«Qualcosa non va?»
«No no, tutto ok, grazie. È che, se non si mescola a lungo, lo zucchero di canna non si scioglie bene e rimane sul fondo.» Trascorsero altri cinque minuti, l’uomo stava ancora muovendo in circolo il cucchiaino in modo ipnotico.
«Sì, ma quando lo zucchero si sarà finalmente sciolto tutto, il caffè sarà freddo» osservò Oreste che non riusciva a capacitarsi. L’uomo non stava neppure a sentire: mulinava la posata, in modo lento e metodico, assorto nei suoi pensieri. Passarono altri minuti e nel bar si era fatto un silenzio imbarazzante. Oramai si sentiva solo lo sbattere del cucchiaino contro le pareti della tazzina. Il Conte Lodo Tederighi Baldi con una mano in tasca e l’altra a lisciarsi un baffo si avvicinò un poco e azzardò con ironia:
«Credo che alla fine ci farà il buco in quella tazzina…» L’uomo mescolò ancora poi estrasse il cucchiaino dalla tazza e lo posò sul piattino. L’uomo strinse la tazzina per il manico, ma poi ci ripensò; riprese il cucchiaino e, infilatolo nel caffè, prese a girarlo nuovamente in modo cadenzato. Il coro degli astanti fu all’unisono di disappunto. Molti, a quel punto, si avvicinarono allo strano tipo con curiosità, altri girarono la sedia per vedere meglio, uno, addirittura, spense il televisore per non distrarsi.
L’uomo, trascorsi altri interminabili attimi, ripose nuovamente il cucchiaino sulla tazzina afferrando delicatamente con due dita il manico della tazzina. Ci fu un attimo in cui tutti i presenti trattennero il respiro. Poi il cliente staccò finalmente la tazzina dal piattino per portarla alla bocca, ma, all’improvviso, con uno scatto secco, rovesciò il caffè dietro alle sue spalle centrando tre o quattro persone che, raggiunti dal liquido, cominciarono a bestemmiare e a inveire. L’uomo rimase immobile, con un’espressione disgustata.
«E adesso che c’è?» chiese Oreste che ancora non si era ripreso dalla scena cui aveva appena assistito.
Il cliente schioccò rumorosamente la lingua battendola più volte contro il palato; e sospirò:
«Lo sapevo io: è amaro! Lo zucchero non si è sciolto bene!»
* * * * *
ahahah…quello che si dice un caffè al volo!!!
CIAO
Aveva ragione. Lo zucchero di canna va mescolato per bene. Così imparano quegli impiccioni di avventori a stare alle sue spalle.
Deliziosa come sempre.