«Ciao Massimo» gli dissi più spaventato che meravigliato. «Che ci fai qui? Sei molto lontano da casa.»
Lui mi guardò come se non sapesse cosa rispondere. Poi mi fece brusco: «Stai tornando a Poggiobrusco?»
«Sì, certo, abito ancora lì.»
«Allora non passare per il ponte di Maivano… è appena crollato.»
«Il ponte? Crollato? Ma è una tragedia!»
«Sì, infatti» concordò lui voltandosi attorno agitato.
Subito dopo mi batté forte per un paio di volte sul tettuccio della macchina in segno di commiato e allungò alcuni passi per allontanarsi.
«Beh, allora grazie, Massimo» gli dissi con le mani ancora incollate al volante. Lui ritornò indietro con la stessa furia con cui era arrivato. Mi mise di nuovo a disagio.
«E ora siamo pari con quello che ti dovevo…» mi fece lui con un solo respiro.
«Pari? In che senso pari?» domandai.
Ma lui ormai era lontano. Lo vidi sparire tra la gente che affollava a quell’ora la stazione di servizio.
‘Crollato! Ma com’è possibile che sia crollato?’ pensai guardando avanti a me, quasi dovessi badare alla strada e non fossi fermo. Cercai con l’aiuto del navigatore di capire che strada avrei dovuto fare in alternativa. La deviazione mi avrebbe preso almeno due ore. Era meglio a quel punto che me la prendessi con comodo. Dopotutto, a casa, non mi aspettava nessuno.
Cercai un ristorantino sul fiume. Avevo fame e non avevo nessuna voglia del solito panino-fattoria. Trovai un’osteriola appena cento metri dopo. Mi sembrava un bel posticino e si doveva anche mangiar bene a giudicare dal numero di camion in sosta.
«Si sa nulla del ponte crollato? Ci sono vittime?» domandai al signore di una certa età che era venuto a prendere l’ordinazione.
«Ponte, quale ponte?» mi chiese lui distratto mentre segnava sul taccuino il numero del tavolo e chissà cos’altro.
«Come quale ponte? Il ponte sul Maivano, è appena successo. Come fa a non saperlo? È qui vicino.»
«Ma cosa sta dicendo?» e senza aspettare che io replicassi mollò sul tavolo il taccuino e il menu e si portò correndo sulla spianata del fiume per vedere meglio. Non me ne ero accorto, ma di lì il ponte lo si vedeva bene perché poco distante. Era alto, argenteo, brillava leggero sulle acque del fiume con le sue linee ancora moderne. Era tutt’altro che crollato. Ma in quel preciso momento si levò dapprima uno sbuffo di fumo dal pilone centrale e poi, come se fossero stati tanti pezzi solo appoggiati l’uno sull’altro, la parte centrale del ponte venne giù con un boato assordante. La scena fu tanto repentina quanto apocalittica. Le auto e i camion che lo percorrevano caddero assieme all’impalcato di cemento armato mentre altri mezzi scivolarono uno dopo l’altro nel vuoto come in un gioco impazzito. Al ristorante c’è chi gridò, chi si mise a piangere disperato e chi come me che si limitò a rimanere impietrito, incredulo a quello che stava assistendo.
Squillò in quell’attimo il mio cellulare.
«Ehi, come stai?» sentii dire dall’altra parte. «Pronto? Sono Paolo, mi senti?»
«È… è appena caduto un ponte, Paolo»… balbettai meccanicamente non riuscendo a togliere gli occhi dalla nube di polvere che si stava allargando sul fiume.
«Ponte? Quale ponte?»
«E ho pure incontrato poco fa Massimo che mi aveva avvertito…» seguitai senza un filo logico «te lo ricordi, Massimo, quello della palestra cui avevo fatto quel prestito cospicuo trent’anni fa e che non mi ha però più restituito i soldi…»
«Massimo? Massimo Dellicampi? Non è possibile che tu lo abbia visto. È morto più di quattro anni fa…»
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L’ha ribloggato su Alessandria today.
La Sua virgola non è randomatica come quelle del sig. Train. La definirei una virgola con tendenza all’assenteismo.
Non sono più le virgole di una volta
Un bel racconto, toccante a suo modo e non soltanto perchè rievoca la sciagura recente. Un saluto. Univers
Bello, mi ricorda qualche testimonianza letta su un libro che trattava di fatti sovrannaturali. Spero che nessuno dei tuoi amici o familiari sia stato colpito dalla tragedia del Ponte Morandi.
No ma mi ha profondamente turbato
Nessuno lo aspetta a casa dice? L’aspirante signora da circa un decennio dice “buciardoooooo” e minaccia di scassare la porta se ricapita un ritardo del genere😤
Massimo si è sdebitato. Soldi contro la vita. Fatalità? No, segno del destino. Tutti quanti siamo segnati dal destino.
Che belle le cose che scrivi.
Mi ha fatto pensare a Buzzati. Ottimo lavoro 🙂
Complimenti è davvero insolito: no, non il racconto, peraltro ottimo, ma il fatto che ho previsto passo per passo come si sarebbe dipanato, e quindi invece d’essere il coniglio ipnotizzato dai fari dell’auto ero il guidatore che gli correva addosso nella notte più scura. Vabbè, per una volta è stato bello, soprattutto perché so già che dalla prossima settimana tornerò a essere il povero coniglio bloccato in mezzo alla strada.
Sì, davvero insolito. Preveggenza, premonizione, presenescenza? 🙂
(Com’è che io invece incontro solo cinghiali e daini?)
Io e il mio assicuratore abbiamo fatto un accordo, io non investo cinghiali e daini e lui non trova strane scuse per non rimborsare il danno.
🙂
Un assicuratore prezioso. Probabilmente povero in canna.
Oh no, sono tutti uguali, se un giorno io venissi meno all’accordo e mi presentassi con un daino legato sul cofano semidistrutto, lui mi direbbe che la polizza non copre i danni fatti lucidando la carrozzeria con una pelle di daino troppo dura.
Insomma le resurrezioni ti appassionano tanto? Comunque mi piace anche io punto in cui dici che hai voglia di qualche cosa di diverso dal panino…in effetti è un punto che ispira molto….scherzo per sdrammatizzare…bel pezzo in ogni caso!
Ciao
Io sta per il …PS : è un attacco di egocentrismo
Ho i brividi dalla testa ai piedi. Quando ho letto dell’amico che non vedevi da anni, ho subito pensato ad una persona che non c’era più. Quello che hai scritto potrebbe essere pura fantasia ma io l’ho percepita in modo reale. Una preghiera 🙏 per le vittime e per chi è rimasto nel dolore… forse anche per tutti noi che viviamo in un paese meraviglioso governato da ladri e criminali.
Wow! Mi ha sorpresa davvero questo racconto: complimenti.
Alquanto inquietante, bella però!
Scusami ma è vera questa storia o di fantasia? È bellissima.
E’ un racconto ispirato ai fatti tragici di Genova
Ok comunque sia e molto bello nella sua tragicità.
Ma e