Come ogni venerdì, la signora Maria stava andando al cimitero per cambiare i fiori alla tomba del marito. Dopo due anni era diventata quasi una routine, come rifare il letto o scaldarsi il latte alla sera. E anche se i fiori non erano niente di che (si trattava pur sempre di quelli che il suo giardino poteva offrire a seconda della stagione) lei ci teneva che il marito fosse sempre in ordine come se fosse stato in vita e si dovesse recare a messa o alla festa del paese.
Quel pomeriggio la signora Maria era però in ritardo. Il nipotino aveva voluto il gelato, quello buono, che solo il gelataio vicino al ponte sapeva fare, sicché erano andati sin là mettendoci più del previsto. Così, quando arrivò al cancello del cimitero comunale, con il mazzolino di tagete in mano, pensò di trovarlo chiuso. Per fortuna non fu così e, quando superò l’ingresso, accelerò il passo tanto da sentirlo scricchiolare sul ghiaino in modo tanto buffo da farla sorridere.
Giunta alla tomba di Anselmo si mise a ripulire con precisi e rapidi gesti. Era piovuto molto la settimana precedente e c’era terra dappertutto. Raddrizzò il lumino, spazzolò il vialetto, strappò un’erbaccia. E quando andò a spolverare la lastra dove sapeva che la polvere più si sarebbe annidata tra le lettere del nome la trovò di lato. Si alzò in piedi, perplessa, come per capirci meglio. Si avvicinò. Sotto c’era un gran buco nella terra e la bara dalla parte della testa era aperta. Si volse intorno spaventata e si accorse, solo in quel momento, che anche tutte le altre tombe erano state manomesse. La terra era stata rimossa, i fiori sparpagliati, i lumini riversi e spenti. Una profanazione? Si chiese. Chi poteva aver fatto una cosa simile? O stavano facendo il trasloco dell’intero cimitero e non ne aveva saputo nulla? Corse, con la foga che l’età le permetteva, sino al gabbiotto dove il custode Olindo se ne stava sempre rintanato disinteressandosi del mondo. Ma lui non c’era, la porta a vetri era spalancata e il computer era acceso sul tavolo. La signora Maria lo chiamò ad alta voce per poi accorgersi che, parcheggiato fuori, non c’era neppure il suo motorino. Sconvolta, se ne tornò a casa. Cosa poteva fare? Telefonare alla polizia? Chiamare sua figlia?
«Dove sei stata, Maria?» si sentì dire appena entrò nel corridoio della sua villetta. Era il marito. O qualcuno che gli assomigliava tantissimo. Era seduto sulla sua poltrona, in salotto, così come era solito fare: il giornale aperto, il sigaro acceso in bocca. La donna rimase impietrita come fosse stata investita da una colata di cemento. L’urlo le morì in gola. Appena si riprese, il suo primo istinto fu di scappare in strada. Chi era quell’uomo, tale e quale ad Anselmo, che si trovava in casa sua? Che ci faceva? Si domandò, tremando, con la mano sul pomello della porta che non riusciva ad abbandonare. Non poteva essere suo marito. No, non poteva esserlo… Anselmo era morto di infarto due anni prima e lei aveva pianto disperata per settimane intere. Scuoteva ancora la testa quando, alzando gli occhi, scorse dall’altra parte della via Davide, morto da qualche anno, che se ne stava fuori dal suo negozio di macelleria, il naso incollato alla vetrina, a spiare il nuovo gestore. E, subito dopo, dal fondo della strada, vide arrivare Mario, morto schiacciato da un trattore nel suo campo una decina d’anni prima: veniva su pedalando in bicicletta e fischiettava in quel suo modo tanto strambo che tutti conoscevano bene. Anche don Ercole, uscito in quel momento dalla chiesa, lo vide sopraggiungere spensierato e lo riconobbe rimanendo a bocca spalancata. E prima ancora che potesse dirgli qualcosa, Aurora, l’anziana donna che gli aveva fatto da perpetua sino alla propria dipartita per vecchiaia, tirandolo per la giacchetta, gli chiese:
«Padre, senta, lei che di queste cose se ne intende… ma la resurrezione dei morti era davvero per oggi?»
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Leggi –> Dietro al racconto
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Il finale colpisce a dovere e impressiona ma anche il resto del raccontino è ben strutturato in base allo stile che proponi. Prosit. Univers
Ho visto che non avevo scritto i miei complimenti: scusami! Bravissima,65Luna
Grazie, li accetto molto volentieri (anche se sono un maschietto 🙂
Scusami…sei comunque Bravissimo! 65Luna
Nessuno problema. Grazie per la tua simpatia 🙂
lo straordinario ed il quotidiano vanno a braccetto, come spesso nelle tue storie…il finale, in questo caso, lo trovo poi particolarmente riuscito per la naturalezza del colpo a sorpresa e l’accentuazione di quel tono leggero capace di sdrammatizzare un argomento tanto ponderoso.
