Piscopo seguitò a leggere al computer e fu solo quando decise di andare a dormire che accese la luce per togliere dalle piastrelle del pavimento quel che rimaneva del ragno. Ma non c’era nulla. Guardò meglio nelle vicinanze e finanche sotto la poltrona, ma non trovò i resti. Girò la pantofola e si accorse che c’era un buco di pochi millimetri di diametro nella suola. Controllò anche la pianta del piede e notò una ferita tonda, minuscola, in corrispondenza del buco nella pantofola.
‘Deve avermi bucato poco prima di scappare’ pensò alzando le spalle, quindi si medicò e andò a coricarsi.
L’indomani, nel farsi la doccia, notò che la pelle attorno allo stinco del piede aveva un rigonfiamento. Lo toccò e subito qualcosa sottocute si spostò in avanti di alcuni centimetri per poi sparire. Si spaventò tanto da perdere l’equilibrio nel box e aggrapparsi all’ultimo istante al rubinetto per non cadere. Non c’era dubbio: il ragno era dentro di lui. Preso dallo sgomento si vestì in fretta e si recò subito dal suo medico che, resosi conto del problema, decise per un intervento ambulatoriale immediato. Il bozzo appariva e spariva dalla tibia per ricomparire in altre parti, come il polpaccio e la caviglia, e ogni qualvolta il medico avvicinava il bisturi per incidere la pelle il ragno, come se se lo sentisse, si scostava all’ultimo istante. Il dottore fece diversi tentativi, ma fu inutile. Non c’era che disporre in via d’urgenza il ricovero in ospedale del paziente, ma anche lì, nei giorni seguenti, non ci fu nessuna terapia che potesse avere la meglio. I medici non sapevano più che fare, Piscopo era disperato.
La situazione sembrava irrisolvibile quando, una mattina, l’uomo si accorse svegliandosi che appena sotto il ginocchio si era venuta a formare un’escrescenza di carne pendula; fu portato subito in sala operatoria e lì, sezionando quella sacca di pelle, trovarono all’interno il ragno morto avvolto da un bozzolo lanoso. Piscopo se la cavò con pochi punti di sutura e una cura massiccia di ulteriori antibiotici. Gli dissero che il primario avrebbe scritto una monografia su quanto accaduto e che sarebbe stato contattato e persino pagato per il disturbo.
Intanto, nel lettino di ospedale dove fu trattenuto ancora per una notte per precauzione, Piscopo si addormentò profondamente dopo settimane di notti agitate.
Dormiva ancora quando, all’altezza della tempia sinistra, di una mano e dell’ombelico apparvero all’improvviso delle protuberanze sottocutanee che si mossero all’unisono in ogni direzione. I ragni cercarono di fare piano nel muoversi, giusto per non svegliarlo, perché avevano compreso che, se l’individuo-ospite rimaneva tranquillo, per loro era anche meglio.
[space]
Wow….diventerò una tua lettrice assidua !!!
Argggh!
E’ il verso del ragno 🙂 ?
Potrebbe…ma in effetti è il verso che faccio io ogni volta che ne vedo uno 😉
Briciola questa volta non mi sei piaciuto…….che ribrezzo i ragni….ti prego non continuare con questo filone………naturalmente scherzo!
ma….non ce la posso fare!
Il ragno era di passaggio…
Mi incuriosisce anche il titolo…il riferimento è insolito e originale quantomeno!
…ma da quanti ragni siamo abitati? Personalmente da molti… 😉
Scusa, sai della nuova informativa riguardo i cookies? Nella tua home page ho visto che non c’è nulla. Ciao Dora
Non ho ancora avuto modo di affrontare la questione. Me la guardo e poi ti so dire senz’altro.
Bisogna adeguarsi o sono multe. Anche i grandi quotidiani l’hanno fatto. Magari leggiti l’articolo che c’è su Il Post
Bellissimo, come sempre.
Ma se questo lo legge mia figlia non dorme più per una settimana.
Io credo che, soprattutto in noi donne, l’aracnofobia risalga alla preistoria, al tempo in cui vivevamo nelle caverne: credo che allora i ragni fossero davvero mooolto grossi e pericolosi.
A me piace osservarli, ma a debita distanza.
In effetti mi sembra che la percentuale di donne che odiano i ragni sia altissima, maggiore anche dell’avversione verso serpenti e topi.
tipo iooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1 Aiutoooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!! hihih!!!!!!!!1
Detesto i ragni, li odio a morte…ma non sono riuscita a smettere di leggere! bel pezzo davvero!
Pezzo fantastico, scritto in un contesto di genere letterario che io adoro. Univers
Ragni alla riscossa! Inquietante e divertente 🙂
Un racconto inquietante, terrificante, da horror, che paura…
Buona giornata da Beatris
Mio Dio, ma questo è un racconto dell’orrore…cosa te lo ha ispirato?
Ero seduto in poltrona quando effettivamente ho visto arrivare il ragno. Poi mi sono immaginato tutto il resto.
I ragni però non li schiaccio mai o quasi mai. Preferisco catturarli con un bicchiere in modo da intrappolarli sulla parete o sul pavimento e, messa una cartolina per chiudere l’apertura, li libero in giardino…
In fondo non è colpa loro se sono ragni.
