Per poter padroneggiare la scrittura è essenziale l’uso corretto delle parole (se n’è parlato anche in altre pagine di questa stessa Sezione –> Il valore delle parole e anche –> Lo spazio negativo tra le parole).
Un’affermazione di questo genere può anche apparire banale e scontata per la sua evidenza.
In verità se si va a verificare quello che è il nostro patrimonio conoscitivo in punto di accezione dei termini da noi usati potremmo avere non poche sorprese.
Infatti raramente, quando si apprende una nuova parola (per pigrizia o perché pensiamo di non averne bisogno), si va a leggerne il significato sul vocabolario oppure ci si consulta con gli appositi siti online. Il più delle volte ci accontentiamo di estrapolarne il senso dal contesto di riferimento della frase sentita o letta e gli diamo un ‘nostro’ significato che non sempre è quello esatto.
Questo accade perché la parola potrebbe avere in realtà una sfumatura più complessa di quella che crediamo, mentre il contesto ne ha messo in luce solo una parte oppure potremmo non aver compreso appieno il contesto stesso o, il che è anche peggio, è il soggetto che ha impiegato quella determinata parola ad averla utilizzata a sproposito.
Il che può voler dire che la maggior parte dei significati che attribuiamo alle parole (alludo a quelle meno comuni) sono per lo più inesatti o quantomeno incompleti.
Se questo può non costituire un problema nella vita di tutti i giorni perché si ha sempre un modo per farsi capire e di pilotare il discorso, ben diversa può essere la situazione se ci si vuol divertire a scrivere o si vive di scrittura: la proprietà del linguaggio diventa un’opzione fondamentale.
Per fare una prova, sarà pertanto sufficiente prendere carta e penna e fare un elenco di una decina di lemmi scelti a caso e scrivere accanto il significato che per noi gli stessi hanno e poi a verificare su un buon vocabolario (meglio due e tre per poter avere una idea quanto più precisa possibile) per accertare quanti ‘scarti’ dal significato vero si sono realizzati.
È bene cominciare, per prenderci la mano, da una lista di oggetti non comuni (talea, corimbo, àsolo), per poi passare a concetti astratti (sarcasmo, livore, empatia) aggettivi (uggioso, cilestrino, ubertoso) o a verbi (procrastinare, tediare, estrudere). Più i termini saranno specifici, più l’imprecisione potrà pericolosamente aumentare.
Dalla constatazione della non esatta sovrapponibilità del significato reale con quello da noi conosciuto, avremo la misura dello scarto semantico anche tra ciò che avremmo voluto intendere inserendo la parola in un testo e ciò che invece abbiamo effettivamente scritto.
Siamo magari ricorsi a un determinato aggettivo per porre l’accento su un particolare aspetto e invece ecco che quel profilo specifico è andato perduto per l’inesattezza dell’accezione da noi ritenuta.
Il secondo passo che potremo fare per un miglioramento del proprio bagaglio significazionale è quello di creare una mappa concettuale delle parole a significato prossimale. Mi spiego meglio.
Le parole non sono isolate le une dalle altre, ma hanno piuttosto un proprio areale di senso che le accomuna parzialmente ad altre, distinguendole nel contempo.
Persino i sinonimi non sono mai puri, esistendo piuttosto tra loro un rapporto di maggiore o minore precisione e intensità determinativa rispetto a ciò che voglio definire.
Conoscere i confini tra le parole, ma anche quali possono essere i punti di contatto o di distanza tra loro, consente di potere acquisire le proprietà espressive che stiamo cercando.
Rimando alle seguenti pagine per illustrare alcuni esempi:
Si parla della importanza della precisazione terminologica, in questa stessa Sezione di Scrittura creativa, anche alle pagine: –> Lingua, lessico e linguaggio – Differenze tra concetti simili; –> Il valore delle parole – Dare il giusto peso a ciò che si scrive; –> Lo spazio negativo tra le parole scritte. Di cosa si tratta; –> La precisazione terminologica delle parole.
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IN CONCLUSIONE
Dunque, ricapitolando, di cosa si è parlato in questa pagina:
per poter usare al meglio le parole, che sono i mattoni di qualsiasi prodotto letterario, occorre conoscerne non solo il significato esatto, ma anche le relative potenzialità, le capacità evocative e le sfumature di senso.[space]
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