«Si può sapere cosa sta succedendo, quest’anno?» chiese Karim mettendosi a tracolla una pecorella e rivolgendosi alla moglie.
«È vero! Eravamo già al nostro posto di questi tempi…» gli rispose Aisha con gli occhi tristi.
«Non ci resta che pregare…» sospirò la Madonnina nella Capanna rovesciata e ingombra della mangiatoia vuota.
«Io però dovrei fare pipì…» puntualizzò San Giuseppe agitato.
«La verità è che non mi sembra che quest’anno lui abbia voglia di fare il Presepe…» fece il Re Magio Baldassarre indicando il Padrone di Casa attraverso la parete in plexiglas dello Scatolone del Presepe.
«Convengo, caro collega» fece il Re Magio Melchiorre con sussiego. «Hanno preparato da giorni l’albero e sistemato pure gli addobbi nelle diverse stanze; ma non hanno né raccolto il muschio né liberato il caminetto dalle cianfrusaglie per far posto a Noi. La vedo male, ah se la vedo male…» e cercò di spostare la zampa di un agnellino che gli finiva continuamente sulla testa.
«Potremmo cantare un bel coro tutti insieme per attirare l’attenzione…» fece l’Angioletto che sul tetto della Capanna regge sorridente la scritta “Pace in terra agli uomini di buona volontà“.»
«Ma che coro e coro!» disse un Principe caldeo, a cavallo di uno splendido cavallo arabo, armato di tutto punto. «È un insulto al Natale e a quello che rappresenta. In meno di mezzo giornata posso tornare qui alla testa di diecimila miei fidi e vedrete se non risolviamo una volta per tutte questa incresciosa situazione!»
«Principe Ammukani,» esortò Qualcuno in modo ieratico dal fondo dello Scatolone «orsù rinsavisci da uomo saggio qual tu sei; non parlare come gli ultimi degli stolti: il Natale è un momento di bontà, comprensione e gioia tra gli Uomini…»
«Ma contro gli infedeli c’è solo un linguaggio che vale la pena usare, mio Signore…» fece Ammukani sguainando la scimitarra e dividendo in due la Colomba della Pace.
«La vedo male, ah se la vedo male…» ripeté Melchiorre spostando ora una zampogna che gli era finita tra le costole.
«Ve l’avevo mai detto che soffro seriamente di claustrofobia?» fece a quel punto il Re Magio Gaspare con voce strozzata «Qui dentro non c’è aria, non ne posso più.»
«E cosa dovrei dire io allora che è un anno che mi ritrovo con la faccia praticamente tra le chiappe dell’Asinello?» sbottò Baldassarre. «Ho provato a non respirare, ma non è cosa…»
«Io dovrei fare davvero pipì…» insistette San Giuseppe saltellando.
«Te l’avevo già detto a gennaio di farla prima di entrare nello Scatolone, o mio Sposo, ma non mi dai mai retta…»
«Hai ragione, ma è la prostata mia Diletta; e poi nella fretta di metter via le cose me ne sono dimenticato; a proposito… è da un po’ di giorni che non vedo la Mucca.»
«È un Bue, mio Sposo, un Bue. Il Bue e l’Asinello, ricordi?»
«Bue? Ah… ecco perché non fa il latte!»
«Almeno fate tacere quell’Angelo che suona la tromba» brontolò Gaspare aggiustandosi il copricapo tutto spiegazzato. «Sono dodici mesi che prova sempre lo stesso pezzo e continua pure a sbagliarlo…»
«SÌÌÌÌÌÌÌ, FACCIAMOLO TACERE!» urlarono in molti all’unisono.
«È un pezzo molto difficile da suonare questo della Gloria nell’Alto dei Cieli, cosa credete?» disse indispettito l’Angelo della Gloria nell’Alto dei Cieli. «E la tromba che mi hanno dato è ricavata da un femore di cavallo… vorrei vedere voi.»
«Intanto da qui non ci si schioda… ed è quasi Natale…» disse la Lavandaia-che-attinge-l’acqua-dal-pozzo «non riusciremo mai a convincerlo a preparare il Presepe…»
«Aspetta, aspetta…» fece il Re Magio Gaspare con voce quasi garrula. «Forse… Ma sì, sta venendo verso di Noi… sta prendendo proprio il nostro Scatolone. Ragazzi, si va in scena anche quest’anno!»
