Un’estate calda

Quest’estate farà caldo, anzi caldissimo. No, non ho avuto una soffiata dal colonnello Giuliacci: è per il fatto che mi sono deciso finalmente a installare in casa l’impianto di condizionamento e dunque dovrò accertarmi che ne sarà valsa la pena. Stanco di dover sopportare l’‘effetto toast’, tra il calore graticolare che si sprigiona dall’asfalto agostano e il caldo maghrebino che si irradia dai coppi del tetto, mi sono arreso a una ditta specializzata che in sei giorni (anziché nei due preventivati) mi ha bucherellato tutto l’appartamento. Ogni tanto è arrivato in testa agli operai qualche calcinaccio di troppo (la casa è vecchia, antica, direbbe qualcuno) scoprendo nei muri tubi di provenienza ignota e di uso ancora più ignoto, ma alla fine, rompendo in casa solo il minimo indispensabile, tra suppellettili e oggettistica varia, hanno piazzato gli split che certo tutto sono meno che un fulgido esempio di bell’arredo. Le canaline, le pompe a condensa che aumentano la sagoma degli split e gli orribili telecomandi biancastri non migliorano l’impatto. E dire che dovrebbero essere il meglio sul mercato. Insomma, gli operai sono andati via da poco e ancora mi devo riprendere dalla polvere, dal tempo perso e dal conto salato. Ora sto aggeggiando con il telecomando cercando di capire come funziona l’impianto visto che il manuale è scritto solo in giapponese. Inoltre il mio vicino è già venuto un paio di volte a lamentarsi che qualcuno gli apre il bandone automatico del negozio. Che voglia dirmi qualcosa?

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