Lei stava leggendo, nonostante l’ora, il cuscino delicatamente arrotolato sotto la nuca, il corpo morbido tra le lenzuola fresche. Il romanzo l’aveva coinvolta del tutto assorbendone ogni attenzione. Si girò di scatto, sorpresa: credeva che lui stesse dormendo. In realtà quelle parole Marcello le aveva pronunciate con gli occhi chiusi quasi stesse parlando nel sonno, ma la sua voce era chiara e sonora e fu questo che la fece sussultare.
«Il cavo… non sono riuscito a riavvolgerlo e questo mi ha impedito di riattivare il sistema…» aggiunse, dopo un po’: il tono era lamentoso, disperato.
«Caro, svegliati, stai facendo un brutto sogno…» gli disse scuotendolo.
«No, sono sveglio Carla, sono sveglio, purtroppo» le rispose dietro a uno sguardo triste. «Sembrava una cosa già fatta e, invece, guarda cos’ho combinato…»
«Cosa dici Marcello, è stato solo un incubo, ora sei sveglio, è tutto passato, adesso calmati.»
«Non capisci Carla, è proprio nel sogno dove tutto è possibile che ho fallito; non sono stato svelto abbastanza, le istruzioni erano maledettamente complicate e ‘loro’ così tanti…»
La luce del mattino stava allargando i listelli della serranda per riappropriarsi del giorno; la città, là fuori, stava ancora dormendo di un sonno appena velato; solo il cane del vicino stava abbaiando ma senza nessuna convinzione. Carla chiuse il libro inserendo un lembo del lenzuolo come segnalibro e si girò verso il marito prendendogli il viso tra le mani.
«Ti vado a prendere le tue goccioline?» gli fece seria sapendo che quello sarebbe stato l’unico modo per risolvere il problema. «Così ti rilassi e puoi dormire ancora un po’: è ancora presto; oggi avrai un brutta giornata, ricordi?»
«Mi spiace, Amore mio, davvero, ho fatto tutto il possibile, ma non sono stato all’altezza» riprese lui come se stesse recitando un mantra.
«Ma cosa fai ora… piangi? Non ti ho mai visto così, Marcello, smettila, mi fai paura.»
«Mi spiace, Carla, mi spiace tantissimo…»
Poi il letto, i muri, il mondo intero cominciarono a vibrare. La luce nel cielo si spense in un momento come se fosse stato girato l’interruttore e un’onda di fuoco passò sopra alle loro teste bruciando ogni cosa.
Ciao 🙂 Ho nominato il tuo blog ai Liebster Award nel mio blog, non so se qst cose ti interessano… https://antsacco57.wordpress.com/2015/08/06/liebster-award-2/
Non molto, ma è il pensiero quello che conta, grazie.
Ci riservi eccezionale intensità in questo episodio. Un saluto. Univers
Non c’è che dire, sei proprio bravo. Crei l’attesa e spiazzi. Veramente piacevole.
Buone ferie.
banzai43
Tanto di cappello alla tua incredibile fantasia che mi inquieta sempre.
Tanto di cappello al tuo modo chiaro e scorrevole di scrivere che mi permette di assaporare ogni parola affascinandomi.
ristorante ai confini dell’universo?
Più che altro una pizzeria… specialità ‘Calzone dell’Ultimo Giorno’ 🙂
Il sogno ha avuto la meglio e si è trasformato in realtà ….la moglie non saprà mai come andrà a finire il romanzo
Bel racconto come sempre!il mio preferito però rimane quello della vecchietta e gli uccellini!!
😉
è andata male ma nessuno potrà licenziarlo
ciao
Questo è forse il racconto più bello che abbia letto sul tuo blog.
Ma se volessi crearmi un ebook con le tue storie da portarmi sempre dietro ti darebbe fastidio?
Assolutamente no, nessun problema.
Maggiori informazioni le trovi qui –> http://briciolanellatte.com/info/attenzione-al-copyright/
Grazie mille! Gentilissimo!