«Oh… grazie al Cielo: le mie preghiere sono state ascoltate» fece la Madonnina inginocchiandosi di nuovo. «Ringraziamo l’Altissimo.»
«Certo, se invece l’infedele lo avessimo infilzato subito, ci avrebbe tolto di qui molto prima…» fece Principe Ammukani digrignando il denti ma rinfoderando la scimitarra.
«Magari ha pensato che dopo un anno era il caso di farmi fare pipì…» fece sarcastico San Giuseppe.
«Veramente sono stata io…» disse modestamente la Stella Cometa con un fil di voce. «È bastato un sano, autentico e terrificante incubo ieri notte per convincerlo che era l’unico modo per avere un po’ di serenità durante le feste.»
«Ma è un ricatto!» osservò il Re Magio Melchiorre ingrugnito più per il fatto però di essersi appena accorto di aver messo un piede nell’acqua di uno stagno che per altro.
«Preferirei chiamarla richiesta creativa di collaborazione…» precisò la Stella Cometa.
E si accese.
ironico, intrigante 🙂
Ciao Briciola quale miglior racconto! Suggestivo, ironico, dolce. Buone feste!
Bellissimo…adesso vado in soffitta a prendere lo scatolone con le statuine di cartapesta che erano di mia nonna, prima che le stesse vengano giù a rotoloni per farsi sentire…
A proposito: Buone Feste, che siano serene e in buona salute.
Attuale allegoria? Un saluto a forma di augurio natalizio.
Univers
Grazie, ricambio di cuore
In effetti…
Comunque mi sembra che dopo che è apparsa questa acqua Giuseppe non si è lamentato più…e prima invece saltellava…🤔
Maliziosa 😄
😆
Ma era sicuro acqua di stagno?uhm…e Giuseppe dove era mentre cadeva quest’acqua…non vorrei pensare male…
Prova ad annusare anche tu… è proprio acqua?🤔
Vorrà dire che finite le feste, riporrò le statuine con cura nella scatola che le conserva, non vorrei ritrovarmi, l’anno prossimo, con un presepe arrabbiato 😉
si legge proprio volentieri! e dunque, buon natale al sempre originale autore di questo racconto, e buon natale a quelli che lo leggono:-)
Grazie, anche a te Marina
veramente superbo questo presepe vivente fatto di statuine che parlano come se fossero calate nel mondo odierno.
Simpaticissimo! Lo leggerò ai miei alunni 🙂
Simpatica questa cosa…
Personalmente il personaggio del presepe che trovo più simpatico è il dormiglione; e infatti è l’unico che non rompe le scatole in questo racconto.
🙂
Bellissimo! Un “Toy Story” del presepe!
Chissà se i regali delle uova di Pasque soffrono di solitudine o di claustrofobia?
Complimenti Briciola!
È un pochino presto per gli auguri…o no?
Non vanno a male 🙂
Ma meglio a caldo!
Insomma sono in atteggiamento da sommossa anche i protagonisti del Presepe…si sono fatti contagiare dagli animi collettivi…ahahahah…bel pezzo…fa ridere nonostante gli animi infervorati…ahahah
E’ un racconto che fa riflettere sul senso di certe tradizioni
Carino davvero 😊
stupendo 😀
d’altronde:
https://www.ilgiorno.it/lodi/cronaca/masselengo-presepe-1.4342616
Ho letto: che tristezza
eh sì
Delizioso il tuo raccontino , ma quest’anno io sono stata bravissima , non ho fatto aspettare nessuno , né San Giuseppe, né Maria né i pastori. Ho anticipato i tempi ( fine novembre ) e il presepe ora è già lì, mangiatoia vuota, in attesa del bambinello. A te mio caro con immutata simpatia faccio i miei auguri di Buon Natale. Un abbraccio. Isabella
Anticipare a novembre il presepe è segno di una voglia latente di Natale il che è sempre una cosa positiva (a meno che il desiderio non spunti a Pasqua). 🙂
Ricambio l’abbraccio e ti auguro anch’io delle splendide Feste.
Lo scritto tra parentesi rientra nella tua simpatia di fondo. Un piacere esserti amica. Isabella
Grazie per l’augurio. Mi piace assai assai…
Bella… mi sta già facendo sentire in colpa per il mio presepe nella scatola..
È bellissimo! Ho sorriso dall’inizio alla fine😊