«Verrei qui tutte le sere solo per vedere questo spettacolo» fece lei senza voltarsi. Lui ebbe un tuffo al cuore.
«La devo prendere come una promessa?» chiese timidamente. A sottolineare una risposta che non sarebbe mai arrivata azionò il telecomando e subito, dalle casse nascoste nel perlinato, Etta Jones iniziò a disperdere nell’aria le sue note lievi come un profumo esotico. Le si avvicinò lentamente nella penombra ovattata e si vide per un istante nel riflesso del vetro, insieme alla esile figura di lei: era un’emozione indicibile.
In quel preciso momento un fragore assordante di vetri rotti e travi di legno spezzati divorò d’un sol colpo l’atmosfera. La ragazza fece un sobbalzo tra le sue dita.
«Cos’è stato?» chiese guardandolo terrorizzata con quegli occhi chiari che bucavano il buio.
«Non ti preoccupare» le rispose rassicurante conducendola alla poltrona più vicina. «Tu aspettami qui. Finisci di bere tranquilla il tuo vino che io vado a vedere; tornerò tra poco.» Lei ubbidì, docilmente; tremava un po’, ma ubbidì.
Attraversò tutta la casa. La penombra magica di pochi secondi prima sembrava diventata una nemica arcigna. Sapeva bene cosa avrebbe trovato. Quando aveva comprato quella casa non glielo avevano detto. Dalla punta rocciosa del belvedere, cinquanta metri più in su, non ci venivano solo coppiette romantiche in cerca di tranquillità, ma anche persone disperate decise a farla finita. Si buttavano nello strapiombo non sapendo che qualche strambo architetto, nascosta dalla vegetazione, ci aveva costruito una villa. La sua. Così, tre mesi prima, era successo che una giovane donna si era sfracellata sul suo tetto; l’aveva trovata nel giardino abbracciata al comignolo e semisepolta dalle tegole. Due settimane dopo era toccato invece a un uomo di mezz’età, probabilmente un vagabondo; aveva sfondato un finestrone della biblioteca ed era rimasto appeso a testa in giù come una mezzena stagionata di bue. In entrambi i casi la polizia gli aveva fatto mille domande, neanche fosse stata colpa sua; erano arrivati persino a ipotizzare che si trattasse di gesti di protesta contro i ricconi di città che venivano a sfregiare la collina incontaminata per esibire i loro soldi in spregiudicate ville da faraoni. Cioè gente come lui. Così gli aveva vomitato addosso un ispettore bilioso.
Gli aveva anche sequestrato la casa per diverse settimane e c’era stato un via via incessante di autorità boriose, poliziotti maleducati e giornalisti invadenti, senza più un minimo di pace. E ora era successo di nuovo. Proprio la sera in cui Sveva si era convinta ad accettare il suo invito.
Quando arrivò nel patio era anche peggio di quello che aveva creduto. Questa volta il tizio era venuto giù addirittura con la sua macchina o con qualcosa di simile. Era rovesciata d’un lato e decine e decine di quelli che parevano pacchi regalo erano rotolati verso il bordo della piscina. L’uomo, corpulento e anziano e dalla lunga barba, aveva preso nella caduta una postura scomposta, come se un’enorme ramazza l’avesse raccolto in fretta da un lato per far pulizia. Il vestito rosso sgargiante faceva fuoriuscire la cospicua pinguedine informe. C’era un foglio spiegazzato accanto al suo corpo. Lo raccolse:
“Questo mondo schifoso non mi merita”, c’era scritto.
‘Un altro squallido miserabile’, pensò.
Questa volta tuttavia si sarebbe sbarazzato del cadavere senza avvertire la polizia. Ma come? Si girò pensieroso.
Sveva stava guardando la scena tappandosi la bocca con una mano per impedire di urlare. Sembrava un passerotto caduto da una grondaia.
«Non è successo niente, Sveva, niente. Torna di là» fece lui andandole incontro per coprirle la visuale. La ragazza scappò immediatamente alla ricerca del cappotto. In pochi secondi era già seduta in macchina con il motore acceso. Lui fece appena in tempo a raccogliere uno dei regali scivolati a terra a bordo piscina e a metterlo sul sedile accanto a lei.
