Lo spezzatino alle mille erbe

Paulo abbassò lentamente davanti a sé il quotidiano in lingua spagnola. Andava apposta a quel bar perché lo trovava già sul banco frigo, appena acquistato dal titolare. E, al mattino presto, nessuno lo aveva ancora letto.
«Adesso ho capito chi ha cucinato il piatto speciale del giorno, martedì alla mensa…»
«Eh?» riemerse Kenny dal compulsare il suo cellulare grattandosi una guancia. Kenny aveva sempre le mani in faccia. Per aggiustarsi gli occhiali, toccarsi il naso, stropicciarsi una palpebra. Paulo non ricordava di una foto che ritraesse Kenny senza che il viso fosse parzialmente coperto da una sua mano. ‘È proprio strano’ pensò in quel momento.
«Ti stavo dicendo che ho appena capito chi ha cucinato martedì a pranzo quel piatto che ti è piaciuto tanto…»
«Lo spezzatino alle mille erbe?» fece Kenny poggiando il telefonino sul tavolo accanto alla tazza del caffè.
«Proprio quello.»
«Mai mangiato niente di simile. Peccato che non l’hai voluto assaggiare…»
«Sono vegano, lo sai…»
«Sì, lo so, ma davanti a una cosa simile, potresti anche ravvederti…»
Paulo lo guardò male. Ma poi gli sorrise. Era Kenny “maninfaccia”. Lui era così: quello che pensava diceva, senza filtri, come i bambini.
«Pensa che sono andato dalla mia amica in cucina, Mina» raccontò Kenny con un’espressione estasiata «e mi sono fatto dare dello spezzatino pure un doggy-bag per mia moglie così magari capiva come si faceva e me lo rifaceva…»
«Ed è piaciuto anche a lei, mi pare di capire…»
«Altroché, anche il bambino più piccolo se l’è mangiato tutto, sai? Che ancora non ha neppure tutti i denti.»
Paulo aveva ripreso a leggere il giornale, sfogliando con calma le parti interne.
«E allora chi l’ha preparato?»
«Cosa?» chiese Paulo con aria sorniona.
«Lo spezzatino alle mille erbe, no?» rispose Kenny con aria un po’ scocciata mettendosi l’indice in un orecchio.
«Ah, quello… È stato Angela!»
«Angela?»
«Angela!»
«Ma chi, quella moretta, scura di carnagione, con gli occhi sempre bassi e che non sai mai quello che pensa?»
«Proprio lei…»
«Ma non dà mai confidenza a nessuno…»
«E questo cosa c’entra con la ricetta dello spezzatino alle mille erbe?» obbiettò Paulo bevendosi un altro sorso del suo frullato.
«Sì, hai ragione, c’entra poco… però c’entra con il fatto che tu sia venuto a sapere che lo ha preparato lei.»
«Se è per questo è scritto sul giornale!»
«Addirittura? Le hanno dato un premio?»
«Non proprio. Le daranno qualcos’altro.»
«E cioè?»
«Forse l’ergastolo.»
«Non capisco.»
«Qui dice che dopo sette anni di convivenza il fidanzato l’ha mollata all’improvviso per un’altra…»
«E allora?»
«E allora lei non ci ha pensato due volte: l’ha accoltellato.»
«…»
«Si è liberata di alcune parti del corpo e con il resto ci ha fatto lo spezzatino. Alle mille erbe. Hanno trovato un dente del fidanzato nel frullatore…»

Il racconto creepypasta: Una musica divina

pianoPioveva forte. In alcuni momenti scrosciava così rapidamente che, pur all’interno della mia macchina, avevo la precisa sensazione di affogare. Il tergicristallo mi gridava di non poterne più, ma i miei pensieri erano altrove.
Appena dopo il confine, una frana si era portata via mezza collina. Un uomo con una mantella gialla che gli copriva tutto il corpo lasciando scoperto solo l’ovale di un viso fradicio, era sbucato dal muro d’acqua come un sopravvissuto.

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Il racconto creepypasta: Pandora

scheletriTutto cominciò con il cane del dott. Merrymore: una femmina di dobermann di due anni, dal passo felpato e dallo sguardo lucido. Sì, lo ricordo bene, iniziò proprio da lei. Mi ricordo anche del cielo: era vuoto perché la luna era nuova e la sua faccia scura si confondeva con la profondità della notte che sembrava averla ingoiata; di solito le stelle la fanno da padrone in nottate così, giusto per acquietare la claustrofobia del buio opprimente. Ma non in quella notte: il buio era assoluto.

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