrontarti, se ti va, con altri appassionati lettori, di comparare i tuoi gusti letterari (in termini di compatibilità) di scambiare opinioni sui libri, dare o ricevere consigli, creando finanche gruppi di discussione e tanto altro.
Se si opta per questa opportunità, la mia ‘libreria’, in fase di allestimento, si trova all’indirizzo
http://www.anobii.com/briciolanellatt
si avrà cura di inserire la stringa identificativa di cui si è parlato prima nelle ‘note private’ della pagina creata per ciascun libro che sono a esclusivo uso personale, conoscibile cioè solo all’utente e facilmente rintracciabile con la stringa di ricerca interna del testo.
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Basta non leggo piu! 🙂
Perché?
Ahaha! La mia ironia ti ha colpito….ho iniziato a leggere poi ad ogni nuovo capoverso con le lettere, i numeri. Veniva fuori un’agente della CIA. Quindi la soluzione era…. buona domenica!