Sempre finali inquietanti, mai una speranza di vita, hai una fervida immaginazione.
Hai ragione, mi devo dare una regolata. E dire che mi ritengo un ottimista.
Non voleva essere una critica, ma solo una constatazione. Questo è il tuo stile, e poi i tuoi racconti piacciono, non devi cambiare te stesso, forse è proprio il tuo ottimismo che copre questo velo di inquietudine che esce quando fai galoppare la fantasia.
Non l’ho presa come una critica, ma come un’affettuosa constatazione. Grazie per quello che scrivi.
Grazie a te!
bello.
e secondo me alla fine non è morto nessuno. o forse solo quella parte di loro che non sapevano li stesse annoiando.
mi piace perché mi piace riprendere il filo del racconto (senza un determinato finale, come spesso fai) e portarlo a spasso con me.
grande!
Sì, è una tecnica narrativa. Ho scritto qualcosa sull’argomento –> http://briciolanellatte.com/scrittura-creativa/il-finale-delegato/
Come avrai notato…ho lasciato un rispettoso silenzio sul finale…come il silenzio che segue una tempesta…diciamo che sei stato imprevedibilmente tragico…ciao…
potevi continuare! mi stavo appassionando! 🙂
Diamine che epilogo tremendo. Ci credo che marcello fosse atterrito.
Breve, intenso e in crescendo di suspense.
Enigmatico fino all’ultima frase… cavolo che fantasia che hai. Come sempre complimenti anche in poche righe tieni col fiato sospeso. 🙂
Catastrofico…..che cavolo di cavo era?
E’ il cavo di alimentazione del Grande Server dove andava resettato il sistema operativo Universo 2.0. Ma qualcosa non ha funzionato… :-).
Comunque trovi ogni spiegazione qui –> http://wp.me/P25Bol-3BY
Beh, per fortuna si tratta di fantascienza….ma te le sogni di notte? Cene pesanti?
Ciao, complimenti alla tua fantasia!
Se vuoi saperne di più sul racconto –> http://briciolanellatte.com/altri-scritti/dietro-al-racconto/lalba-che-non-verra-dietro-al-racconto/
In realtà ceno sempre un po’ leggero.
Figuriamoci quindi se mangiassi ‘pesante’. 🙂
L’ha ribloggato su Notebook in the Nete ha commentato:
maiuscolo Amore
Ehi grazie!
Il protagonista si chiama come me… Il che rende tutto più inquietante… 😉
Me ne rendo conto…
il racconto è molto bello
con una notte del genere (foto) chi se ne frega se l’alba non verrà!!!
Sì, hai proprio ragione: la foto è bellissima, ma credo sia abbondantemente photoshoppata.
Il protagonista si chiama come me
Che lagna sto Marcello..sembra un bimbo…anche il titolo è in negativo…ma la tua espressività rimane alta nonostante il marito anti-eroe!
CIAO
Le ultime tre righe sono bellissime, ma loro sono morti o sono sopravvissuti al rogo?
Le ultime tre righe sono bellissime, ma loro sono morti o sopravvissuti al rogo?
Se l’alba non verrà…
No lo entiendo. Sono morti?
Credo che la risposta sia… 42!
Il sole sorge perché gli uccelli cantano. Bella. Vorrei anch’io qualcuno che mi portasse le goccioline o le gocciolone per colazione. A Tarzan ci pensa Jane… No quelle sono le Gocciole. Ognuno ha la sua gotcha…
Come ti capisco… a volte basterebbe anche solo il pan gotcholi o che a Tarzan ci pensasse Cita…
Non lamentarti… Anche una briciola nel latte a volte può bastare XD (e buona colazione domenicale).
Bello ma lo hai troncato sul più bello. Basterebbe qualche minimo dettaglio in più per completare un microracconto oppure sembrerà l’incipit di qualcosa di più ampio respiro. Ciao