La priorità logica del gravame. Conclusioni

E questa specificità deve poter procedere — perché l’ordine aiuta sempre sia l’esposizione che la comprensione dell’esposizione – per logicità e priorità argomentative, ma anche per punti e per macropassaggi.

Se si vuole far valere l’illegittimità del comodato perché simula un contratto di locazione non registrato occorre tener conto di quello che ha scritto sul punto il giudice, ma anche di quello che si vuole invece far valere, supportando le proprie argomentazioni in modo chiaro con evidenze probatorie a sostegno, con le inferenze logiche, con quanto ammesso o non contestato da controparte. E la richiesta della restituzione di quanto pagato deve seguire e non precedere la contestazione del titolo che aveva invece legittimato il pagamento, indicando e criticando punto per punto tutti i passaggi della sentenza che si siano discostate da quanto voluto.

Demolire insomma per poi ricostruire. E ricostruire partendo però prima dalle fondamenta, poi dai muri per arrivare al tetto.

In conclusione: la sentenza va censurata in modo corretto, efficiente ed efficace, secondo priorità logico argomentative.

Ma va censurata non solo per quanto ha statuito ma anche (e soprattutto) per quello che non ha detto che è la parte oscura che può sfuggire all’attenzione di chi chiede un nuovo giudizio di grado di appello. Il perimetro del processo dal punto di vista sostanziale, a parte la qualificazione della domanda o dell’istituto che spetta al giudice ma pur sempre sulla base di quanto prospettato dalle parti in causa, nasce da quanto richiesto dalle parti.

Spetta quindi all’appellante ricondurre il giudice sui propri passi ogni qualvolta si accorga che lui si è discostato dal perimetro delineato nei propri atti e se non lo fa scientemente, se si tratta di un effetto non voluto, perderà in tutto o in parte la causa prima ancora che intervenga la decisione di appello.
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