Vicino a lei, nel tavolo attiguo, era stato dimenticato un foglio dattiloscritto. Si sarebbe detto un elenco, forse un promemoria. Decise di ignorarlo: qualcuno, con evidenza, l’aveva lasciato lì, confidando nell’ora. Benché si sforzasse però di guardare altrove l’occhio finiva sempre per ricadere su quelle righe. Si arrese: afferrò il foglio e se lo mise sul tavolo. Era l’elenco completo degli ospiti presenti quel giorno in albergo. C’era il nome di Ernesto Guidi, il responsabile del marketing; nella casella accanto vi erano quelle che dovevano essere state le sue richieste all’arrivo: il quotidiano e la sveglia alle 7.45. C’era il nome di Marta Perenni che aveva chiesto un letto aggiuntivo per il marito. Quello di Forestiere e di Baggi e via via di tutti gli altri. Matilde continuò a mangiare. Ci sono tutti i nomi, si disse versandosi il latte. Allora ci deve essere anche quello di Binetti osservò, continuando a masticare. E allora? E allora ci deve essere anche quello di Binetti, si ripeté ossessiva. Non resistette, compulsò i fogli. La lista era formata in base al numero delle stanze. Lesse velocemente e quel nome non c’era. Guardò meglio, ma sì, eccolo lì, stanza 403, Binetti Stefano… e, accanto, la dicitura… ‘h. 23, coperta’.
Coperta? Possibile? L’integerrimo Binetti, il cattolicissimo fustigatore di costumi, lo specchiatissimo dott. Stefano Binetti, aveva chiesto una prostituta in camera? O aveva chiesto davvero una coperta? Ma no, che dico? Che cosa ci poteva fare un uomo obeso come il Binetti con una ‘vera’ coperta a metà luglio?
Mentre si arrovellava su queste semplici domande, una donna in tailleur grigio, con lo stemma dell’hotel all’altezza del risvolto, le arrivò rapida e silenziosa da un lato come una poiana e, senza dire nulla, le strappò via i fogli di mano. Non avrebbero dovuto essere lì, né tantomeno essere letti da un ospite. Questo diceva l’espressione preoccupata del volto di quella donna mentre spariva dietro il bancone della reception.
Una coperta? Si domandò ancora Matilde. Possibile? Sorrise all’idea.
In quel mentre fece ingresso, nemmeno fosse stato evocato, il Binetti. Guardava a destra e sinistra con espressione di sussiego come se a stento trattenesse la voglia di esternare il proprio disgusto al mondo intero che non lo meritava. Incrociò gli occhi di Matilde che non salutò. Il cervello della donna andò, fulmineo, in cortocircuito: qualcosa balenò nelle sinapsi più veloce della sua consueta prudenza:
«E così ieri sera, alle 11, abbiamo avuto compagnia, eh?» fece lei abbozzando un sorriso velenoso.
Il Binetti si bloccò, come se qualcuno gli avesse agganciato ai piedi un ceppo di cemento di qualche tonnellata. Si arrestarono anche alcuni altri colleghi che stavano entrando in sala proprio in quel momento riuscendo tuttavia a percepire ugualmente tutta l’ironia corrosiva della domanda. Il Binetti si voltò con lentezza. Era rosso in volto e il mento gli tremava appena. Balbettò:
«Quel bambino aveva sbagliato camera, ma è andato via subito. Lo posso giurare, io non c’entro niente, è stato solo un errore» disse pressoché urlando. E uscì di corsa dalla sala.
Far volare il Binetti dall’ottavo piano causa “malore dovuto a capogiro”, no?? Come la vedi? 😉
Sì ma senza il materassino di protezione dei vigili del fuoco 🙂
Far volare il Binetti dall’ottavo piano per un…banale incidente dovuto a “capogiro”, no??? 😉
Ottimo soggetto per un giallo, complimenti, in poche parole si “vede” tutto!
Un giallo? Perché no?
Grazie per il tuo passaggio
Oppure horror, c’è un crimine, c’è il finale a sorpresa. C’è suspense. Conosci Roald Dahl , il suo Brivido dell’Imprevisto? Un maestro.
