Zapping

Ogni volta che in televisione il programma cambiava la bambina scivolava giù leggera dal divano e pazientemente spingeva il bottone con il numero del suo canale per rimettere le cose a posto. C’erano i cartoni animati preferiti e non voleva perderli. Poi se ne ritornava composta, le manine sul vestitino azzurro che metteva in risalto i capelli biondi e sciolti, un sorriso estasiato stampato sul viso. E zap, la televisione virava ancora sul telegiornale. Lei faceva prima una smorfia, come l’avrebbe fatta uno dei suoi personaggi prediletti, e poi si lasciava andare di nuovo giù dal grosso cuscino di velluto per cominciare d’accapo. E così per svariate volte, perché lei non capiva. L’uomo, qualche metro più in dietro, nascosto dallo stipite della cucina, si divertiva con il telecomando; voleva sentire le notizie del tiggì, ma gli piaceva troppo anche far dispetti alla figlia di prima letto della moglie. La trovava troppo educata, troppo carina, troppo bionda e quando poteva ne approfittava. Come quando le mangiava le patatine fritte nel piatto mentre lei non guardava, o faceva, di sera, il verso dell’orco da dietro la porta della cameretta. E zap il programma cambiò ancora. La bambina stava per scendere, ostinata, quando un rumore proveniente dal lavello della cucina, dove la madre stava lavando i piatti, le fece voltare il viso verso il patrigno cogliendolo nell’attimo cruciale in cui, vistosi scoperto, nascondeva dietro le spalle il telecomando. La bambina si rimise seduta, rinunciando al suo proposito, imbronciata. Se ne stette una decina di minuti in quella posizione. Pensava. Quindi andò decisa alla cesta dei giocattoli frugando e frugando. Si sporse quanto più poté rimanendo in bilico sul bordo con il pancino. Ciò che cercava era finito sul fondo. Si allungò fino a quando i suoi occhi si accesero di felicità. Si rialzò. Difficile dire di quale telecomando-giocattolo si trattasse, ma lo puntò sul patrigno. Si udì un taratì-tiratà seguito da una serie di spie rosse e gialle che si accesero in successione. E il patrigno sparì.