prosegue da --> Kikimora (prima parte)
puntata precedente: Melita, una bambina dodicenne che vive in un paesino di campagna di tanto tempo fa, disubbidendo alla madre che le vietava di passare per un certo sentiero nel bosco per tornare a casa, si imbatte nella tomba di Greta, una bambina slava morta quando aveva la sua età. Dalla tomba, quasi del tutto coperta da fiori freschi appena recisi, Greta cerca di conquistare la fiducia di Melita regalandole un paio di scarpe nuove che desiderava tanto.
Il giorno dopo Melita ritornò sulla tomba della bambina slava per ringraziarla.
«Mi fa piacere che ti siano piaciute le scarpe» le disse Greta sinceramente felice «sono proprio quelle che avevi visto da Mastro Cooper…»
«Sì proprio quelle…»
«Ehi, dal tono della voce, però, mi sembri triste…»
«Un pochino, ma lascia perdere…»
«Non vuoi parlare con la tua nuova amica? Perché noi siamo amiche, vero?»
«Sì… credo di sì.»
«Sei preoccupata per tua nonna, vero?»
«Esatto… ma come fai a saperlo? Ah già tu sai tutto di me…»
«E tu non sai nulla di me… è questo che vorresti dire?»
«…»
«Sono vissuta tanto tempo fa…» cominciò a raccontare Greta «…in epoca molto retriva. La gente del posto si era messa in testa che mia mamma fosse una strega e questo solo perché eravamo straniere. E per la verità anche perché un giorno lei, appoggiandosi alla mucca moribonda del vicino, l’ha guarita. E così quando una notte sono venuti a prenderla per buttarla nel pozzo prosciugato, non sapendo a chi lasciarmi, anche prelevato anche me facendomi fare la stessa fine.»
«Non è giusto…»
«No, non è giusto… e poi, dopo che mi hanno recuperato dal pozzo e seppellito qui, hanno sostenuto che tante cose brutte che sono poi successe in paese sono tutte dovute al mio desiderio di vendetta; che siccome sono una “non morta”, la vera strega, insomma, sarei io. Ma non è vero, non sono una strega… devi credermi. Sono solo una bambina innocente che è stata violentata e uccisa insieme alla madre.»
«Però mi stai parlando… e tu non dovresti, visto che sei morta, giusto?.»
«Questa è un’altra storia, Melita. Quando mi hanno buttato giù nel pozzo sono rimasta impigliata in una radice che spuntava dalla parete dell’imboccatura e sono rimasta lì a penzoloni fin che, per la fame e per la sete, sono passata in questa zona grigia di “non vita” senza morire però davvero. E nei tre giorni di ogni plenilunio, proprio perché era luna piena quando gli abitanti di questo paese ci vennero a prendere, è come se ritornassi quasi alla vita…»
«Allora abbiamo ancora poco tempo per poterci far compagnia, Greta… però non so ancora se mi posso davvero fidare di te: tu sei molto strana…»
«Non è colpa mia se mi trovo in questa condizione… Comunque perché tu possa convincerti che ti sono amica sul serio, quando oggi tornerai a casa, troverai un altro bel regalo per te.»
«Davvero?» chiese curiosa la bambina.
«Sì, certo e se ti piacerà, a suggello della nostra nuova amicizia, ti chiederò anch’io di fare una cosa per me.»
«Vuoi anche tu un regalo?»
«Sì, ma non è niente di che, vedrai… mi basta infatti solo una gallina.»
«Una gallina? E che cosa te ne fai di una gallina se sei sottoterra?»
«Tu non ci pensare: portami una gallina dal pollaio di tua madre.»
Il giorno dopo Melita tornò alla tomba con una gallina viva che si dibatteva.
«Grazie Greta per le medicine che mi hai fatto trovare per la nonna. Gliel’ho date e sta già molto meglio… sei proprio un’amica…»
«Te l’avevo detto e ora la gallina…»
«Che ci devo fare?» chiese Melita mostrando l’animale come se ci fosse qualcuno che lo potesse vedere.
«Qui accanto, a destra, tra la verbena, c’è un coltello» spiegò Greta tutta eccitata. «Devi ucciderla e fare in modo che il suo sangue penetri bene nella terra dove sono sepolta.»
«Non farò mai una cosa simile…» rispose inorridita la bambina «…e poi con una gallina di mia madre!»
«Ti prego, pensavo fossimo amiche…»
«Se mi chiedi di fare questo, allora sei una strega davvero…»
«Ma no, che dici… è solo un’antica usanza slava cui tengo tanto: quando sboccia una nuova amicizia, perché sia per sempre, nel mio Paese, in Transnistria, bisogna sacrificare del pollame… e noi vogliamo essere amiche per sempre, vero?»
«S-sì, certo, così almeno credo…»
«Vedrai, ti farò trovare tanti soldi sugli scalini di casa e così potrai comprare altre medicine per la nonna e, al mercato, una bellissima gallina per tua madre. Non se ne accorgerà neppure della sua sostituzione. Ti prego, Melita, non c’è più tanto tempo.»
terza e ultima parte domenica prossima --> Kikimora (terza parte)
Thank ,merci ce n’est pas facile j’essaie, parfois je ne peux pas 🌻barcollo ma non mollo 😉
Scusami se puoi e se vuoi . So che ho esagerato,anche se non ricordo esattamente cosa ho scritto . So che inseguivo una storia sbagliata assai vicina finita male. Grazie ☮️
Don’t worry
Il pollo non crede in questa amicizia secondo me!
Il pollo non credeva in questa amicizia…
Sic!!!
Il sacrificio del pollo fa capire che Greta vuole indurre a cattive azioni…Chi vuole tentare al male parte con il pollo ( il primo ad essere preso di mira!) e continua con una escalation …che non tralascia altri innocenti…la cattiveria va fermata con opere di bene e non assecondando le malvagità!
la storia si fa intrigante. Greta che con la scusa dell’amicizia convince melita che appare più ingenua. In relatà lo stimolo dei regali supera la paura di fare qualcosa di sbagliato.
Brividini…e aspetto!
Il dubbio è.. Greta è una bambina?
Sembra proprio il genere che immaginavo… Povera bambina
Povera bambina… Greta o Melita?
Melita, in questo momento
Tzè, mai nessuno spirito maligno che chieda di portargli un politico o un governante da sacrificare in nome dell’amicizia…
Bella storia! 🙂
Eh sì, questa sembra proprio la mia Carmilla, Attendo trepidante la prossima puntata.
🤔😈😱
P.S. ti è sfuggito un “anche prelevato anche me”. Che certamente era un “hanno”.
appena visto 🙂