La compostiera può essere un’ottima alleata per chi fa andare anche solo un giardino.
Non solo è ecologica e può mettere a disposizione humus ricco di elementi nutritivi per il terreno dove può essere immesso (In particolare il compost aiuta ad aerare il terreno scongiurando le malattie delle piante e trattenendo l’umidità del suolo), ma consente anche di evitare la difficoltà di dover smaltire la maggior parte dello scarto che un terreno produce.
Cosa smaltire nella compostiera
Io qui riporto la mia personale esperienza sul tema e che mi ha consentito di ottenere anche della buona terra a costo nullo utilizzando, in cambio, via di principalità:
sfalci d’erba;
- foglie secche;
- frutti maturi non raccolti;
Inoltre durante l’inverno le stufe producono molta
- cenere, in parte la mischio al terreno perché contiene minerali preziosi (–> Quale cenere di legna usare nel nostro orto) e in parte la metto appunto nelle compostiere.
ma inserisco anche:
- carta (non trattata come quella per fotocopie), cartoni, fazzoletti, fogli di giornale (la stampa non usa più piombo giusto i divieti sul punto), il tutto accuratamente sminuzzato.
Suggerisco invece di evitare di aggiungere materiale organico (come scarti di carne e di pesce, piccoli animali morti…) in quanto va inevitabilmente in putrefazione attirando mosche e altri animali (faine, volpi, gatti, topi…) con produzione di odori sgradevoli.
Vanno evitate a mio avviso anche pasta cotta, bucce di formaggio e il pane (per i topi e le mosche) considerato che al cibo cotto viene aggiunto di solito il sale che rimane nella compostiera rallentando o impedendo la fermentazione.
Meglio infine evitare anche le bucce di banana, pesca e arancia perché possono contenere residui di pesticidi, così come non vanno compostate le piante malate.
Quale compostiera
Personalmente ho quattro compostiere di plastica.
Il numero è proporzionato alla resa di scarto considerato che, grosso modo, una compostiera da 300 lt è sufficiente per circa 400/500 mq di terreno (circa 1,5 mq per lt e quindi per 1.000 mq di giardino possono bastare due compostiere da 300 o da una 300 e una da 400 lt).
Quella appena dato è un criterio di massima, orientativo, ma è chiaro che vi può essere una proporzione diversa.
Suggerisco per ciò di iniziare con una compostiera sola e poi via via di acquistarne altre nel tempo fino a quando si capirà, dopo un po’ di pratica (utilizzando i contenitori a rotazione) di quanti composter abbiamo bisogno per eliminare tutto o gran parte dello scarto prodotto.
Con l’esperienza ho capito che le compostiere da me acquistate non sono da ritenersi ottimali; non consentono infatti un buon ricambio d’aria al loro interno, invece necessario, (sarebbe utile avere delle prese laterali e sul coperchio) e sono di disagevole svuotamento (porticina in basso piccola) oltre che di difficoltoso rivoltamento (apertura angusta).
L’ideale sarebbe costruirsela, come si può apprendere da diversi video che si trovano in rete (ne ho scelto, tra i tanti, uno, –> Come costruire una compostiera). Non è però una cosa semplice.
Ricordati che la compostiera è sempre meglio tenerla lontano da casa (il compost in fase di biodegradazione può raggiungere una temperatura superiore a 50 C° a causa delle fermentazione oltre a produrre anidride carbonica) e va posizionata possibilmente non in piena ombra né in pieno sole. La regola è che deve stare all’ombra d’estate e al sole d’inverno. L’ideale è all’ombra di un albero che perda le foglie d’inverno. L’eccessivo calore esterno può essere nocivo per i microorganismi che contribuiscono alla formazione del compost.
L’alimentazione della compostiera
Per poter procedere in modo corretto al riempimento della compostiera occorre aggiungere gli strati di materiale per gradi (a mio avviso non vi è preferenza di materiale anche se si consiglia di solito creare dapprima un fondo drenante perché l’acqua in eccesso possa fuoriuscire più facilmente dal composter).
Io mi regolo invece nel senso di inserire subito il materiale che ho a disposizione in quel dato momento senza troppi complimenti. Preferisco fare piuttosto attenzione alla fase di rimescolatura del materiale. (da attuare ogni settimana circa).
