«Eddaiiiii, un po’ di soldi…» urlava. «Hoffame! Come te lo devo dire? Hoffameeeee…» Le sillabe erano scandite, quasi cantate, gli occhi erano severi e spalancati. Le persone cercavano di driblarlo per quanto possibile, spaventandosi per il tono lugubre e per l’insistenza. «Eddaiiiii, un soldino! Cos’è mai un soldino? Hoffame, come te lo devo dire?»
Dopo un quarto d’ora, una donna anziana, bassa di statura, ma corpulenta, uscì dal portone di casa. Aveva in mano un piatto di minestrone e un pezzo di pane. Camminava come fosse un pendolo, su quelle gambette corte, e sul viso le si era acceso un sorriso radioso. Allungò il piatto al barbone che lo prese senza dir nulla come fosse stato al ristorante e la donna la sua cameriera. Le prime quattro o cinque cucchiate se le infilò in bocca senza respirare con parte dei pezzi di verdura e di pasta che gli uscivano schiumosi dai denti ricadendo nel piatto. Poi guardò la donna, da sotto la frangia incollata alla fronte. «Che c’ha qualcosa per il cane?». La donna sorrise, andò in casa e ritornò con un pacchettino di carta oleata che scodellò davanti all’animale che le si strusciò dimenando furiosamente la coda. Passò mezz’ora, durante la quale l’uomo e il suo cane si godevano la digestione seduti sul marciapiede. Il barbone ruttò, prese un gran respiro, e ricominciò a urlare:
«Ho voglia di fumare… eddaiiiii. Una sigaretta!!! Cosa ti costa?» La gente che lo sentiva da lontano, mentre veniva in su, aveva preso a cambiare marciapiede. L’uomo però non si scoraggiava apostrofando chiunque entrasse nel suo angolo di visuale. Dopo qualche minuto, l’anziana signora si rifece viva. «Tieni» gli disse allungandogli un pacchetto di Camel. «Sono di mio marito. Ma lui è meglio che non fumi». Il barbone prese le sigarette, strappandogliele quasi di mano e fece un cenno del capo. Forse era il suo modo di ringraziare. Si accese la sigaretta e chiuse gli occhi per assaporarla. Guardò in alto, in direzione della casa da dove aveva capito abitasse la vecchia. Si alzò e legò il cane al guinzaglio. «Vieni» gli disse. Fecero tutta la via in silenzio. Si sentivano solo le unghie del cane che ticchettavano sulla strada. Dopo un centinaio di metri svoltarono a sinistra. Il barbone si girò in direzione della casa della vecchia per controllare. La luce era ancora accesa. Gettò la cicca della sigaretta da un lato, centrando il tombino, e urlò: «Ho voglia di scopare. Eddaiiii…»
da lupa ho sorriso …
Un saluto da…
Rosemary
Torna pure. Grazie!
Ciao, Bric.
TT
Fortissima la nota in alto 🙂
… indovina che puntata c'è da me?
Non starai sparendo anche tu… sarebbe una gravissima perdita!
Aspetto la prossima storia.
Un saluto
Sara
Embè, ci siamo bloccati?
E' da un po' che non passo a trovarti..mi perdoni?
Ciao…^^
… nel caso passi il vecchio….. (è un aperitivo sardo…)
VINO CALDO
Ingredienti:
300 GR DI ZUCCHERO
150 GR DI MANDORLE
10 CHIODI DI GAROFANO
2 LITRI DI VINO ROSSO
2 BICCHIERI DI VERMOUTH ROSSO
2 BASTONCINI DI CANNELLA
1 BICCHIERE DI GRAPPA (acqua adrenti)
LA SCORZA DI 2 ARANCE
PREPARAZIONE
Versate il vino in una capiente pentola, aggiungete le scorze delle arance, i chiodi di garofano, due bicchieri di vermouth, due bastoncini di cannella spezzettati e pestati, un bicchiere di grappa e lo zucchero, quindi rimestate bene con un mestolo di legno. Trasferite la pentola sul fuoco e portate a cottura a fiamma moderata. Nel frattempo, tostate le mandorle in una padella per cinque minuti, aggiungetele subito al vino (con quest'accorgimento l'aroma delle mandorle si esalta). Rimestate di tanto in tanto e spegnete prima dell'ebollizione. Servite ben caldo, con l'ausilio di un mestolo per brodo "turra cuppuda", in bicchieri alti oppure utilizzando tazze con il manico.
uno di questi giorni ti passo la ricetta di un aperitivo straordinario… giusto per digerire la minestra…
ma chi era Mughini?
sempre gradioso!
Finale un po’ spropositato e che spossa. Dalle risate. 😉
E Lei ha aperto dicendo: "Sono di mio marito… Ma meglio che lui non trombi…?"
Bravo!
ciau, lisa.
Qualsiasi finale mi aspettavo, ma davvero non questo. Bellissimo il racconto con finale a sorpresa. Bravissimo!
sembro io ai tempi d’oro!!!!Ho fatto 3 mesi per strada e che dire era un po’ così e un po’ meno così….in ogni caso facevo sempre origami per sdebitarmi(se ti capitasse prendeiti un libro di origami!!!!! 🙂
Ma noooo daiiiii! Questa proprio no! Mi aspettavo che l’ammazzasse o la rapinasse, cercavo d’immaginare il finale, ma questo! ‘notte Bric. TT