Sulla panca di pietra serena

Era seduto sulla panca di pietra serena al riparo del portico ottocentesco. Uno dei dipendenti della biblioteca, nella sua casacca rossa su cui spiccava la scritta bianca STAFF, faceva buona guardia perché nessuno entrasse prima del tempo.
Persone di ogni tipo stavano arrivando dalla strada alla spicciolata: ragazzi universitari carichi di libri, extracomunitari dall’aria di essere capitati di lì per caso, ma che avrebbero approfittato dell’accesso gratis alla Rete, ragazzini che avevano sgamato la scuola in cerca di un rifugio, alcuni impiegati in giacca e cravatta che lui vedeva spesso, tutti i giorni, senza  aver mai capito che cosa ci facessero in quel luogo.
Tra i giovani lo colpì una ragazza grassa, sola, con una borsa larga color fucsia a tracolla. Fumava prendendo larghe boccate dalla sigaretta, gettando il fumo con la testa in alto, come dovesse mandare un segnale atteso a qualcuno al di là del cortile. Masticava a bocca aperta la gomma che sballottava da una guancia all’altra con tanto di schiocco; lo sguardo era rapido, curioso, e si posava nervoso su tutto quanto la circondava. I jeans erano malamente tagliati sia sulle ginocchia che all’inguine da dove fuoriusciva un rotolo di ciccia informe; altrettanto debordava da sotto la maglietta attillata decoltè non in grado di contenere il seno generoso e straripante. Una collana a doppio filo di pietre di plastica adornava il collo tozzo su cui s’innestava a baionetta un viso tondo dalla forma di una palla da bowling. I capelli biondotinti, con una ciocca di lato color della borsa, scendevano come spaghetti sul volto inespressivo. Per alcuni minuti la ragazza se ne stette in piedi, con l’aria scocciata di dover aspettare, quindi venne a sedersi proprio accanto a lui. Gli si sedette così vicino da impedirgli di tenere aperto il quotidiano.
Trascorsero alcuni attimi; poi, come un’onda calda, gli arrivò alle narici il profumo di lei. Gli aveva dato l’impressione di essere una persona sporca, trasandata, volgare, e invece quell’odore sapeva di pulito, di tenero, infantile: era il profumo delle cose che lo avevano circondato quand’era ragazzo: verbena, lavanda, gelsomino, un fondo di arance amare, una vena di cuoio. Ma c’era probabilmente dentro anche l’odore unico e irripetibile di quella pelle fragrante che sapeva rievocare speranze inespresse, giornate spensierate in compagnia di Lei, progetti arditi per un futuro lontanissimo che appariva però, allora, come una terra facile di conquista. Note brevi e poi più lunghe, persistenti, rassicuranti come una carezza sincera, un sorriso dolce, un abbraccio.
Si accorse che si era messo a fissarla da qualche minuto. Sì, avrebbe voluto improvvisamente stringerla a sé, in uno slancio del tutto irragionevole, vergognandosi persino, subito dopo, di averlo anche solo pensato. La ragazza, che nel frattempo si era messa gli auricolari per ascoltare l’iPod, sentendosi osservata, squadrò l’uomo con i suoi occhi verdazzurri. Passarono alcuni secondi, eterni, in cui lei sbatté più volte le palpebre. Poi gli disse a voce alta:
«Ma che cazzo ti guardi?»

30 pensieri su “Sulla panca di pietra serena

  1. guido mura – Milano – Ho svolto varie attività: insegnante precario di lingua e letteratura italiana all'Università, bibliotecario, insegnante d'informatica, fotografo digitale. Ho pubblicato brevi saggi di letteratura e di varia cultura, in vari libri e riviste. Mi diverto a scrivere e pubblicare testi narrativi e poetici; talvolta compongo musica. Attualmente vivo a Milano. Gestisco il blog guidomura.wordpress.com e https://biblioscalo.wordpress.com/ Biblioscalo è presente anche come gruppo Facebook - Ora mi trovate anche su Facebook, LinkedIn, Instagram, Google+, Pinterest, sul mio canale youtube e sul sito musicale https://guido-mura.jimdosite.com/. Trovate la mia musica su Spotify, Deezer, Youtube e molte altre piattaforme.
    guido mura il scrive:

    Briciola di genio… direi. Racconto dolceamaro, perché nel latte c’è poco zucchero e un bel po’ di caffè.

  2. laziasa – "Zia si nasce, non si diventa". E (citando il grande Totò) ".. io, modestamente, lo nacqui". Un ruolo da sempre ingiustamente sminuito, non considerando che si "tiene d'occhio" non solo i nipoti, ma anche tutta la famiglia che ci sta dietro! - Non sopporto i "furbi".
    laziasa il scrive:

    Bello! Dolce e amaro. Un velo di ricordi filtra il presente. Ma la nuda realtà, aggressiva ed ineducata, spiazza! “«Ma che cazzo ti guardi?»”

  3. “Ma c’era probabilmente dentro anche l’odore unico e irripetibile di quella pelle fragrante che sapeva rievocare speranze inespresse, giornate spensierate in compagnia di Lei, progetti arditi per un futuro lontanissimo che appariva però, allora, come una terra facile di conquista. Note brevi e poi più lunghe, persistenti, rassicuranti come una carezza sincera, un sorriso dolce, un abbraccio”…uaoo…una narrazione da brivido!!!!!!!!!

