Fagiolino – Dietro al racconto

Il racconto Fagiolino prende in giro una certa politica superficiale e cinica, di paese, mettendo in evidenza (e in ridicolo) alcuni aspetti e vizi che altrove prendono (purtroppo) forma più sofisticata e attenta. L’atmosfera è quella che si può ritrovare in qualche pagina di Guareschi o più recentemente di Malvaldi (in particolare per l’uso dell’ironia).

Per la verità era da parecchio che volevo scrivere una storia su di un cannone. È strano come a volte un soggetto si imponga di prepotenza alla creatività di chi scrive a prescindere dalla trama che lo possa trattare. E come se il soggetto insistesse nella mia testa nel dirmi “parla di me, parla di me” desiderando in questo modo prendere vita o avere un suo spazio di visibilità.

A me per la verità piacciono molto le armi, in particolare quelle antiche e non ho fatto fatica quindi a pensarci sopra. Così oggi (anzi ieri) mi è venuta in mente questa storia un po’ buffa che, come accade spesso ultimamente, avevo in mente solo per una parte e che ho completato mentre la scrivevo per la prima volta.

Del perché Tina chiami il Sindaco nell’intimità il ‘suo’ Fagiolino lo lascio alla libera interpretazione (o alla eventuale malizia) di chi legge.

La foto che volevo mettere inizialmente a corredo del post è questa qui sopra, come per dire “e adesso sono cavoli…” proprio per alludere alla decisione del Sindaco, nella storia, di voler a tutti i costi “sfruttare” il ritrovamento del cannone ai fini politici (con effetti poi risultati disastrosi). Si tratta di una mia foto, “rubata”, mentre venerdì, passando per il reparto di frutta e verdura, facevo la spesa settimanale al supermercato. Vado matto per i colori e, ogni volta che vedo accostamenti cromatici insoliti o forti, non resisto e ne sono attratto.

Poi però ho pensato che non sarebbe stata una immagine adatta per il racconto sicché ho preferito inserire la foto di una scultura di Viktor Hulik che si intitola Cumil e che si trova a Bratislava in Slovacchia: mi piace molto, perché originale ed espressiva.

È stata installata sulla pubblica via nel 1997 e, secondo alcuni, rappresenta un soldato che esce da un tombino mentre secondo altri l’uomo starebbe sbirciando sotto le gonne delle signore; per altri ancora è una spia in fuga (ma allora perché non esce dal tombino in fretta anziché fermarsi a sorridere?) o un uomo che ha ripulito la fogna (per saperne di più, anche per gli altri lavori di Hulik —> Bratislava).