Japamala – Dietro al racconto

Il racconto Japamala trae origine da un primo spunto risalente a tanti anni fa (se va bene, una trentina, il che la dice lunga sulla mia “giovane” età).

Quella traccia minimale parlava di un bambino che, allontanatosi all’improvviso dai suoi genitori, si imbatte in un contadino che lavora nel suo campo; con suo grande stupore si accorge che il vecchio sta coltivando dei piccoli arcobaleni da vendere al minuto ai clienti.

Il racconto non aveva avuto allora uno sbocco perché non avevo trovato una prosecuzione interessante oltre a risultare un po’ troppo “fiabesco”; poi, come a volte accade, la traccia scritta è andata perduta, anche se per fortuna non il ricordo.

L’altro giorno, tornando in macchina dal lavoro, l’occhio mi è caduto su un cartellone pubblicitario che, accanto al logo della ditta, raffigurava proprio il disegno di un arcobaleno facendomi ritornare in mente ogni cosa. Poi, pian piano, ho preso a rielaborare quella idea originaria fino ad arrivare al racconto odierno.

La narrazione ora è costruita in modo del tutto differente. Il nucleo centrale, la “coltivazione” di arcobaleni, non è più un qualcosa da cui iniziare la storia ma un punto di arrivo, giusto per incentivare l’effetto sorpresa e il realismo magico, che è uno dei temi della mia scrittura; tutta l’ambientazione (l’ultimo giorno di soggiorno in India trascorso al mercato indiano di Jaipur) è poi preparatoria per canalizzare l’attenzione verso la scena finale.

Per chi volesse saperne di più sul japamala (una corona composta da grani con lo scopo di recitare i mantra o le preghiere nelle religioni originarie dell’India, una specie di rosario di cui è l’antesignano, v. la foto appena sotto) si può leggere questa interessante e completa pagina –> Cos’è un japamala.

Per “festeggiare” la mia laurea non sono andato in India (dunque il racconto non poggia su ricordi autobiografici) ma in una splendida Londra oramai, ahimé, in piena epoca punk.

In India non ci sono mai stato e credo che non ci andrò mai (anche se nella vita queste prese di posizioni sono spesso clamorosamente smentite) in quanto prediligo i Paesi a clima freddo (come la Scandinavia, l’Islanda, la Scozia, il Canada…).

È autentica invece la mia passione per i viaggi. Starei sempre con la valigia pronta in mano e un biglietto appena timbrato per non so dove.

La foto di apertura del racconto è di AjayGoel ed è scaricata dal sito Pixabay: raffigura davvero un santone indiano.
[space]

Vai al racconto –> Japamala

↵↵ torna all’indice Dietro al Racconto