Odette

La madre era seduta in modo scomodo sul cuscino centrale del divano, proprio davanti alla tv. Aveva il busto obliquato verso la porta, come volesse alzarsi da un momento all’altro e riprendere instancabile le faccende di casa, cui era ancora dedita nonostante l’età. In quella posizione, in realtà, ci sarebbe rimasta tutto il tempo, almeno fino a quando non fosse terminata la sua soap opera preferita.
Brando dondolava invece accanto a lei facendo gemere le gambe stondate della sedia di vimini; andava avanti e indietro. La madre ogni tanto si voltava verso di lui allargando un sorriso teso che lo supplicava di star fermo perché non sentiva bene.
«Insomma, mi vuoi dire cosa ti rende così nervoso?» sbottò la madre con la voce alterata. Brando non rispose. Stette fermo per qualche secondo poi riprese a dondolarsi.
«Sto pensando che non mi piace il mio nome di battesimo. Tu e papà non potevate cercare qualcosa di meno strano?». La madre lasciò che il protagonista della serie finisse le sue battute e, appena iniziò la pubblicità, disse:
«Hai quasi sessant’anni, figlio mio, e ti accorgi solo adesso che non ti piace il tuo nome? Non me l’avevi mai detto… E come ti sarebbe piaciuto chiamarti? Sentiamo!»
«Marcello o Matteo… o… oppure Odette»
«Odette? Ma è un nome di donna».
«Certo che lo so, mamma. È che sono gay. Sono anni che volevo dirtelo». La madre impallidì. Trascorsero alcuni minuti in cui persino la televisione sembrò tacere.
«Stai scherzando, vero?» gli chiese con un filo di voce. Il figlio non rispose, ma si fece ancora più serio. La donna prese il telecomando e spense la tv.
«È come se tuo padre fosse morto una seconda volta» disse velenosa. «Lui stravedeva per te. E che cosa credi penserebbe ora? Una checca! È questo che sei? Ma che schifo…»
Brando chiuse gli occhi per sprofondare nel suo mondo lontano mille galassie da quel punto. Andava avanti e indietro su quella sedia cigolante a coprire con quel suono petulante tutte le cose terribili che la madre gli stava dicendo. Poi tutto tacque. La televisione riprese a pigolare sottotono mandando bagliori freddi nella piccola stanza.
Quando Brando si svegliò dal suo solito pisolino vide la madre seduta in modo scomodo sul cuscino centrale del divano. Stava guardando la sua soap opera preferita. No, non le avrebbe detto nulla quel giorno. Forse lo avrebbe fatto domani. Sì, sì, forse domani, magari il mese prossimo. O in un vita futura.

9 pensieri su “Odette

  1. Si preferisce tacere con i genitori, perché spesso le reazioni sono quelle descritte e sappiamo che spesso si sentono vittime di fallimenti indiretti. I fallimenti del figlio sono i fallimenti dei genitori. E così magari ci si rivolge all’amico oppure si soffre in silenzio…
    Non so, in questo periodo la famiglia è al centro anche del mondo cinematografico: vd. Il riccio, Brothers, Io, loro e Lara ad es…
    C’è chi la denigra, chi la esalta… ma al momento non si trova altra forma di organizzaz sociale capace di tener bada in maniera così solida alle perturbazioni provenienti dal mondo esterno nei confronti del singolo.

    buona domenica
    giulia

  2. sapendo che la madre reagirebbe così sarebbe molto che lui si tenesse il suo segreto…in fondo è vecchia e potrebbe morirne, poi sinceramente io non darei giudizi ma direi solo che il tuomodo di scrive coinvolge sempre briciola…letto e mangiato …
    grazie ciao

  3.  grazie della visita..
     ho cercato di collegarmi al tuo blog, ma nn so c0me si fa!!

    belle anche le tue emoticooooonnnnn!!
    vorrei metterle anch’io, ma appunto… ma come cavolo si fa..!!?
    sic.   mi sento in un mondo straniero…
    GIOIA

  4. Non difendete il "povero" gay per favore. La colpa della propria condizione di "ingabbiato" non è da scaricare sulle spalle di quella madre che ha fatto fà e farà solamente quello che le armi (culturali) che ha a disposizione gli consentono. Le persone amano crogiolarsi nei propri drammi esistenziali (a 60anni ancora in casa con mammina?)….molto meglio che affrontare l’incognito di una nuova realtà (meglio sognarlo).

    mac

  5. E’ un racconto molto amaro, ma veritiero, infatti la realtà è spesso amara.
    Fanno tristezza quel figlio che a 60 anni ancora si crogiola nel suo segreto e lavecchissima madre che pur amandolo, non si è mai accorta di niente,
    Due mondi vicini ma paralleli!

  6. Rabbia? Sgomento? Incredulità? Sconforto? Cosa può provare, un genitore, nel momento in cui un figlio gli dichiara la propria omosessualità? I figli si sentono in prigione ma sbagliano, perchè, dopo la prima reazione, spesso, i genitori, diventano i loro migliori alleati.
    Ciao, ciao, Bric!
    TT

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