Roald Dahl è stato l’Autore della mia infanzia, con Matilde, GGG e La fabbrica di cioccolato. Brivido dell’imprevisto mi manca; devo colmare la lacuna.
Forse puoi vedere su youtube dei filmetti tratti dai suoi racconti, appunto da Tales of the Unexpected e Kiss kiss.
Ottimo consiglio, grazie.
Ho letto ‘Alan e Iris, il collezionista e la pittrice’. Molto interessante.
Grazie, ormai appartiene alla preistoria…
Nessuno scritto è mai però così vecchio, da non appartenerci più.
Certo, grazie. Solo che ho capito che, benché mi piaccia sia leggere che scrivere, non sono una scrittrice.
Storia più che rale, ottimamente scritta.
“Reale” 🙁
E’ un errore che il bambino abbia sbagliato camera: per me sarebbe una cosa giusta…ma ho paura che la mentalità del Binetti sia distorta!
Mi spiego : che il bambino sia andato in camera del Binetti…senza nessun motivo e per andarsene nella propria non sarebbe un errore: l’errore è che ci sia andato per i voleri del Binetti! L’errore è un non errore!!!
Il finale è aperto alle varie interpretrazioni
Uao…mi piace il brivido dell’imprevisto…non deve mancare mai!!!
Comunque le donne scoprono sempre tutto…inutile non si scappa!!!
L’uomo è un angioletto nelle grinfie della donna, che ne fa uno spiedino!!!
Bentornato! Ti aspettavo…carico e lucido, come sempre…
Però il Binetti è un tipo geniale…copre per iscritto e scopre per orale…ahahaha
Ritorno in grande stile e con la consueta abilità narrativa, complimenti. Alla prossima. Univers
Angosciante il finale, ma come al solito ben scritto con sorpresa!
Grazie, Kinsy
ciao! i corsi di aggiornamento fanno subire vere metamorfosi alle persone…bentornato!
CI si aggiorna un po’ in tutto
Ben tornato dopo una lunga pausa. Un post davvero ben congegnatocon un finale assolutamente imprevedibile. Ma quella Matilde è ben curiosa…
Ottimo!
Non è stata poi così tanto lunga, come pausa…
Abituato a leggerti con una certa regolarità, l’intervallo mi è apparso lungo.
Sì, hai ragione
Tutto si poteva aspettare….tranne un finale così shock!
🙂
Ps…e soprattutto nn avrebbe bisogno di copertine 🙂
Sei tornato!
Rispondere a ostilità con cattiverie a me nn piace e per quanto odioso sto col Binetti che alto bello e bion do forse sarebbe anche simpatico a mademoiselle Matilde.
Shera
Certo, se Binetti non fosse un sospetto pedofilo…
Ah ma quello nn lo avevo capito. Per ‘coperta’ nn s intende una donna? Allora il portiere era complice!
sheratroppoingenua
Non me ne intendo, ma la tipologia della coperta dovrebbe variare a seconda dei desiderata del cliente. 😉
Io viaggio spesso x lavoro e le coperte sono sempre nell armadio. Offrire dei bambini è mostruoso e ci di rende complici del bastardo.
Non so che dire: non me l’aspettavo.
E’ proprio vero che spesso “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. Per fortuna.
Ah, bentornato.
E a volte non fa neppure le presine…
Più che un racconto un pugno nello stomaco.
Proprio non me lo aspettavo… Complimenti.
Con il pugno nello stomaco si attira l’attenzione…
Hai ragione. È che è scritto troppo bene per finire così.
O forse sono io che non sopporto certe cose.
Tra l’altro, rileggendo dopo un giorno, scopro che si poteva anche fraintendere il mio commento con una vena polemica. Naturalmente non è così: i complimenti erano (sono!) sinceri.
ben congegnato ma Binetti è strano
(poco plausibile la reazione da pollo)
ciao
🙂 bellissimo e terribile. Spero assolutamente inventato.
Chissà… 🙂