Il passaggio

quadro - astratto«Hai chiuso il pozzo?»
«Sì, zio.»
L’uomo si era di nuovo sigillato nei suoi pensieri; stava riordinando la cucina in vista della cena mentre Il bambino finiva i compiti sul tavolo di quercia.
«Ma perché me lo chiedi sempre, tutti i giorni, zio?»
L’uomo per un attimo si immobilizzò come se al posto del sangue ci fosse stata la scagliola che di colpo si fosse rappresa. Quindi gli disse: «ma se te l’ho già spiegato tante volte…»
«E tu ridimmelo.»
L’uomo, nel girarsi, sorrise alzando gli occhi al cielo: «perché, se piove, l’acqua del pozzo si sporca…»
«E poi?»
«Ma se lo sai già.. dai, mi fai solo sprecare il fiato.»
«E poi?» insistette il bambino.
«E poi perché siccome è un pozzo molto profondo e anche piuttosto antico… se non lo si chiude di lì passa il diavolo.»
Enea era tutto contento. Batté le mani di soddisfazione: a lui piaceva tanto quella storia. Che fosse vera o no poco importava; quello che adorava era il modo in cui lo zio la raccontava, tra lo spaventato e il preoccupato.
Poi trascorsero gli anni e lo zio morì.
Enea, che aveva ereditato la casa, per diverso tempo, più per abitudine che per altro, continuava a chiudere il pozzo. Ma un giorno, era già diventato adulto, chissà perché se ne dimenticò.
Lo zio mi prendeva in giro… mi spaventava solo per farmelo chiudere’ mormorò tra sé e sé quando si accorse della dimenticanza. Prese così a coprire ugualmente l’apertura, ma più per non inquinare l’acqua che per false paure; e se si trovava già a letto sotto le coperte, ricordandosi solo allora di aver lasciato aperto il pozzo, non si alzava più come avrebbe fatto una volta.
Passarono diversi giorni e poi, una sera, tornando a casa dal lavoro, trovò lo zio in casa. Era affaccendato in cucina. Sembrava volesse preparare la cena.
«Ciao, Enea, come stai?» gli disse appena lo sentì entrare.
Il nipote allibì.
«Che ci faccio qui, ti stai chiedendo, visto che sono morto? In verità dovresti dirmelo tu… Enea, hai lasciato il pozzo aperto… e non ho neppure più trovato il coperchio.»
«Ho finito per rimuoverlo zio… era scomodo star sempre lì ad aprire e chiudere e…»
«Sì, ma mi ero raccomandato di tenerlo ben chiuso…»
«Sì hai ragione, ho sbagliato…»
«E ora sono qui…» fece lo zio indicandosi con la mano aperta sottolineando l’evidenza.
«Lo vedo, zio…»
Enea non sapeva cosa aggiungere. Non era possibile che quella scena stesse davvero accadendo davanti ai suoi occhi.
«Comunque, stai tranquillo… ho trovato un crocifisso in casa… l’ho posato sulle spallette del pozzo e per un po’ di lì non entreranno. Ma dobbiamo richiuderlo, prima o poi, se vogliamo evitare il peggio.»
«Sì, zio, va bene… lo farò… e… e tu? Cosa vuoi fare?»
«Io invece sono già passato e rimarrò qui…»
«Ma allora tu sei… tu sei…» ripeté Enea senza riuscire a finire la frase.
«Ho fatto un mucchio di male azioni quando ero giovane, di cui non sai nulla…» Lo zio gli si avvicinò lentamente. Lo accarezzò con un sorriso che gli gelò il sangue. «Già, sono proprio quello che pensi, accidenti se lo sono…» proseguì «…e ho un mucchio di lavoro da fare in giro; e, visto che mi hai fatto venire sin qui, mi aiuterai…»

30 pensieri su “Il passaggio

  1. Sempre coinvolgenti i tuoi racconti! Nonostante tutto il diavolo aveva dato un buon consiglio perchè i pozzi aperti sono sempre pericolosi, specie se ci sono bambini in giro!
    Un caro saluto!

  2. Credo proprio che voglia farlo per dargli una lezione… Le credenze popolari sono utili proprio a questo e servono per inculcare nella mente di chi acolta un da farsi… In un certo senso vanno apprezzate… Vedendo in positivo le cose servono pure…

  3. Raccontato come sempre molto bene. Non credo al diavolo e mi ha divertito 😊 👿

    (… È colpa anche del tuo logo con il muso simparico della mucca. Come faccio a non ridere? Mette allegria, ciao! 😄)

  4. bello!
    Il pozzo…una voragine dove ci si può inventare di tutto, dove si può chiudere anche la propria anima. Anche quella più distorta.
    Enea forse lo sapeva di essere una di quelle anime…

    • Mi sono accorto che in tutti questi anni ho scritto diversi racconti sull’oggetto pozzo. Sicché hai proprio ragione: c’è qualcosa di misterioso e insieme di fatalmente affascinante in queste voragini che mettono in collegamento il cielo con le viscere della terra.
      E ci sono pagine molto coinvolgenti sulle suggestioni che un pozzo può dare ne “Il profumo” di Patrick Süskind e ne “L’uccello che girava le viti del mondo” di Haruki Murakami.

  5. “ZIO CORRI A VEDERE, C’È QUALCOSA CHE SI AGITA IN FONDO AL POZZO”.
    “Scostati, fammi vedere… ma sei sicuro? L’acqua mi sembra tranquilla”.
    “Prova a guardare più da vicino zio…”
    “Ma che fai? NO NON SPINGERE … AAAHHHHHHHHH…”.
    “Ciao ciao zio, e già che ci sei salutami pure il diavolo”.
    😜😈😂

Lasciami un tuo pensiero