«Hai fatto bene a insistere a tornare qui, Julia» disse il marito appoggiato leggermente con la schiena all’armadio. «Festeggiare il nostro decimo anniversario, venendo in questo stesso albergo dove abbiamo passato la luna di miele, è come rinnovare le nostre promesse…»
«Già» rispose lei indaffarata a svuotare le valigie e a riporre gli oggetti nei cassetti e nel bagno.
Lui tirò fuori il pacchetto delle sigarette e l’accendino.
«Se vuoi fumare, vai fuori per cortesia, lo sai che mi dà fastidio l’odore di fumo che ristagna nella stanza…»
«Sì sì, certo… Sai che ho già fame?» fece lui aprendo allegro la porta della terrazza e uscendo all’aperto.
Il blu scuro del mare gli venne incontro. La notte era senza luna e le luci chiare e regolari del pontile si stagliavano come gioielli nella prospettiva immensa distesa verso l’orizzonte. Le onde erano basse, distratte, disegnate all’acquerello e la risacca giungeva morbida all’orecchio come un ritornello dolcissimo. La spiaggia era selvatica, mal tenuta, a tratti dorata con impercettibili schegge di quarzo che riflettevano il bagliore intermittente che le stanze dell’albergo facevano spiovere sull’arenile.
«Vieni Julia, vieni a vedere… è bellissimo!»
«Finisco qui e vengo…»
In quell’angolo di costa cesellata dalla natura e dimenticata dagli uomini, la primavera era già arrivata. Era nell’aria tiepida, nonostante l’ora serale, ma anche nei profumi lievi che giungevano a cavallo di una brezza gentile; gli sembrava già di avvertire i sentori del gelsomino abbracciati a quelli del bergamotto. Sospirò. Non avrebbe voluto essere in nessun altro posto.
E all’improvviso tutte le luci sulla spiaggia si spensero.
«Julia è andata via la luce!»
«Ho visto, tornerà…»
Il buio era diventato ostile, denso, malmostoso. Era una cortina impenetrabile in ogni direzione. Il cielo stellato incombeva da ogni parte sul mare come se lo volesse toccare e cancellare con la propria bellezza. Un uccello della notte emise un verso stridulo che sembrava più una richiesta di aiuto che un richiamo d’amore.
Poi alcuni rumori provenienti dal mare, da leggeri e impercettibili, si fecero più presenti. In quella conca naturale i suoni si ingigantivano rimbalzando tra pietra e cespuglio, tra sogno e irrealtà. Era una barca, una grossa barca a motore. Si sentivano delle voci sia di persone che stavano raggiungendo la spiaggia da terra sia di chi già si trovava sulla barca. Il motore fu spento e si udì il frusciare delicato della prora che divideva l’acqua.
«Vieni Julia, corri… sta succedendo qualcosa di strano…»
Ora la barca aveva attraccato perché gli uomini si erano dati l’un l’altro la voce per spingerla con la chiglia sulla rena. E, dopo ancora, si udì un contenuto tramestìo, un sommesso sciacquìo, un’attività concitata e precisa, ordinata e rapida, scandita da un ritmo che solo qualcuno nel silenzio stava impartendo. Potevano essere dieci, quindici persone, ma tutte si muovevano secondo un copione mille altre volte provato, come se ci vedessero davvero e si conoscessero a occhi chiusi: non una voce di troppo, non un suono che non fosse inevitabile.
Trascorse probabilmente un quarto d’ora, non di più.
Le luci si riaccesero tutte allo stesso istante. Quelle del pontile, quelle delle sparute case avvinghiate alle colline, quelle dell’albergo. La luminosità discreta e soffusa si riappropriò della conca sfidando la notte.
Ma non c’era più nessuno sulla spiaggia. Non si notavano neppure orme né sulla sabbia né sulla battigia; come se nulla fosse accaduto.
«Julia… cosa ti sei persa… non ci crederai mai…» disse lui rientrando nella stanza.
«Julia? Julia?!? Dove sei?»

Leggi il seguito –> E poi cos’è successo?
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grazie!!!
Impeccabile.
Un saluto. Univers
Julia, al buio, aveva visto oltre il marito e aveva scelto di sperimentare l’ignoto.
Come al solito. Gran bel racconto “Maestro”.
banzai43
Bellissimi racconti e ottima l’idea dei finali a scelta! Ma lo sai che il genere “letteratura a bivi” stia tornando in auge? E poi, in questo momento, c’è un concorso di storie interattive, fatti un giro sul mio blog:
https://inchiostronoir.wordpress.com/2019/02/06/corti-di-librogames-land-la-giuria-siete-voi/
Siete tutti invitati!
