Quando in una storia si affrontano questioni specifiche (dalla rievocazione di una festa storica –> Es la fiesta, alla descrizione dei fulmini –> L’Agente di prossimità, dalla trattazione argomentativa di una malattia particolare –> La sindrome di Cotard alle manifestazioni esterne della schizofrenia –> Zheb) è sempre necessario conoscere in modo adeguato l’argomento (o quantomeno sufficiente) che si sta trattando.
Questo consente innanzitutto di non scrivere inesattezze, che non sono mai un segno di professionalità in chi scrive, ma anche e soprattutto per rimanere sempre al di sopra della soglia di verosimiglianza e credibilità.
La storia in altre parole può essere anche di genere fantasy o di fantascienza, ma se si muove su un terreno di accettabilità di fatto e di corrispondenza con il reale (o con il surreale possibile), permette al racconto di saldarsi con il quotidiano aumentandone l’impatto e la fruizione, aiutando in particolare il lettore a calarsi nella storia e a fargli accettare più agevolmente il patto narrativo (per un approfondimento –> Cos’è il Patto Narrativo).
Ma il sapere, con cognizione di causa, ciò che si sta scrivendo aiuta lo stesso scrittore a strutturare al meglio la storia, a essere più preciso e convincente (–> La precisazione terminologica delle parole) e a orientarsi nella trama sviluppandola in modo ampio e corretto sfruttando, in ogni direzione, tutte le nozioni acquisite senza cadere in ingenuità o errori di contenuto (e/o di contesto).
Una volta quindi che sono state messe a fuoco le questioni specifiche che saranno trattate nel racconto è meglio documentarsi, sempre se l’argomento lo richieda e se non si è ferrati sul punto. Ovviamente ci sono diversi livelli di approfondimento che vanno da una ricerca più o meno superficiale su internet (a volte sufficiente) a una ricerca in biblioteca, fino ad arrivare a prendersi un anno sabbatico per studiare gli Yanomami se proprio si vuole scrivere un romanzo ambientato tra questa sparuta popolazione (–> Yanomami: il popolo dell’Amazzonia nel libro dello sciamano Davi).
Acquisite le nozioni di base non bisogna comunque mai esagerare nel riportarle nel testo perché si rischia di renderlo artefatto e didascalico.
Le informazioni “tecniche” vanno passate dunque con cura e attenzione, quasi con il contagocce, per non sopraffare il lettore e farlo sentire estraneo al testo; chi vi sta leggendo non deve mai trovare la lettura astrusa, complicata, faticosa e difficile.
Il lettore, che si sentisse tradito, potrebbe infatti “sanzionarti” abbandonando la lettura in qualsiasi momento.
In altre parole, il profilo tecnico della pagina scritta deve rimanere un supporto di base su cui far scivolare con naturalezza il racconto, una chiave di lettura per elevare il lettore dal suo personale patrimonio conoscitivo e ciò dovrà avvenire senza strappi e senza pause che non siano necessarie e, soprattutto, senza mai assumere un tono didascalico o educativo e, men che meno, allentare la tensione della trama.
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IN CONCLUSIONE
Dunque, ricapitolando, di cosa si è parlato in questa pagina:
l’approfondimenti tematico di ciò che ci si appresta a scrivere è indice di serietà e professionalità ed è sempre doveroso. Il rischio di scrivere di argomenti non conosciuti è quello di scrivere inesattezze anche grossolane che possono essere di grave pregiudizio alla credibilità del testo e di squalifica dello scrittore.
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–> L’editing del testo a pubblicazione avvenuta