Senza rinunciare a far riflettere, eccome! pure, sembri voler dire che, anche di fronte al peggio, abbiamo sempre la possibilità di difenderci con un sorriso!
incidentalmente, aggiungo un episodio che mi è successo pochi giorni fa: sono andata a vedere la tomba di mio papà – io non ci vado affatto spesso, come la signora Maria – e l’ho trovata sghemba, con un buco a lato…
Bella questa tua capacità introspettiva…
Mi piacerebbe una giornata così. Chissà quante persone potrei rivedere nella loro normale vita di una volta…
Sorrido, ché non ho tutta la certezza dell’armagedon.
Ma bel scritto, fatto con molta cura e attenzione.
Intrigante 🙂
Bello bello, sarà così che sarà? C’è da sperarlo…
Ciao Briciola che bella lettura…misteriosa e ironica nello stesso tempo
Grazie che mi hai tenuto compagnia anche a ad agosto…
Elena
le tue frasi mi sbriciolano, ti seguo
Bellissimo !
Pure a me piacciono molto i film di Don Camillo! Ci sono alcune scene che dipingono perfettamente il periodo in cui si svolgono
Buona giornata
Ma che bello, salterei di gioia. Quanta emozione e quanta voglia che questo accada…
Meraviglioso il modo in cui mi ha condotta per mano dal mondo reale a una fiaba 😍
Bravissimo 👍
Ma come sempre 😔 vorrei il continuo 😁 sono ingorda 😋
Soprattutto vorrei sapere se Maria corre ad abbracciare il marito ❤️
🙂
La signora Aurora è meravigliosa! Grazie, questa risata ci voleva proprio.
E se avessero sbagliato data?
Il pericolo è proprio quello…
Formidabile. La stringa finale è da incorniciare. La fine del mondo è iniziata e l’apocalisse è alle porte. Manca solo il trono di Dio poi tutto è in regola.
Sei sempre grandioso nelle tue storie. Narrate con un filo di voce che si ode a distanza di mille miglia.
Tornare al passato vivendo il presente, una accelerazione cardiaca dell’universo…..molto bello. Ciao da Marco
Una visione della resurrezione assolutamente stupenda!! Ho provato a visualizzarla, ed è veramente incantevole!!
Buon lunedì da Rinaldo ☺
Buon martedì da Maurizio 😉
Dies irae, dies illa. Ma ci sarà certamente anche da divertirsi come in questa storia XD
Che sia il giorno della morte dei vivi e non quello del risveglio dei morti ha il sapore del tragico…preferisco una visione ottimistica…ciao.
La resurrezione dei morti non può che essere una visione ottimistica. Pessimismo (cupo) sarebbe pensare il contrario.
Sarebbe ancora meglio se quelli che si drogano di noia…ovvero quelli che vogliono cose certe e mediocri…senza lottare per averle…resuscitino in vita…prima di morire…ciao…poi con la Nutella si cura ogni pessimismo…hai provato a prenderne prima di ogni finale…cambia eccome il punto di vista!!!!
Mi sono dimenticata un ?
Il racconto mi ricorda un romanzo svedese (credo) uscito qualche anno fa, titolo, se non sbaglio, “L’estate dei morti”: anche in quel caso, i morti risorgevano, non come solitamente avviene, assetati di carne umana, ma semplicemente tornavano a casa…
P.S. Si, ecco, l’ho trovato: http://www.ibs.it/code/9788831794541/lindqvist-john-a-/estate-dei-morti.html
No, non lo conoscevo.
E’ la riprova che è sempre difficile scrivere qualcosa di originale o che qualche altro autore in qualche altra parte del mondo non abbia già scritto 🙂
‘Era davvero per oggi? a saperlo, avrei messo il vestito migliore, mi sarei data una ravviata ai capelli…’ 🙂 Mi piace molto, sì, questa leggerezza, la commozione dietro il sorriso, la partecipazione magari divertita, ma affettuosa e attenta a ricordi, dolori, speranze e piccole aspettative di magie e miracoli che sono la parte importante della nostra vita.
Bel racconto, scritto bene, divertente e nello stesso tempo un po’ inquietante, complimenti! 😉
Molto bello… il finale mi è piaciuto tantissimo. I complimenti possono sembrare superflui di fronte a tanta bravura, ma ci stanno ugualmente. Ciao, Piero
(torno sempre qui volentieri trovando parole mai scontate) ….. eh… qualche resurrezione ci vorrebbe davvero ……
eh, non sarebbe male potesse capitare davvero….. una resurrezione ogni tanto e di qualcuno sarebbe un bel sollievo.
Solo tu riesci a scrivere cose del genere con questa incomparabile leggerezza, mi sa… 😉
Complimenti, ancora una volta una chicca di letteratura, come ormai solamente il web permette di leggere!
Molto, molto divertente (anche perché in questi giorni sto leggendo “Apocalisse” di D.H.Lawrence.
è la fine dei tempi
ciao