Ci darò sicuramente un’occhiata, grazie.
bellissima l’atmosfera che hai creata per il colpo di scena finale.
Chissà chi erano quei clandestini approdati con la complicità del buio e che hanno rapito Jula o forse se ne è fuggita con loro
Il giorno dopo il marito affranto denunciò la misteriosa scomparsa di Julia, e per lunghi giorni la cercò ovunque. Poi però conobbe una simpatica cameriera di origine cubana, assieme a cui rilevò una tabaccheria a Cuba. Passarono alcuni mesi, e una notte squillò il telefono. Era Julia, in lacrime, che voleva spiegare l’accaduto, ma l’uomo rispose: “Lo siento, no entiendo tu idioma”, e riattaccò la cornetta, e così anche noi non sapremo mai cosa sia successo alla povera Julia in quella nera notte di buio nell’anima.
😛
me gusta mucho
🎸🎼ah…non dimentichiamo la musica…che crea atmosfera…
La chitarra ha cambiato colore🤔
Era bello il pezzo…all’inizio…Ma questo spegnimento di luci rovina il tutto e anche i finali non li gradisco…quindi salviamo il senso romantico con il finale E che prevede che la moglie abbia organizzato una festa a sorpresa e quando si accendono le luci compare un tavolo sulla spiaggia sotto un gazebo, con leccornie e camerieri che le servono…E una bella candela che splende a centro tavola😍
Ma che orrore!
Neppure a Liala sarebbe potuto venire in mente una storia simile.
Sei troppo divertente.
Liala non è che avesse tutti i finali lieti come dico io…ahahah
Meglio tu che Liala…se segui i miei dictat a lei fai un baffo…ahahah
Non ci penso neppure! Preferirei tagliarmi la mano con cui scrivo 😀
Sei mooolto diverso da Liala comunque….
Ma non mi dire…
Peraltro i finali happy end che suggerisci sono così sdolcinati che fanno venire la carie ai denti.
Ma quello che non capisco è perché ti ostini a cercarli qui da me.
Non so più come dirtelo che questo è il blog sbagliato.
Ce ne sono sicuramente tanti altri ottimi in giro che fanno al caso tuo.
Ne sono sicuro. Non ti resta che provare.
Non del tutto…a volte no…e Liala ne ho letti pochi
Io di solito per calmarmi conto fino a cento… tre milioni centomila quarantuno… tre milioni centomila quarantadue… tre milioni centomila quarantatré…
😛
Vedo che ci capiamo…
Ma sei comunque più paziente di me.
I miei finali non sono del tutto sdolcinati! A volte no…intendevo…
Le sirene ritornano sempre al mare in cui sono nate
La storia l’ho trovata avvincente, ma tutte le opzioni dei finali, meno, manca mordente! Scusami sono sincera! 😘
Sono d’accordo con te, annaecamilla.
Grazie 😊
Sparlate pure di me, tranquillamente, come se io non leggessi…
Non fatevi problemi, m raccomando.
😀
Ma noooo, daiii, non prendertela😘😘😘😘😀😀
Non me la prendo affatto, figurati.
I finali proposti sono solo “puntuazioni di tracce”, sono spunti non racconti e sono scritti così come vengono in mente.
Non hanno alcuna pretesa, in altre parole. Possono piacere come no. Me ne rendo perfettamente conto.
Sai non so se sei uomo o donna. Ma sei una brava persona😘
Perché lo dici?
Perché hai accettato la critica in maniera positiva e non scontrosa. Sai non tutti lo fanno! Scusa sempre la mia sincerità, ma sono fatta così!
E’ che sono molti anni che scrivo e ho imparato ad accettare le critiche; soprattutto quando, come nel tuo caso, sono costruttive.
E’ inutile avere un blog con i commenti “aperti” e poi prendersela se qualcosa non piace.
La verità è che la creatività non può mai essere sempre al livello che si vorrebbe né è possibile piacere sempre.
Grazie per la tua simpatia.
(A proposito… sono un maschietto!).
Sono contenta della tua positività costruttiva. Bravo molto molto lodevole. Continuerò a leggerti con vero piacere, perché tu sei bravo. Grazie per avermi risposto e buona serata❤️
Se vuoi spegnere le malelingue le devi sedare con abbondante cibo😜
Uguale alla prima volta in quel posto. Solo che nessuno aveva fatto caso che Jiulia spariva regolarmente e nessuno sapeva nulla di ciò che lei era