L’erba da sfalcio andrebbe inserita solo una volta asciutta in quanto appena tagliata è troppo umida e acida.
Questa operazione di stoccaggio temporaneo la trovo però laboriosa in quanto l’accumulo di erba tagliata occupa spazio, per non parlare del tempo necessario per la sua asciugatura e il suo successivo inserimento nella compostiera.
Anche l’erba la conferisco subito nei composter appena la tolgo dal serbatoio del tosaerba; cerco semmai in un secondo momento, come ho detto prima, di rivoltare gli strati sottostanti lasciando magari aperta la compostiera per qualche tempo. Cerco poi, quantomeno, di evitare di tagliare l’erba quando è bagnata o umida.
Un trucco molto pratico da utilizzare per una stratificazione bilanciata è il seguente: poiché la cenere è un abbattitore di acidità (vedi lo schema in fondo alla pagina) e viene raccolta in un periodo diverso dell’anno (inverno) da quello in cui si praticano i tagli dell’erba (estate) io la conservo in alcuni contenitori; all’occorrenza l’avrò a disposizione in estate per mischiarla con l’erba, previo rimescolamento dei materiali già presenti ristabilendo l’equilibrio tra PH acido e PH e alcalino.
Quanto al fondo drenante, poi, va detto che lo stesso è compatibile non con un uso della compostiera come qui descritto e da me fatto — che comporta infatti lo svuotamento parziale a parziale maturazione avvenuta del materiale — ma con la maturazione di tutto il materiale presente nel contenitore.
La trasformazione del compost inizia infatti dal basso ove diventa maturo prima degli strati soprastante. Una volta tolto questo strato dalla compostiera quello successivo e più in alto sarà giocoforza diverso da quello che precede.
Cerca, piuttosto, come ti raccomando, di mischiare il compost con una pala (o un forcone) giusto per amalgamare gli strati (l’ossigenazione del compost è fondamentale insieme alla necessità di garantire la circolazione dell’aria e il drenaggio dell’acqua in eccesso); inoltre, se possibile, alterna gli strati secchi a quelli umidi in modo da accelerare il processo di biodegradazione.
Attraverso i fori situati sul fondo della compostiera i lombrichi e gli altri insetti detrivori (come i porcellini di terra, i collemboli, cetonie e i millepiedi) normalmente presenti nella terra (nel mio terriccio ci trovo soprattutto lombrichi, cetonie e porcellini di terra) entreranno nel compost contribuendo al processo di decomposizione; questo processo, è bene ricordarlo, è lungo e laborioso.
Per attivare il compostaggio può essere utile impiegare terriccio d’orto o di bosco per la carica batterica di cui sono dotati o anche un po’ di lievito.
Se la compostiera non genera calore significa che il processo di degradazione degli scarti sta terminando oppure che gli scarti si sono asciugati troppo. La “porosità” del compost deve essere tale da garantire un ricambio d’aria tra gli strati per cui è necessario aggiungere rametti di legno, foglie e trucioli.
Carta, aghi di pino, foglie secche e legno (ma anche filtri per caffè, fondi di caffè e gusci d’uovo) hanno un alto contenuto di carbonio, mentre gli sfalci di prato (ma anche i fiori, foglie verdi, scarti di frutta e verdura) apportano più azoto (la cenere è perlopiù calcio e potassio, vedi lo schema in fondo alla pagina) almeno per il 70%. Il rapporto di carbonio/azoto deve essere di 3 a 1.
Occorre poi un giusto apporto di umidità per lo svolgimento delle reazioni microbiche. Se trovi che il materiale è asciutto mescolalo con quello umido. Controlla ogni tanto che il compost non si stia seccando e intervieni di conseguenza come detto. Io, ogni tanto, aggiungo anche acqua con l’annaffiatoio, q.b. o lascio aperta la compostiera.
E’ bene aggiungere anche del fertilizzante per arricchirlo di minerali. Io Io uso la pollina (–> pollina concime, ma va bene anche altre sostanze similari.
Il materiale prima di essere immesso nella compostiera va sminuzzato in modo che i
microorganismi e i lombrichi possano demolirlo più rapidamente (ma anche per diminuire il volume del materiale all’interno dei composter).
In particolare, il legno si degrada molto lentamente a differenza di altri materiali vegetali come l’erba o le foglie; un trituratore potrebbe essere utilmente adoperato per questa finalità.
