Erano le tre del mattino ed Eleanor era distesa sul letto, il busto adagiato su due enormi cuscini, gli occhi sbarrati sullo specchio dell’armadio di fronte. La dieta non la lasciava dormire: una carota, un sedano e tre bicchieri ricavati dall’emulsione di una polvere sospetta non trovavano pace nel suo stomaco. Martha, la sua nuova compagna, vent’anni più giovane di lei, le aveva messo in testa di essere grassa. Non avrebbe dovuto ascoltarla (rimuginava tra sé e sé). Lo squillo del telefono spaccò in due i suoi pensieri come un’accetta avrebbe potuto fare con una mela.
«Pronto?»
«Coswell?» chiese una voce maschile.
«Sì? Chi parla?»
«Vorrei parlare con Len Coswell, è urgente…»
«Sono io ‘Len’ Coswell, ma chi è? Lo sa che ore sono?»
«Certo, che lo so» rispose l’uomo seccato: «lei però non può essere Len: lei è una donna!»
«Guardi non ho tempo da perdere per questi scherzi, ora riattacco…»
«No, per carità, mi lasci finire, ne va della sua vita.»
La donna corrugò la fronte: la voce del suo interlocutore era disperata, vibrante, persino indifesa. «Mi vuole dire, allora, lei chi è?» fece la donna più disponibile.
«Mi chiamo come lei: Len Coswell. Lenny per gli amici. Mi scusi, è che credevo che il mio doppio fosse un uomo.»
«Il suo cosa?»
«Sono il suo doppelgäng, non ne ha mai sentito parlare? Lo so, sembra una cosa assurda, ma lei è esattamente come me. Fa il mio stesso lavoro, il bancario, vive a Denver, al 356 di Church Drive, ha 45 anni e ha un gatto di nome Ariel.»
«Come fa a sapere tutte queste cose?» chiese allarmata.
«Gliel’ho appena detto, sono il suo doppio, il suo sosia, lo chiami pure come le pare, solo che sono un uomo e vivo in un’altra dimensione.»
La donna si guardò allo specchio: no, non stava sognando. Chiuse gli occhi, sospirò: «non capisco.»
«Non c’è tempo per capire. L’Organizzazione Oscura ci ha individuati: ci vogliono eliminare. È in atto una vasta operazione di pulizia razziale. I ‘doppi’ li considerano impuri, anomalie genetiche. È una settimana che sogno il suo numero di telefono e una voce che mi imponeva di chiamarla. Ho capito che se volevo stare tranquillo dovevo avvertirla. Ed eccomi qui: domani, a mezzanotte precisa, si faccia trovare al 2877 di Market Boulevard.»
«Lì c’è il grattacielo Kranken, quello appena costruito» obbiettò Eleanor.
«Già, il Kranken, ma è solo una copertura. All’interno c’è uno Shuttle pronto a partire che la porterà a destinazione. Lo prenda.»
«Continuo a essere sconcertata per quello che mi dice…»
In quell’istante, dall’altro capo del filo, si sentì un’esplosione e delle urla.
«Cos’è stato?» domandò la donna gridando a sua volta.
«Sono arrivati!» mormorò disperato Lenny nel microfono «…prima del previsto, scappi, scappi.»
Si sentirono voci concitate, colpi d’arma da fuoco, poi più nulla.
«Pronto? PRONTO?» disse la donna. Il telefono era muto. Poi, nel silenzio della stanza:
“Interkonnect, messaggio gratuito, l’utente da lei chiamato è inesistente, si prega di non richiamare.”
I tuoi racconti sono come un vino pregiato, con il tempo migliorano…
Bravissimo Bric! TT
E' per caso per il concorso che ti ho segnalato? Moltomoltomolto bello!
Atmosfere alla Dick… a un certo sci-fi amaro e truce. Complimenti.
Molto, molto bello!