Come farsi venire in mente una buona idea per un racconto

Uomo-di-ghiaccioUna volta raggiunto un sufficiente stato di ‘serenità operativa’, ai fini di predisporsi a una condizione di buona scrittura (secondo quanto scritto nel precedente articolo –> Un luogo tutto mio che mi aiuti a scrivere meglio) gli spunti per farsi venire in mente una buona idea sono diversi. In questa pagina cominciamo a vederne alcuni (per gli altri ne parleremo altrove –> Il pensiero creativo in modalità predefinita o di default; –> La cellula creativa – Da dove la storia trae origine; –> Come allenare il muscolo della fantasia).

Si può intanto cominciare a dare un occhiata al proprio materiale di lavoro sia a quello di mero ‘avvio’ che quello ‘abbandonato’, quello cioè che non si è concretizzato in un lavoro finito. Io personalmente faccio uso di un block notes (in piccolo formato per garantire la sua portabilità anche in viaggio) ove trascrivo tutte le idee e le ‘mezze idee’ che mi sono sembrate interessanti.

Alcune volte si tratta della mera descrizione di un’immagine che mi si è evidenziata per la sua inusualità e che avverto essere gravida di sviluppi (faccio un esempio: in uno stagno di montagna galleggia sghemba una sedia su cui sta appollaiato un gatto…).

Altre volte si tratta invece di un inizio di trama (alla fermata del bus prendo l’ultimo mezzo serale per tornare a casa. Vicino a me una persona mi è di spalle. La avverto che l’autobus è arrivato e che non ce ne saranno altri. Ma non mi dà ascolto…) oppure, ancora, a volte può trattarsi di un contrasto conflittuale tra due personaggi o tra un personaggio e un evento o ancora solo un finale.

Può essere persino una traccia nuda e cruda di un blogtale completo (–> per saperne di più sul blogtale –> Cos’è il blogtale?), ma non efficace perché ha in sé risvolti non convincenti o deboli. Se si prende l’abitudine di tenere simili appunti ci si accorgerà ben presto che le idee ‘informi’ sono molto di più di quelle che si fanno disciplinare in un intreccio strutturato.

L’idea nasce, per definizione, libera, assoluta, sciolta da un contesto di sistema, senza costrizioni e legami di responsabilità verso personaggi o la logica di una storia. Non annotarsi questi spunti, per il solo fatto che non siano maturati da subito in un racconto che ci sia piaciuto è un errore.

Sovente le idee, anche se monche o in bozza, non hanno la capacità e la forza di ripresentarsi (se non raramente) all’attenzione cosciente, venendo piuttosto dimenticate, schiacciate dai ricordi, dal modo pratico che abbiamo di affrontare la vita; se vengono fissate invece subito su carta, appena se ne ha coscienza, possono formare un patrimonio personale ideativo utile per ‘pensare sul proprio pensato’, perché da idea nasce idea.

Ci si renderà facilmente conto infatti, a distanza di tempo, che i ‘pezzi’ raccolti hanno trovato o potrebbero trovare una loro concatenazione, una loro dinamicità, cui non si era prima pensato, verso uno sviluppo inatteso e che ora ci appare evidente.

Succede infatti che, a dispetto del fatto che ci si creda stabili nel tempo, in realtà ci modifichiamo materialmente (a livello cellulare) oltre che spiritualmente o intellettualmente e lo facciamo di continuo: diventiamo ‘diversi’ da come eravamo appena pochi giorni o settimane prima acquisendo anche sensibilità nuove.

Di conseguenza, muta anche il nostro modo di pensare, di vedere e vivere le cose, di riflettere sulla nostra stessa sensibilità proprio perché figlia della nostra esperienza così come l’abbiamo interiorizzata.

Del resto basta collocare un oggetto al centro di una scrivania e girarci intorno per rendersene subito conto: a ogni mutamento di prospettiva (a ogni passo, anche modesto) l’oggetto, pur a parità di luce, di distanza di osservazione, di ambiente potrà sembrarci un’altra cosa e rimandarci una sensazione diversa.

Un analogo intervento ‘conservativo’ può essere operato sul lavoro ‘abbandonato’. Può capitare che la trama di un blogtale, superata la soglia dello spunto, abbia assunto una propria struttura autonoma, risultando nondimeno mancante di una sua parte essenziale: il finale o un personaggio o un climax credibile.

Questo materiale, più evoluto del precedente diviene quasi sempre oggetto di scritturazione materiale; io lo archivio in una cartella apposita del computer, in modo da poterlo riprendere in ogni momento. Per chi non usa il computer può riporre i fogli in un apposito contenitore che resti però a portata di mano. È un materiale più elaborato, più facilmente completabile, e quindi da porsi in maggior evidenza.

Un altro materiale interessante è quello tratto dai libri.

A me accade per esempio che, leggendo un certo passo, si associno alla lettura sviluppi di trama che poco o nulla hanno a che fare con la storia narrata nel libro (per capire di cosa si tratta –> I biscotti al pan di zenzero – Dietro al racconto, ma anche –> Sonnenstein – Dietro al racconto).

Si potrebbe trattare di una parte lasciata in sospeso per ragioni di intreccio dall’autore, cui io assegno una ‘risposta’ magari diversa da quella che poi l’autore ha proposto.

Potrebbe essere anche una frase, una metafora particolarmente immaginifica o un dato personaggio che ‘colloco’ in un ambiente del tutto differente da quello dell’opera.

Sono spunti quasi involontari, indiretti, spesso interessanti, da annotarsi immediatamente appena vengono in mente, rimandando la successiva elaborazione in un secondo momento.

Stesso discorso ovviamente vale per i film (–> La trama del romanzo – Dietro al racconto, ma anche –> Era per oggi? – Dietro al racconto) anche se il processo di immedesimazione mentale è molto più ridotto rispetto al libro.

Un altro modo per far tesoro della propria creatività, anche se potrà sembrare bizzarro, è quello di annotarsi i sogni che costituiscono un materiale creativo inesauribile.

Potrà risultare problematico appuntarseli, vista l’estrema volatilità del ricordo, ma a forza di provare il processo sembrerà meno ostico; a volte i sogni suggeriscono accostamenti curiosi, improbabili, stimolanti dal punto di vista ideativo, difficilmente immaginabili altrimenti.
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IN CONCLUSIONE

Dunque, ricapitolando, di cosa si è parlato in questa pagina:

dei primi modi per farsi venire in mente una buona idea (per gli altri si rimanda ad altre pagine di questa stessa Sezione) e cioè:

  • Riesaminare il materiale che si è accantonato;
  • Riesaminare spunti anche solo annotati;
  • Trarre idee da libri letti;
  • Annotarsi i sogni.

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Dai un’occhiata al libro SCRITTURA CREATIVA – ISTRUZIONI PER L’USO

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<– La pluridimensionalità del tempo nel racconto
–> La scelta della persona narrante, il punto di vista dell’Autore

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