«Fai un buon Natale» le disse proprio mentre ripartiva sgommando.
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L’ispettore bilioso che ipotizza un gesto di protesta… tocco da maestro!
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Il titolo è abbastanza drastico e da paura….ahahah
Racconto con gli attributi e con un finale tosto e cinico. Complimenti. A presto e un buon anno. Univers
Povero me. Anche Babbo Natale è disperato. Certo che … le abbiamo proprio rotte anche a Lui. Sino al suicidio.
Mi pare d’aver capito che le renne non sono rimaste coinvolte. Meno male, un “Babbo” forse lo si può trovare, ma un tiro di renne in accordo fra loro, mah … credo sarebbe più difficile.
Buon futuro.
banzai43
Bello il racconto ed il nuovo logo é infinitamente più bello 🙂
Bene, sono proprio contento. Ci abbiamo lavorato molto (per il logo). Grazie
…Sto leggendo Kafka, altrimenti mi sarei impressionato parecchio 🙂
Cavolo che fantasia!!!!
Ho, ho, ho…direbbe Babbo pensando che fine gli hai fatto fare…
Ma non sapremo mai che cosa c’era nel pacco di Sveva?
ecco perché quest’anno non mi ha portato regali! 🙂
ho visto che sei passato ogni tanto da noi, se ti andasse di partecipare ne saremmo felici, qui trovi il nuovo tema
http://mimettoingioco.wordpress.com/2015/01/04/racconti-per-il-nuovo-anno/
Ma se la memoria non mi inganna anche lo scorso anno pubblicasti un brano in cui babbo natale non se la cavava…ahahah…saresti fantastico a terrorizzare i bambini con i racconti un po’ tetri…ahahah
Sono convinto che siano piuttosto i bambini di oggi ad essere capaci di terrorizzare gli adulti… 🙂
Bè è vero…ci sono bambini con la faccina angelica e l’astuzia da volpino…comunque è divertente terrorizzare gli adulti…a me piaceva fare a mia madre lo scherzo che ero caduta e avevo perso conoscenza e siccome mi accappottavo spesso dalle scale lei ci cascava quasi sempre…ahahah
Ps: mio non paterno per gli amici aveva una astuzia da volpe …si è capito il riferimento autobiografico?
Errata corrige: nonno
Ancora rido! Babbo natale suicida con slitta e pacchetti, è il padrone di casa che approfitta di una scatolina per omaggiare la sua ospite. che signore!
Auguri di un anno ricco di ispirazioni, così ce lo godiamo anche noi.
Ti scopro ora. Brava. Davvero molto bello. Sarà un piacere seguirti. 😃
Ne sono proprio contento, grazie.
Ops. Temo di aver fatto una gaffe… Sei uomo… 😝 Allora: bravo! 😉 Hahahahahaha
Nessuna gaffe, non preoccuparti.
anchio avrei detto donna ahahaha
Hai proprio ragione. E’ spassosissima ‘sta cosa.
Mi sto ammazzando dalle risate.
Ci voleva proprio.
sto ancora ridendo,pensa te….
Sì sì, non faccio nessuna fatica a crederci
Anche l’icona è diventata noir… 🙂
Trovi? Diciamo che non è festosa. Ma quella di prima era un po’ troppo leziosetta, o no?
L’icona di prima mi piaceva molto… Questa è miniANImalista! 🙂
Bellissimo come sempre… Buon Anno anche da parte mia 🙂
Grazie, contraccambio sinceramente
L’anno nuovo ti ha portato tre premi che li trovi qui http://violetadyliopinionistapercaso.wordpress.com/2015/01/02/award-for-me/
Un sorriso 🙂
BUON ANNO NUOVO…FINALMENTE UN NUOVO BRANO…iniziavo a credere che avessi un altro hobby…splendida la descrizione degli stati d’animo…coinvolgente al punto giusto e comunicante un brivido di paura nel finale…che dire: “sei insostituibile!”
