Come spesso accade, se non scrivo qualcosa sull’argomento, l’immagine tende a persistere come se reclamasse attenzione. E per liberarmene c’è solo un modo. Mi sono messo quindi a scrivere e, scrivendo, è nato via via il racconto.
Per accrescere la “tensione” della storia ho voluto creare un forte contrasto tra la realtà, da un lato, che sembra sfuggire al protagonista ferito (che riesce a coglierne solo i particolari, come se vedesse il contesto sotto una lente di ingrandimento fissa o rotta) e i suoi sentimenti, le sue intime sensazioni dall’altro; mentre i due ragazzi che gli si muovono a vario titolo attorno (l’accoltellatore e chi lo aiuta) interloquiscono con lui, lui non risponde, limitandosi solo a pensare senza riuscire a comunicare; come se fosse in altre parole chiuso in un mondo sigillato dallo shock subìto di cui però non si rende conto.
Il riferimento a via Kelly e a piazza Pratchett, quali coordinate fornite dal ragazzo all’ambulanza, sono invece un omaggio rispettivamente a Ryan M. Kelly, premio Pulitzer nel fotogiornalismo che ha scattato la oramai famosa foto qui sopra (–> Kelly) e Terry Pratchett di cui ieri (28 aprile) ricorreva l’anniversario della sua nascita (—> Pratchett): è stato, com’è noto, un prolifico scrittore britannico, famoso per la sua serie di romanzi fantasy-umoristici del Mondo Disco.
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Vai al racconto –> Un ragazzo perbene, dopotutto
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