  4. nunziassuntadaquale – Roma – Osserva e Ricorda. Le immagini scorrono veloci davanti allo sguardo, a volte distratto. Osserva: sensazioni ed emozioni, scivolano addosso, come pioggia leggera e non lasciano traccia, solo una vago sentore di umido...ma osserva meglio, concentra il tuo pensiero su ogni breve istante della tua vita e ricorda... Ricorda la gioia e il dolore. L'emozione che ti avvolge, la disperazione che ti affossa in un abisso buio e profondo. Ricorda le parole, i sorrisi, gli sguardi minacciosi, l'Amore e l'Odio. La Vita e la Morte. Osservo il mondo e traduco i pensieri in parole... http:negliocchienelcuore.wordpress.com
    nunziadaquale il scrive:

    …ammazza che finale! poverino, ci deve essere rimasto proprio… male (per non usare un’altra espressione forse più in sintonia con il gergo della ragazza)!

  5. sherazade – rome, italy – "So qual'è il prezzo per conoscerti, e anche se posso sembrare riluttante a investire tutto quel patrimonio in una persona sola, non sopporterei l'idea di morire con tutto quel patrimonio"
    sherazade il scrive:

    Costruire un racconto alla perfezione, dal portico ‘sereno’ all’invettiva finale.

    sherawithcompliments

  6. penso che ad averlo attratto fosse quell’odore di libertà quel desiderio a volte represso che invidiamo ad alcuni soggetti in parole povere il battersene l’anima di tutto e di tutti Forse lui se si fosse sentito libero,non avrebbe avuto il suo profumo ciao

  7. graziagardenia – Badia Polesine (Rovigo) Italia – Amo leggere, scrivere, cinema, musica classica, viaggi. buona conversazione. I miei autori preferiti sono. Dostoevskij, Tolstoj, le sorelle Bronte, Flaubert, Elsa Morante, Irène Némirovsky, Ernest Hemingway, Georges Simenon, E.A. Poe, Sandor Màrai, solo per citarne pochi fra i tanti Adoro Nietzche e Heidegger, in fatto di filosofia. Ascolto musica di Bach, Mozart, Chopin, Beethoven. Mi occupo, GIORNALISTA FREELANCE, di critica letteraria e critica d'arte per il quotidiano veronese L'ARENA
    graziagardenia il scrive:

    perché non si vede il mio commento?

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  8. graziagardenia – Badia Polesine (Rovigo) Italia – Amo leggere, scrivere, cinema, musica classica, viaggi. buona conversazione. I miei autori preferiti sono. Dostoevskij, Tolstoj, le sorelle Bronte, Flaubert, Elsa Morante, Irène Némirovsky, Ernest Hemingway, Georges Simenon, E.A. Poe, Sandor Màrai, solo per citarne pochi fra i tanti Adoro Nietzche e Heidegger, in fatto di filosofia. Ascolto musica di Bach, Mozart, Chopin, Beethoven. Mi occupo, GIORNALISTA FREELANCE, di critica letteraria e critica d'arte per il quotidiano veronese L'ARENA
    graziagardenia il scrive:

    Sempre grande, Briciola.
    Grazia (nostalgica del nostro racconto a quattro mani)

  9. come sempre un racconto ben costruito e piacevole da leggere.
    anche le foto che precedono il post son sempre suggestive. sono di un tuo archivio personale e poi le ritocchi con photoshop o le recuperi dal web?
    alberto

    • Le immagini le cerco un po’ ovunque nel web. Spesso per trovarle ci metto molto tempo perché ne vaglio tantissime. Devono infatti darmi innanzitutto un’emozione, e poi devono trovarsi in sintonia, anche sinestesica, con il contenuto del post.
      DI solito non le ritocco mai limitandomi piuttosto a ritagliare l’immagine per dare l’accentuazione che ricerco.
      Grazie Alberto.

  10. come sempre un racconto ben costruito e piacevole!! ti leggo sempre con piacere. anche le foto che precedono i racconti sono sempre suggestive. sono di un tuo archivio personale e le ritocchi con photoshop o le recuperi sul web?
    alberto

  11. Alessandra Bianchi – Mi chiamo Alessandra Bianchi. Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento. Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito. Il libro costava 12 euro. Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.
    Alessandra Bianchi il scrive:

    Questo è da cancellare: STUFF? O STAFF

  12. Alessandra Bianchi – Mi chiamo Alessandra Bianchi. Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento. Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito. Il libro costava 12 euro. Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.
    Alessandra Bianchi il scrive:

    Grande poesia.

  13. Siamo abituati a vedere donne bellissime e affascinati che stregano uomini e donne. Però a volte anche quelle che apparentemente non sembrano stuzzicare le emozioni, nascondono tra le loro pieghe delle sensazioni inimmaginabili.
    Bellissima la chiusura che gela lo staff.

    • Grazie per il reblog.
      Fai un lavoro davvero interessante. Certo non soffri di claustrofobia, a lavorare tra quattro mura… 🙂

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