Si avvicinò come se sperasse di non vederle là in fondo. E invece no, c’erano davvero. Era buio là sotto ma il mazzo di chiavi lo intravedeva sul pavimento di un vano in cemento a un paio di metri sotto il livello della strada. Come sarebbe tornato a casa, ora? E quello era pure l’unico che aveva; l’altro lo possedeva la sorella Nora, in viaggio di lavoro a Los Angeles. Che cosa se ne sarebbe fatto poi delle chiavi della sua macchina in America, non era dato saperlo. Si sedette sul muretto. La situazione era seria.
Si rialzò. Inserì le dita tra le sbarre e provò a tirare. La grata non cedeva. Prese un sasso posizionato come addobbo nella fontanella della banca e con quella la colpì per smuoverla. Un paio di persone passarono guardandolo con sospetto. ‘Chissà cosa combina quello lì’, avranno pensato. Riprovò a tirare. Nulla. Percosse il perimetro della grata e gli sembrò stesse venendo via. Poi di colpo se la ritrovò in mano. La scoperchiò e la adagiò con cura da un lato. Si guardò attorno come se stesse facendo qualcosa di illecito. Ma fu solo un attimo e poi saltò dentro.
Era buio, anche se aveva visto dove erano cadute. Si chinò per prenderle, ma le urtò. Finirono così per scivolare lungo delle scale che non aveva visto prima e che invece si aprivano sulla sua sinistra. Tirò fuori il suo cellulare e si fece luce. Ora le chiavi non le vedeva più. Scese i gradini di ferro che risuonavano vuoti al suo passaggio e svoltò l’angolo; le vide finalmente sull’orlo dell’ultimo gradino. Scese ancora e questa volta le afferrò con delicatezza. ‘Mie!’, pensò, ‘è fatta’.
Si voltò e risalì lentamente gli scalini per poi girare l’angolo. Ma invece dell’uscita vide che c’era un’altra rampa di scalini. ‘Possibile che sono sceso così tanto?’ si chiese.
Svoltò anche l’angolo successivo e invece dell’apertura verso la strada si accorse che c’era un’altra rampa e dopo quella un’altra ancora. Si mise a salire di corsa e a fare gli scalini a due a due, preso dal panico, fino a quando il fiato gli venne a mancare. Si piegò in due dalla fatica e si sedette per terra comprimendosi la milza con una mano ‘Ma cosa sta accadendo?‘ disse ad alta voce.
«Anche lei qui?» fece qualcuno, poco distante, seduto anche lui nell’ombra. «A me era caduto l’accendino. Ci tenevo molto al mio accendino» seguitò facendo brillare una fiammella bluette. Il ragazzo poteva avere venticinque anni, era spettinato, la maglia sporca e tagliata in più punti sul davanti. Lo sguardo era triste più che disperato. «Non usciremo mai di qui, lo sa questo, vero?»
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L’ha ribloggato su Alessandria today.
Tragicomico. Un saluto. Univers
Un nuovo supplizio di Tentalo: hai avuto quello che volevi dalla banca (dai, è quasi fantascienza…) e uno scherzoso destino ti spinge dentro una trappola surreale. Grazie Briciola!
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Inquietante…come può essere la vita quando non hai vie di uscita.
Fiato non fiumato uff…..
Però “fumato” era evocativo ☺️
Già….. 😀😀
Adoro quando divento vorace di leggere….. I tuoi racconti mi fanno questo effetto ma cavolo si interrompono lasciandomi il fumato sospeso…. Non è giusto!!!!! 🤔
Complimenti, molto bello.
Complimenti, molto bello.
un po’ dispettosa quella banca. Concede i prestiti e poi imprigiona per sempre i debitori.
Come si chiama? Così evito di andarci 😀
Allora, per amore di discussione poniamo che la nostra vita sia come un libro: di norma arrivati in fondo alla pagina questa viene girata e si prosegue con la prossima, ma se proprio in quell’istante di pausa compissimo un gesto inaspettato che ci proiettasse “dentro” lo spessore del foglio di carta?
Chissà, forse è possibile, e nel caso succedesse agitarsi peggiorerebbe le cose, come se fossimo nelle sabbie mobili, mentre invece azzerando la mente magari daremmo il tempo alla nostra vita di risistemarsi e sbucheremmo dall’altra parte del foglio.
E questo è il motivo per cui io ho sempre in tasca una fiaschetta di grappa, non perché mi piaccia, ehm, niente affatto, però se ce ne fosse il bisogno grazie a lei potrei ottenere quello stato di benedetto stupore, che è il siolo che potrebbe restittunirmi a questia vita fin tropo sobbria e griggia … hic …
anche kafkiano, in questo caso 🙂
ps: gradini… vuote
scarso senso dell’orientamento porta allo spaesamento
ciao
Mi piace! Mi chiedo, come mai non sono stati capaci di ridiscendere la gradinata e andare poi verso l’uscita. Forse il percorso si chiudeva dietro di lui? Buona domenica 😊
Perché si ridiscende solo come il ragazzo farebbe intendere 😊
Amo questo tipo di racconti in stile ‘buzzatiano’, bello davvero.
eh sì!
Ciao, gran bel pezzo…con fastidiosi inconvenienti narrati con sapienza coinvolgente…comunque mi piaci di più nel filone giuridico che in quello drammatico…una coincidenza… ieri mi stavano scappando le chiavi in una botola ma per fortuna sono rimaste impigliate prima di cadere…
Bellissimo!
Che agonia, ma le chiavi piroettarono ? Il dedalo bancario, sto leggendo ovunque, il web in rivolta.
Le tue chiavi non piroettano? 🤔
non so tra proiettano piroettano sia lanciano a proiettile……..insomma le chiavi le hai lanciate dall’ altra parte, non oserei mai dirti lanciami le chiavi …….!!!!!! bel racconto cmq