«Dice che si è appena seduto, che è molto stanco e che si alza subito» fece il ragazzo fissando un punto in alto alla sua sinistra, giusto per richiamare le esatte parole che aveva sentito. In realtà l’uomo, cui il cameriere stava facendo riferimento, era seduto al tavolino nel déhors del bar da almeno venti minuti e non aveva ordinato nulla. Quella era l’ora di punta e c’erano diversi turisti impazienti, in piedi, che aspettavano il proprio turno per sedersi.
«Va bene» disse Tullio al ragazzo «ci penso io…»
Uscì sulla piazza. Era una bella giornata di sole, come non ce ne erano state da diverse settimane. I turisti, soprattutto stranieri, erano arrivati a comitive a gremire le strade e le vie di Lughi. E la sua celebre piazza.
«Sono desolato, signore, ma le regole della casa impongono per chi vuole rimanere seduto, l’obbligo della consumazione…» gli fece Tullio cortesemente.
L’uomo davanti a lui poteva avere una cinquantina d’anni, mal portati. La camicia era sgargiante e il viso quasi del tutto occultato da pesanti occhiali da sole con lenti molto scure; i capelli erano corti, sul davanti, ma lunghi e appiccicaticci su un collo che avrebbe avuto bisogno di una urgente lavata, e pure da qualche giorno.
«Detto già suo ragazzino, ora vado subito, riprendo fiato… io stanco.»
«Mi perdoni, ma la sedia su cui è seduto per me è molto costosa, perché si trova su una piazza famosa, di una città rinomata. Non è la panchina di un giardino pubblico…» precisò Tullio mantenendo un tono garbato. «Se non consuma non può stare qui.»
«Quante storie fai tu… adesso allora penso sopra… e poi dico…»
L’accento era indefinibile. Poteva essere greco, del Montenegro forse, o cipriota; insomma più o meno di quelle parti: aveva un amico che parlava così. Dopo un po‘ Tullio capì che cosa lo stava irritando. Era il sorriso insolente e arrogante di chi è abituato a comandare e a pretendere vivendo alle spalle altrui.
Tullio tornò senza fiatare dentro al bar. Sbrigò alcune ordinazioni appena prese, lasciò trascorrere cinque minuti e poi riuscì:
«Allora, signore, ha potuto scegliere qualcosa dal menu che le piacerebbe bere o mangiare?» chiese di nuovo con cortesia al turista.
«Ancora tu?» chiese l’altro sbuffando con fare eccessivo, ma senza alzare lo sguardo dal display della costosa macchina fotografica che aveva tra le mani: stava visionando le foto scattate nella giornata.
«Non vollio niente, lascia me stare. Voi tanto fieri di vostra ospitalità… e poi pensare solo a sporco denaro e infastidire me povero uomo che cerca solo ombra e pace» gli disse squadrandolo con aria di sfida. Tullio rimase impietrito. Ricambiò l’occhiata fino a quando il tizio non si mise nuovamente a guardare le foto, come se lui se ne fosse andato.
Tullio rifletté, poi disse:
«Lo sa… ha ragione, l’ospitalità innanzi tutto. Sono davvero spiacente di averla importunata. Sono sicuro che lei è accaldato e che le farebbe piacere una bevanda dissetante, tipo mocktail, la specialità della casa; lo accetti, la prego, come segno delle mie sentite scuse e omaggio del nostro bel Paese che la ospita.»
E subito tornò al banco a preparare la bevanda, personalmente.
«Eccola» disse tornando dopo qualche minuto e posando il bicchiere umido di ghiaccio davanti al turista sbalordito. Il mocktail era imponente, colorato, invitante. L’uomo senza neppure ringraziare vi si avventò a berlo.
Tullio, soddisfatto, rientrò lentamente nel bar. Prese un foglio di carta e scrisse con un pennarello a caratteri di scatola le parole: “FUORI SERVIZIO” e lo attaccò alla porta del bagno chiudendola subito dopo a chiave.
«Oddio, si è intasato di nuovo?» fece l’altra cameriera.
«Per noi no, ma per quello seduto là fuori, sì. Quando fra qualche minuto faranno effetto le venti gocce di lassativo che gli ho appena messo nella bevanda credo che in qualche modo lascerà il tavolo.»
Un po’ di cattiveria, o sbaglio?
Un saluto.
Univers
Non sbagli 🙂
L’arroganza va sempre punita; è un imperativo categorico.
Sembra una frase da il Giustiziere della Notte 2 la Vendetta 😁
😂😂😂
‘na birichinata!!!!
Mi duole intromettermi, ma a difesa di Tullio vorrei aggiungere che alcuni mesi prima era stato in vacanza in Messico, alloggiando in un hotel che era stato appena vinto a poker da un astuto levantino. Costui serviva ai clienti l’acqua del posto spacciandola per una pregiata marca di acqua minerale, e come risultato al povero Tullio era venuto un gran mal di pancia, ed era stato ricoverato in un ospedale messicano, dove però aveva avuto modo di capire come erano andate le cose. Tornato in Italia, debole e smagrito, Tullio aveva giurato di vendicarsi, anche se non sapeva come; immaginate quindi il suo stupore, quando ha riconosciuto in quell’odioso turista il suo avvelenatore? E quindi, in breve, questo è il “dietro al racconto” della vendetta della “vendetta di Montezuma”!
😀 😀 😀
Que viva Tullio!
🤔
E non chiamiamo Tullio razzista… ;D Un po’ di lassativo e passa la paura e viene il cagotto.
Ottimo racconto
Sai Briciola, detto tra noi, stai diventando un vero birbante!
😀 😀 😀
Però poverino…può essere che non avesse soldi con sé…🙄
La macchina fotografica costosa proverebbe il contrario. In ogni caso non avrebbe dovuto occupare per una mezz’ora il tavolino… anche perché non è obbligatorio fare il turista. 🙂
In effetti…
Ahahah…dietrologia mascherata da gentilezza…bel pezzo…sagacemente acuto alla tua maniera…😂
😮 non me l’aspettavo proprio
Vuol dire che ho fatto un buon lavoro… 😀
Non sarebbe la prima volta che uno abbassa i pantaloni e sbriga la faccenda in loco senza fare un piega… 😉
Anche questo è vero… purtroppo.
E’ successo persino davanti a me. Ma era la cosa “piccola”, come si dice, non quella “grossa”. Era un’americana completamente ubriaca. Si è messa lì, tranquilla, accovacciandosi davanti a me come se si volesse riposare, mentre l’amica mi chiedeva una informazione logistica.
Che tristezza…
Quello secondo me corre al gabinetto e butta giù la porta… 😀
Potrebbe, in effetti… 😀
Tullio…. Meglio averlo co me amico….
Tullio avrà più di una ragione per pentirsi della sua impresa, credo
ciao