«Sono proprio contenta» disse Clara all’amica facendo un breve cenno con la testa verso il salotto dove la madre anziana stava prendendo il tè in compagnia.
«Certo, di questi tempi, trovarne una proprio fidata – fidata… ma come hai fatto? Racconta!» le chiese Gianna dandole un pugnetto che appena sfiorò la spalla.
«Guarda… a essere sincera, è stata Matilde…»
«Ma non è quella con cui…»
«Sì, ma cosa vuoi che ti dica, poi abbiamo chiarito, era stato solo un banale malinteso…» precisò subito pentendosi di aver tirato fuori di nuovo quell’argomento. Poi osservò la madre che stava chiacchierando amabilmente, come faceva un tempo, e ne provò sollievo e soddisfazione. «Bene, allora, stavo dicendo…? Ah sì, è stata Matilde che me l’ha consigliata perché lei, a sua volta, sapeva da una amica di sua sorella che si era trovata non bene, di più: benissimo.»
Gianna sorrise compiaciuta e, poi, abbassando la voce sussurrò: «e ti è costata molto?»
«Mah… a dire il vero, mia cara, sai, con quello che fa mio marito, non è certo un problema di soldi…» disse con malcelato orgoglio calcando il tono sulle parole ‘non è un problema di soldi’. «È che, se si pretende serietà e affidabilità, allora non bisogna pensare affatto al risparmio…» e con la mano sottolineò l’evidenza di quanto appena sentenziato.
«No, no non bisogna pensarci affatto…» ribadì Gianna non accorgendosi che stava rifacendo il verso all’amica.
«E i vantaggi, inoltre, sono tanti e tali, ti assicuro, che ne vale la pena: io e Aldo, del resto, siamo sempre così tanto impegnati…»
Gianna invece di annuire fece involontariamente di no con la testa ben sapendo che gli impegni dell’amica si dividevano tra il corso di pilates, il rinomato centro estetico del Palace Hotel e le partite di burraco con le amiche del Circolo. «Però i sacrifici, alla fine, sono ben ripagati se questi sono i risultati…» ribadì Clara con un teatrale gesto del braccio come se non indicasse solo la madre accudita dalla badante, davanti a sé, ma tutta il salotto, l’intera villa di cinquecento metri quadrati e il parco annesso, compresi piscina e campo da tennis. «Mi spiace però che hai deciso di non voler rimanere per una fetta di torta…» fece lei con misurato disappunto. «Se vieni di là, te la faccio conoscere: vedrai, ne rimarrai entusiasta… così magari anche tu, un giorno…»
«Oh no… non potrei davvero permettermela. Comunque si è fatto tardi, ora devo proprio andare…»
«Così presto?» chiese pressoché a se stessa Clara accompagnandola in modo un po’ troppo sollecito all’uscita. E mentre l’amica le stava aprendo la porta, Gianna disse ancora sottovoce: «secondo te, prima o poi, se ne accorgerà tua mamma che la badante è solo un robot?»
Clara si voltò a rimirare la scena. Sospirò: «beh, spero davvero di no.»
Archivi tag: amiche
Vendetta tremenda vendetta
Clara si era fermata a osservare l’amica mentre stava imbustando della frutta.
«Mi vuoi spiegare con stai facendo?» le chiese con aria di rimprovero.
«Sto comprando delle mele, non vedi?» rispose lei senza guardarla.
«Sì ma alle mele stai mischiando le pere, come fari a pesarle?»
Paola tirò su la busta di plastica trasparente per controllare meglio, poi alzò gli occhi al cielo:
«Gesù… non ci sono più con la testa.»
«Si può sapere cos’hai?»
«Luca mi ha lasciato» confessò lei di botto assumendo un’espressione persa e confusa.
«Adesso però non dirmi che me lo avevi detto!»
Clara non aprì bocca, cercando solo di abortire un sorriso che le stava spuntando sulle labbra. Poi aggiunse:
«E quando è successo?»
«Una settimana fa.»
«È per questo che non ti sei fatta più viva?»
Paola cercava nervosa le pere nel suo sacchettino, ma non riusciva a individuarle. Quindi continuò:
«Ah, ma non gliel’ho fatta mica passare liscia.»
«Cos’hai combinato?»
Paola sorrise beffarda: «Mi sono infilata di nascosto nei gabinetti degli uomini dell’iper di Lughi, dei supermercati Brannad di Collefili e Capoglossa e in quelli di un paio di stazioni ferroviarie.»
«A far cosa?» domandò Clara stupefatta.
«Con un pennarello indelebile ho scritto sul muro ‘Maschio voglioso, superdotato, disponibile per ogni capriccio di soli uomini anche gratis. Chiamare a qualsiasi ora’. E poi ho scritto il numero del suo cellulare, quello di casa e del suo ufficio.»