Quando nei propri racconti si fa ricorso a personaggi fissi, abituali oppure si vuol affrontare un lavoro di più ampio respiro, come un romanzo, la preparazione dei personaggi diventa basilare.
Mentre però per i racconti questa attività è preparatoria rispetto alla stesura della trama (e ciò giocoforza, non potendosi sapere in anticipo quali saranno le storie che creeremo) per il romanzo la costruzione dei soggetti ‘attori’ deve seguire la storia che dovrà essere pressoché già imbastita.
C’è chi sostiene che il personaggio debba comunque preesistere alla storia per cui il lavoro sul personaggio è quello prioritario per eccellenza, ma io ritengo, forse a torto, che non si possa prescindere dalla stretta influenza che l’azione ha sul personaggio e dunque che sia quantomeno più semplice seguire la procedura ‘storia > personaggio’ piuttosto che procedere al contrario.
Anche se, a ben vedere, il corretto iter è ‘storia > personaggio > storia’ (in una continua ricorsione) dal momento che è la trama che ci dice come sarà il personaggio e una volta che questo sarà definito nei minimi dettagli, sarà il personaggio ad avere l’ultima parola sulla trama, sulla caratterizzazione dell’azione e dei dialoghi.
La schedatura, per quanto possa apparire forse un po’ noiosa (e anche artificiosa rispetto al libero processo creativo in sé) è importante per ‘fissare’ il personaggio, per delimitarlo, per farne risaltare l’unicità ed essenzialità, impedendo da una parte una sovrapposizione di ruoli tra i vari soggetti interagenti nella storia e dall’altra una disarmonia interna al personaggio stesso che dovrà ‘essere’ ed ‘esserci nella storia non tanto per quello che l’autore vuole fargli fare, ma per quello che il lettore si aspetta che faccia.
La schedatura va iniziata con la scelta del nome e del cognome del personaggio, –> Assegnare al Personaggio il nome adatto. Ci sono molti autori che riservano un’attenzione maniacale a questa fase delicata. C’è infatti una sorta di predestinazione nel nome che può condizionare fin dal principio il successo di un personaggio.
Possiamo anche assegnare da subito un nome (qualunque) di fantasia al nostro ‘attore’ (giusto per non rimanere bloccati sull’argomento) ripromettendoci tuttavia di ritornare sulla questione per affrontarla senza sottovalutazioni.
Fatto questo, occorre poi passare a indicare:
.: le caratteristiche fisiche (altezza, peso, colore degli occhi, dei capelli, con breve descrizione delle fattezze, della corporatura) non mancando di indicare difetti fisici (un naso lungo, una cicatrice, gli manca un dito…) i tic, i gesti usuali, le posture;
.: le caratteristiche caratteriali o comportamentali (scontroso, taciturno, logorroico, affascinante) i vizi (fuma, beve, gioca, è uno sciupafemmine) le qualità positive o negative: è distratto, è un pasticcione, un disordinato; ricorda che sono i difetti fisici e comportamentali che rendono ‘simpatico’ il personaggio facendo scattare nel lettore la possibile immedesimazione;
.: il livello culturale, tenendo ben presente che questa scelta condizionerà fortemente il soggetto;
.: la professione; anche qui occorre fare attenzione alle ricadute sui tempi e sulla scansione della storia (a seconda del tipo di lavoro detective, poliziotto, medico, scrittore… il personaggio avrà determinati cicli di azione e di pausa e conoscerà in prevalenza certe categorie di persone);
.: gli hobby, le sue specifiche competenze (grande osservatore, particolare sensibilità ai profumi, intuitivo);
.: la lingua parlata (dialetto, inflessioni, slang, ‘parolacce’) aspetto strettamente collegato con il livello culturale e la professione di cui si è parlato più sopra; la scelta avrà un riflesso diretto sui dialoghi che dovranno a loro volta rispecchiare queste caratteristiche (–> Lingua, lessico e linguaggio – Differenze tra concetti simili);
.: la vita pregressa (infanzia difficile o agiata, vita travagliata con genitori separati…);
.: il ruolo interattivo con gli altri personaggi (amante, amico, fratello, padre, nemico);
.: la posizione di rilevanza nella storia, vale a dire se è un ‘attore’ principale o secondario o una comparsa o altro ancora.
Per meglio completare la scheda, sei sai disegnare, è utile tracciare un identikit come fosse una sorta di fotografia. Man mano che crei altri personaggi, aumentano le interazioni e le caratterizzazioni, per cui puoi apportare nelle schede tutte le modifiche del caso, –> Come il Personaggio interagisce con gli altri Personaggi.
Queste variazioni vanno fatte o meglio andrebbero fatte prima di cominciare a scrivere e non durante. In caso contrario bisognerà ricordarsi di effettuare nella storia le modiche introdotte al personaggio che non sempre è facile ricordare o rinvenire nel testo con esattezza.
Si parla della costruzione di personaggi e della interazione tra loro e con il testo, in questa stessa Sezione di Scrittura creativa, anche alle pagine: –> Prendere spunto dalla realtà per creare un buon Personaggio; –> Come il Personaggio interagisce con gli altri Personaggi; –> Assegnare al Personaggio il nome adatto.
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IN CONCLUSIONE
Dunque, ricapitolando, di cosa si è parlato in questa pagina:
di come tenere uno schedario ove appuntare per ogni personaggio tutte le sue caratteristiche che lo rendono unico e peculiare. La schedatura consente di definire meglio i personaggi e dar loro un’impronta precisa e mai confusoria o equivoca.
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<– Prendere spunto dalla realtà per creare un buon Personaggio
–> Come il Personaggio interagisce con gli altri Personaggi
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posso chiedere una cosa? l’uso delle parolacce: cosa ne pensi?
Sono dell’opinione che basta rimanere nei limiti del buon gusto e della giustificazione della storia.