Mi è piaciuto!
Povero ragno si è vendicato!
Ciao😊
Un “mi piace” di stima, però non ho letto. Detesto i ragni!
🙂
Ho la fobia dei ragni fin da piccola, mi mettono terrore e ansia, ma nonostante ciò vedo documentari che ne parlano e leggo racconti in merito come il tuo, che è scritto benissimo, poi però non dormo e li sogno la notte.
http://romymc.com
Brrr… Mi ha ricordato il Senso di Smilla per la neve, solo che li’ erano parassiti… e poi alla figlia di una mia amica, in Camerun, un verme le si e’ veramente infilato nella pianta del piede… pero’ ho sentito che veramente un tipo di ragno potrebbe nidificare nel corpo, approfittando di una ferita… Insomma… che schifo! Gi ragni, la tua storia e’ bella)
Da aracnofobica cum laude, ti rendo edotto che in questo istante mi sento camminare addosso ovunque.
Ti odio. -_-
Come posso farmi perdonare? 🙂
Horror!
Il ragno porta fortuna però!
Sì, ma non sempre a se stesso
Bè acuto questo punto di vista…in effetti il ragno crea una tela che lo rende “sgamabile” … pensa di fare il predatore ma diventa esca…poveretto!
Mi ingolosiscono le riflessioni intelligenti: GRAZIE!
CIAOOO!
Un racconto orripilante che mi fa rabbrividire . Coinvolgente. EA. Poe un pivello.
Sherabrividosa
La vendetta del ragno. Tu mi schiacci, io t’invado. Inquietante come un film di Hitchcock.
Li odio, li odio, li odio. In casa mia ce ne sono a migliaia. Io li rimuovo e dietro le spalle mi fanno sberleffi. Questo non ha nulla di kafkiano, è un odioso ragno di casa mia. Ma la storia mi ricorda quella di un paziente arrivato in ambulatorio con un bubbone sulla clavicola. Stava fermo lì, ma una volta inciso era pieno di …….
O mamma…che storia terribile!!!!
Oddio! Hai descritto il mio peggior incubo!!!
L’ha ribloggato su tramineraromatico.
Grazie
so di essere “strana” ma amo gli aracnidi, guai se vedo qualcuno ucciderli…quindi .ben ti sta piscopo…ribloggo
Sono d’accordo con te (anche sul ribloggo ;.)
Racconto astuto, avvincente e molto divertente. Per Piscopo prevederei un sequel da nostrano Spiderman … Complimenti! Ciao, Piero
Perché ho cominciato a grattarmi??? 😀 Storiella interessante 😉
ho appena votato! lacerante decisione. Ma è fatta… Dopo questo travaglio anche il tuo ragno kafkiano mi fa simpatia. Metamorfosi? Partitini che sbucano da “ogni dove”? Grazie, la mia domenica può procedere. p.s. non riesco a non rimanere affascinata dall’architettura delle ragnatele. Grande ammirazione per i ragni che ,diceva mia nonna, portano fortuna e non vanno mai “schiacciati”!
E’ la politica che andrebbe riformata (rifondata?) di sana pianta, tutta, a prescindere dal colore di riferimento.
Anche se il problema di fondo è molto più ampio e profondo perché l’intellighenzia politica è frutto diretto della società che la esprime.
L’unica soluzione sarebbe, paradossalmente, quella di avere dei politici così in gamba da non meritarceli.
Solo che non esistono, neppure all’orizzonte.
Hai fatto benissimo, comunque, a votare, a prescindere dai ragni.
BUONGIORNO: il brano mi inquieta …ho sempre avuto una certa fobia dei ragni…con le zampette che si agitano veloci…li hai descritti così bene che mi si sta accapponando la pelle! Fantastica descrizione di un soggetto non piacevole per me…ma forse sai rendere piacevole ogni cosa!
CIAO
Inquietante… ma come al solito riesci a strapparmi un grande “wow”. Buona giornata 🙂
Un racconto fantascientifico che prende subito ,scritto come sempre in maniera tale da catturare il lettore. Bravo. Isabella
era una ragna!
ciao
Mi piaceeeeee , caspita se mi piace …. e mi hai dato l’ispirazione per un racconto… come sempre ti dico: Grande Briciola!!!!
Sono contento. Poi me lo fai leggere?
lo pubblicherò sul blog unazzurrocielo.blogspot.it
Allora verrò a leggerlo
fatto. Se lo leggerai poi aspetto critiche
Una delle paure dell’uomo è proprio quella che un insetto possa entrare e nidificare nel suo corpo. L’hai scritto per paura o in difesa dei ragni?
Non ho paura dei ragni; ho altre fobie, ma non questa. 🙂
🙂
..cavoli!! ..sono andata a vedere sotto le scarpe e le ciabatte se c’era qualche buco…!!! 😳😳😳
Sinistro, troppo! Fai paura!
Inviato da iPad
>
Io, che ho sempre avuto fastidio verso gli insetti, i ragni in particolare.. Ho letto il tuo racconto. E mi sono sentita addosso questi piccoli animaletti dappertutto. E prima ancora lo “scroc” quando era stato presumibilmente schiacciato. Chissà quanti ragnetti nel suo corpo… Terrificante.