Per le foglie va benissimo raccoglierle usando un tosaerba che provvederà a spezzettarle. Oltre ad essere più facile in questo modo pulire il giardino si potrà avere un materiale più minuto. Affetta grossolanamente anche i frutti quando li inserisci nel composter anche se è sufficiente usare la pala per farlo.
Qualora si sentono cattivi odori (ammoniaca) la soluzione da adottare è aggiungere una certa quantità di materiale secco (legno, foglie secche, carta, torba e paglia) in modo che vi sia assorbimento, ma va bene anche un po’ di calce.
Lo svuotamento
Svuota la compostiera periodicamente per permettere l’inserimento di nuovo materiale di scarto dall’alto. Il tempo di trasformazione del materiale immesso è di circa sei mesi/un anno, anche se, è bene saperlo, i materiali di compostaggio si decomporranno a velocità diverse.
Non è necessario però, come si è scritto, aspettare che tutto il materiale immesso sia pronto nella sua interezza. Siccome il riempimento avviene per gradi e per tempi successivi (considerato che, come si è visto, la maturazione avviene dal basso) puoi provvedere a una estrazione parziale ogni due/tre mesi.
Pratica lo svuotamento (parziale) con una paletta agendo sull’apertura di uscita del terriccio (porticina in basso se il composter ne è dotato) estraendo la terra che si è formata. Procurati un secchio per il successivo trasporto e stivaggio del terriccio.
Durante l’alleggerimento della compostiera, non appena si noterà nel materiale ancora semigrezzo (rami, foglie non completamente biodegradate…) occorrerà sospendere il prelievo perché siamo davanti a materiale non ancora maturo e che ha bisogno di ulteriore tempo per la trasformazione.
Una volta fatto ciò, richiudere la porticina e dall’apertura in alto occorre spingere il materiale ancora in preparazione verso il basso in modo che prenda lil posto di quello prelevato.
Bisogna metterci un po’ di forza in questa operazione, ma è importante perché consente di far scendere gli strati superiori verso lo spazio venutosi a creare; in questo modo sarà possibile procedere a un nuovo conferimento di materiale dall’alto.
Il risultato
Occorre dunque sempre tenere presente che la compostiera “riproduce” la decomposizione dei rifiuti organici che avverrebbe in natura, solo che la accelera. Per fare ciò ha bisogno di un suo equilibrio interno secondo i rapporti più sopra descritti (aiutati dando un’occhiata allo schema in fondo alla pagina):
- strati umidi/strati secchi –> rapporto 1:1;
- materiale acido/materiale alcalino, –> rapporto 1:1;
- carbonio/azoto, –> rapporto 3:1 (per andare sul pratico: un terzo verdi e due terzi marroni). La struttura dei materiali marroni consente all’ossigeno di penetrare e nutrire gli organismi detrivori dando “porosità” al composto. Azoto in eccesso crea una massa anaerobica densa, di odore sgradevole e in lenta decomposizione. Un buon compostaggio prevedere coprire materiale fresco ricco di azoto (erba), con materiale ricco di carbonio.
Le parole d’ordine per ottenere un buon compost sono dunque: umidità (ma il composto non deve essere zuppo o fradicio), calore (non eccessivo), areazione (tra gli strati) tramite rivoltamento), ossigenazione (per porosità), drenaggio dell’acqua.
Se si è lavorato bene sarai premiato con abbondante terra a costo zero (potranno riempirsi circa sei secchi per ogni terzo di compostiera) e fertile (come comprova la presenza dei lombrichi cui prima si è fatto riferimento) e avremo dato una mano all’ambiente il che, come si sa, va a vantaggio di tutti.
Il compost non va usato “puro” ma possibilmente mescolato ad altro terriccio o alla terra.
Infine occorre ricordarsi di conservare il compost ottenuto in contenitori di materiale plastico, da tenere ben chiuso in modo che si mantenga umido. Conserva i contenitori in luoghi riparati dalla pioggia.
Ricapitolando
Per meglio fissare quanto si è più sopra scritto in relazione alle proprietà chimiche del terriccio da compost ecco un’infografica.
Cliccando sull’immagine è possibile vedere lo schema a grandezza naturale
clicca sull’immagine per ingrandirla
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