Il sicario (terza e ultima parte)

[RIASSUNTO delle puntate precedenti: Un agente segreto, consapevole di 
aver fallito gravemente nella sua ultima missione, tanto da essersi 
fatto anche scoprire, si accorge che, da un paio di giorni, si è 
installato sotto casa sua un uomo. Tutto fa pensare che possa essere 
un sicario mandatogli per eliminarlo. Esasperato per questa situazione 
ansiogena e pericolosa decide di agire di anticipo e di eliminarlo a 
suo modo.] 
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Riprese la macchina. Cominciava quasi ad albeggiare. Si fermò nuovamente nei pressi di un palo della luce, subito dopo il trentanovesimo miglio della provinciale 105. Scarabocchiò un numero e lo infilò in un buco del palo dalla parte opposta alla sua. Il suo contatto avrebbe capito che entrambi si trovavano in pericolo di vita e che lui, almeno lui, sarebbe stato via per un po’ di tempo.
Nelle settimane che seguirono Jack non rimase mai nello stesso posto per più di due giorni. Dormì in motel, in un fienile, in una casa abbandonata. Anche se non aveva la sensazione di essere controllato o inseguito viveva in uno stato di perenne irrequietezza.
Dopo circa sei mesi, non avendo avuto disposizioni contrarie dall’Organizzazione, che per la verità aveva sospeso con lui ogni contatto confermandogli la rescissione del contratto, decise di tornare. Era notte fonda quando sbucò nella sua strada come un fantasma. Non c’era nessuno né sulla via, né tantomeno nell’incavo del portone difronte a casa sua. Gli ultimi metri li fece quasi di corsa. Aprì il portone di scatto e salì al suo appartamento. Tutto era tranquillo, ogni cosa sembrava tornata al suo posto, anche se il suo istinto lo continuava a mettere in guardia. In cuor suo c’era la segreta speranza che chi aveva voluto eliminarlo aveva incassato la sua violenta reazione e aveva deciso di lasciarlo in pace.
Rimase, comunque, per cautela in casa per alcuni giorni. Scrutò spesso la strada sia da dietro la finestra che dal terrazzo. Nessun pericolo apparente.
Poi, finalmente, decise di scendere in strada in pieno giorno. Prima guardingo, poi sempre più rilassato. Fece il suo solito giro, controllò i suoi soliti obbiettivi come se fosse stato ancora operativo. Ogni cosa sembrava tornata sotto il suo controllo. Pensò persino che avrebbe potuto prendere lui l’iniziativa di ricontattare lìOrganizzazione per sapere che aria tirava. Ci avrebbe pensato.
Nel primo pomeriggio fece rientro a casa. Nell’androne incontrò Melanie. Era tanto che non la vedeva, almeno non così spesso come avrebbe voluto. Abitava proprio nell’appartamento sopra al suo. Quella donna gli era sempre piaciuta ed ora le appariva splendida più che mai con quei capelli biondi oro a incorniciarle un volto da star del cinema. Era proprio pensando al colore di quei capelli che aveva scelto e comprato per il suo lavoro la più bella delle sue parrucche.
«Ciao Melanie» disse Jack sorridendo felice per quell’incontro.
«Oh ciao, Frank!»
La ragazza aveva gli occhi rossi come se avesse pianto a lungo e allora le chiese:
«Cos’hai? Non stai bene?»
«No, è per via del mio fidanzato.»
«Non sta bene?» domandò Jack fingendosi premuroso.
«Come, non l’hai saputo, Frank?»
«No, sono stato via. Cosa avrei dovuto sapere?»
«È… è sparito. Oramai sono sei mesi.»
«In che senso sparito?»
«Sì, avevamo litigato. Per due giorni si è piazzato qui davanti al portone di casa. Voleva fare pace a tutti i costi. Ma io, stupida, non l’ho fatto salire.»
Jack in un attimo pensò al suo uomo, a quello che credeva essere il ‘suo’ sicario, all’uomo che aveva ucciso.
«Ma no, vedrai che magari si è solo stancato ed è tornato a casa.» Balbettò Jack ad alta voce come per convincersi di questa remota assurda possibilità.
«No, non è possibile… lui abita lontano, non sarebbe mai tornato a casa senza la sua macchina che è ancora parcheggiata lì, dietro l’angolo del palazzo. La polizia l’ha cercato per ogni dove. Ma niente. Nessuna traccia. Lo so, me lo sento. Deve essergli successo qualcosa.»
«Jack si sentì mancare. Confuso, disse ancora qualcosa e, senza neppure prendere l’ascensore, salì in casa immerso in un turbine di pensieri. Si buttò sulla poltrona. Non poteva credere di aver fatto un errore simile. Si sentì male. Ebbe un conato di vomito. Aveva ucciso diverse persone durante la sua vita, ma tutte per uno scopo ben preciso e quasi sempre su istruzioni dell’Organizzazione. Ma mai per un banale equivoco.
Si alzò meccanicamente. Andò in bagno. Mise alla rinfusa le mani nell’armadietto dei medicinali sopra il lavandino da dove tirò fuori un paio di pastiglie colorate che ingurgitò spingendosele in gola.
‘Queste… queste mi dovrebbero calmare’ pensò.
Ma non fu così. Jack non riusciva a perdonarsi quello che aveva fatto. Ora capiva perché quando l’uomo lo aveva visto uscire dal portone truccato da donna si era fatto avanti per poi subito ritrarsi. Così conciato, l’uomo l’aveva scambiato per Melanie, la sua fidanzata, pensando fosse scesa per far la pace; poi accortosi che non era lei si era tirato indietro…
Cominciò a girare per la stanza misurandola a grandi passi come aveva fatto quel giorno di sei mesi prima. Ogni attimo che passava gli pareva di sprofondare in un incubo sempre più angoscioso. Poi si avvicinò alla finestra: l’aprì come se avesse avuto bisogno di far entrare aria pulita fin dentro la sua mente. E all’improvviso lo vide, laggiù.
Anche se era solo una figura nera, stagliata immobile contro il portone della casa di fronte, capì immediatamente chi fosse. Un uomo alto, pelato, un feroce e paziente predatore in attesa della sua vittima designata. L’uomo in attesa, come se lo avesse chiamato, alzò lo sguardo verso di lui fino ad incrociarlo e a sorridere sardonicamente; uno sguardo penetrante, cupo, carico di indifferente odio. Un gelo di morte entrò nel corpo di Jack: sì, quello era il suo sicario, quello vero. L’aveva capito sin troppo bene. E questa volta era venuto proprio per lui.

(fine)

13 pensieri su “Il sicario (terza e ultima parte)

  1. Che terribile mestiere quello del sicario ! lo hai raccontato bene perché è uno che ammazza su commissione e tu lo hai reso semplicemente un uomo , in fondo è così . Bravo 👏

  2. Come sempre molto ben scritto. Ovviamente la sorpresa finale era attesa, perché ormai conosciamo il tuo stile.

    😏
    Però ci descrivi così bene un protagonista stanco, disilluso, depresso e pronto ad arrendersi, che mi viene da chiederti se ti va tutto bene.
    😱🤔😱

  3. ciao! ^_^ *
    mi presento…
    sono Cinzia…
    il sicario… non è un mestiere adatto a tutti…
    il sicario… vive con il buio dentro…
    il sicario… l’unica amica che ha è la morte…
    il sicario… si sporca l’Anima con il sangue nero…che molti chiamano dio denaro…
    ho pensato questo dopo aver letto il tuo racconto…
    buona domenica! =)

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