Regali che stress

In questo periodo il regalo è uno stress. Chi è organizzato ha saputo pensarci per tempo, persino subito dopo le feste dell’anno scorso, con certosina pazienza e gesuitica caparbietà. Conosco una persona che si appunta i regali ricevuti e quelli fatti per poterli poi scegliere all’occorrenza in modo accurato per non essere ripetitivo. Ne conosco un’altra che compra regali in sovrappiù casomai capiti all’ultimo momento il conoscente, il vicino con il regalo inaspettato. Nello stipetto del mobile bar c’è il ‘regalo jolly’: basta compilare il bigliettino di auguri lasciato in bianco, come un assegno da post datare, e voilà il Natale è servito. Invece ci sono quelli disorganizzati che fanno tutto all’ultimo momento senza un minimo di metodo, all’impronta, strapagando ciò che comprano e che era stato a sua volta scartato da coloro che erano stati previdenti. Fai loro il regalo e loro non se l’aspettano. Te lo faranno l’anno successivo quando a non aspettartelo sei tu e così via ad anni alterni. E che dire se in una coppia sono un vecchio amico di lui, ma conosco bene anche la moglie? Devo fare due regali oppure un regalo solo per la casa che sicuramente si rivelerà inadatto visto i gusti insondabili della consorte o penso solo a lui inimicandomi definitivamente la moglie? Ma il vero stress sono i regali che non piacciono. Perché è la solita cravatta, perché è qualcosa che non useresti mai se non dopo aver cambiato sesso. E allora che fare? Si buttano nello scatolone a impolverarsi nel sottotetto rimandando nel tempo il loro destino, già peraltro segnato, o si cade nella torbida tentazione di riciclarli? E se l’amico viene a casa e non trova il cesto di frutta in pvc che ti ha regalato con tanta gioia? E che dire della croce in ferro battuto con cristomorente di due metri per tre opera del Maestro Taldeitali che ti ha regalato mammà per ravvivare la camera da letto? Il tuo collega potrebbe offendersi se, facendoti un’improvvisata, non trovasse accanto al Mac il coprimouse a forma di gruviera eseguito all’uncinetto dalla sua gentile signora. Così ho deciso: niente più regali né da fare, né da ricevere. I regali li faccio solo a me senza dover aspettare la scusa di una festa da santificare per forza o un parente illuminato dal bagliore della santa cometa. Mi fingo misantropo, misogino, persino licantropo. Potrebbe essere addirittura l’inizio di una nuova moda.

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