Ho avuto un blackout di ADSL dalla vigilia di Natale. Sono stati così solerti nel riparare il guasto che è la linea è tornata solo oggi. Povera Italia. E poi ci si meraviglia che Babbo Natale si suicidi. 🙂
Ma la cosa ha i suoi risvolti positivi…a me l’astinenza aveva creato una aspettativa…quindi ho faticato a trovare le parole giuste per esprimere l’entusiasmo…come dire “mi sono allenata nel desiderio”, quindi “BENTORNATO!”.
Cinico come sempre 🙂
Non come sempre, dai….
Cinismo per cinismo….ma tutte le volte i danni alla casa da chi verranno pagati?? Vuoi vedere che il principe stipulerà una postilla assicurativa ad hoc per danni suicidiari…
Bel racconto.
O per danni da caduta pacchi regalo
Povero Babbo Natale! ;-p
Un bel raccondo mi piace. Auguri di buon anno
Auguri di cuore anche a te
Caspita. Era da tantissimo che non mi capitava di leggere un racconto così coinvolgente. Ero lì anche io, presente mentre c’era il rumore assordante, la vista del cadavere e lei che scappa all’auto. Bello è poco!!
Wow! Veramente un gran bel racconto…anche se molto triste 🙁
auguri di buon anno nuovo
Grazie anche a te, anche se comincia a essere un po’ usato
In parte è vero, per molti il Natale ti cade sempre tra capo e collo ,una iattura e,in questo caso, la ragazza dei sogni fugge sgommando.
Niente paura sta x arrivare la befanina 😜.
Sherabbabdonata😢?
Befana? Ma io sono stato cattivo… e con quello che costa il carbone… 🙂
ossignur! quello dolce della pasticceria costaq un po’ meno.
sherarriverdercicmqallaBefanina
Ma insomma…. senza ritegno! 🙂 🙂
Ecchediamine!
era gente su una brutta strada
ciao
Anche su un brutto dirupo…
mi hai fatto sorridere, anzi ridere di gusto: Babbo Natale è morto! Oddio, umor nero, ma che fa bene. Buon Anno comunque Briciola!
La tua iconcina di prima era piena di fascino, però…
Anno nuovo, icona nuova?
iconarobot?specchio dei tempi?devo abituarmi, ma sembrnon mi dispiace.
Finito il capodanno io sono tornata al mio loghino.
Bèh, mi chiedo… ma e le renne?
Ma le renne non volano? 🙂
Eh, sì, ma se c’è la slitta, se c’è il babbo… mi son detta che forse si son suicidate pure loro….
Sei anche più pessimista di me… 😉
…sì, forse, Briciolo… è che ho sempre pensato che Babbo Natale si è sempre fidato troppo di tutti questi bambini buoni; non ha mai messo in conto che sarebbero diventati tutti adulti. Cioè, secondo me i regali li avrebbe potuti portare solo agli adulti che un po’ sono rimasti bambini… a tutti gli altri, niente!! Ma oramai…
Bellissimo racconto. Mi piace molto il cinismo del finale!
Buono. In genere si eccede nelle parole. Forse qui qualche frase in più di contorno avrebbero prodotto un racconto più ricco e appetibile. L’idea però è ottima, lo svolgimento accettabile, la forma quella giusta.
Temo di aver troppo trascurato il blog. Male!
Con il tuo permesso riproduco sul mio, esattamente il 20 gennaio, ore 07.
Un uomo abbastanza cinico 😄 Bel racconto ma la brevità spesso crea meno suspence. 😉
Ciao ho nominato il tuo blog per il liebster award perchè penso che il tuo blog sia molto interessante. Passa da me e leggi il post se ti va di partecipare
Che noia, avere la villa fantastica ma méta di ignari codardi…
Bellissimo racconto, buon anno nuovo!
Codardi per sfuggire alla vita ma per affrontare la morte ci vuole un gran coraggio.
Hai mai provato, per dirlo? 😉
Non ne sarei cosi convinta…
Credo che semplicemente dipenda dal valore che uno dà alla propria esistenza.
Racconto fantastico.
Sono riuscito a sentire il rumore della caduta. Ho visto la luce della stanza. Il riflesso di lui nel vetro.
Jill Scott – all i