Black box

«Le garantisco che non è stata colpa mia!».
La donna era sul limitare della seduta. Se si fosse mossa anche solo di qualche millimetro sarebbe caduta a terra. I capelli ricci e neri incorniciavano un viso pallido che a sua volta evidenziava gli occhi bistrati di scuro; l’espressione era tragica, come di chi temesse per la propria vita se non fosse stata creduta.
Il perito assicuratore, dietro l’anonima scrivania di fòrmica, stava compulsando il fascicolo sul cui frontespizio color giallo-canarino campeggiava in verde il titolo sbilenco: «Sinistro stradale BY382KH». L’uomo pareva assorto nella lettura come se si trovasse da solo sulla poltrona di casa sua.
«Io vorrei chiarire invece…» fece il marito che, diversamente dalla moglie, era comodamente appoggiato allo schienale della poltrona sforzandosi di mantenere la calma «…che la vettura incidentata era la mia. Me l’ha completamente distrutta. È praticamente da rottamare. Il MIO coupé, capisce? Da rottamare!» Ora, quello più disperato, sembrava lui.
«Ti ho già chiesto mille volte scusa…» disse la moglie guardando un punto indefinito della parete di fronte, forse il calendario a muro, fermo a tre mesi prima. «Quel camion, ti ripeto, è sbucato all’improvviso tagliandomi la strada e… e… oh Dio mio, potevo rimanere uccisa e tu pensi solo alla TUA stupida macchina!»
«Stupida macchina? STUPIDA macchina?!? E allora perché hai presa la stupida macchina senza peraltro nemmeno dirmelo?»
«Te l’ho già spiegato… ero in ritardo e dovevo andare dall’estetista…» La donna era oramai prossima a scoppiare a piangere.
Il perito continuò noncurante a leggere, ancora per qualche minuto, il dossier che aveva davanti senza neppure alzare la testa o dire alcunché. Apparve persino per un attimo sulla soglia della stanza anche l’attempata segretaria; ma subito dopo se ne andò via con una smorfia indecifrabile.
«Non c’è dubbio che non sia colpa sua…» proruppe ad un certo punto l’assicuratore che regalò ai due coniugi un sorriso così cordiale da farsi subito perdonare per quel suo comportamento distaccato.
«Come dice, scusi?» fece la donna spingendosi pericolosamente ancora un po’ più avanti.
«Non è colpa di mia moglie?» domandò sbalordito il marito.
«Te l’avevo detto» gli sibilò lei velenosa.
«E possiamo anche provarlo…» fece il perito spostando alcuni elastici davanti a lui. «Vede signora, ora tutte le autovetture della marca acquistata da sua marito sono dotate di una black box…»
«Una black box? Come quella degli aerei?» chiese la donna che aveva ripreso colore in viso.
«Più o meno. Si tratta comunque, come sa, di un dispositivo elettronico dotato di un localizzatore GPS che permette di registrare tutte delle informazioni riguardanti il mezzo di trasporto e il comportamento del guidatore; interpretando il codice è possibile risalire alla posizione del veicolo e a tutti i suoi spostamenti anche minimi durante la marcia…»
«Caspita! Non lo sapevo» fece il marito. E poi rivolta alla moglie: «hai visto che ho fatto bene a comprarla? Tu che non volevi.»
«Insomma…» seguitò il perito «è possibile ricostruire pressoché tutto dell’incidente. Ed è emerso chiaramente dalla sbobinatura che la sua condotta è stata regolare ed è il camion che non ha rispettato lo stop.»
«Che sollievo» fece la donna.
Il marito fece con la bocca un verso strano di soddisfazione.
«In conclusione…» fece l’assicuratore unendo a cuspide, davanti alla sua faccia, le dita di entrambe le mani «quando fra pochi giorni la pratica perverrà sulla scrivania del nostro Direttore verrà staccato l’assegno per l’importo da lei richiesto!»
«Non ci credo!» fece il marito sempre più sorridente.
«Ci creda, ci creda… questa è una assicurazione seria, sa?» affermò il perito con un tono della voce tale però da far risultare che fosse lui per primo a meravigliarsene «e l’assegno lo invieremo ovviamente qui, in via Finlandia, 2, giusto?» chiese gettando un occhio al dossier ancora aperto.
«DOVEEE?» chiese la donna strabuzzando gli occhi.
«In via Finlandia, 2… Dalla relazione di sbobinatura della black box risulta che la vettura coinvolta nell’occorso parcheggia abitualmente in questa via. È qui che abitate, vero?»
«NOOO!!! Affatto! Noi abitiamo in piazza Toscanini, 24… In via Finlandia, 2 ci abita quella sgualdrina della sua amante!» disse inferocita la moglie alzandosi e indicando il marito alle sue spalle. E poi, rivolgendosi al marito: «Mi avevi giurato che non l’avresti più rivista» e gli assestò uno schiaffo sulla guancia così forte che i vetri della vicina finestra sembrarono tintinnare. «Sei un PORCO!» disse andandosene.
«Ma no, cara… ti posso spiegare…» mormorò il marito provando ad andarle dietro.