Il temporale, dopo i tuoni roboanti e i lampi di luce violenta, si abbatte sulla casa spegnendo ogni luce. Per qualche istante rimango immobile, preda dell’oscurità, come se dovesse succedere ancora qualcosa. Mi alzo lentamente e dal cassetto, a memoria, estraggo una candela. La luce, poco dopo, oscilla nell’aria quasi incredula di essere lì; è appena nata ed è già capace di sfidare i sortilegi; le ombre, di rimando, si obliquano perplesse, gli oggetti si dilatano e la vita poco a poco si scontorna; è una luce accecante nel buio spesso.
E poi, come se mi fosse tornato d’un tratto in mente, si fa acuto il desiderio di assenza; è la voglia irresistibile di lasciarsi andare, senza forze, come una foglia accartocciata attorno al suo cuore. E cadere, cadere, cadere, abbandonandosi al vento, a occhi chiusi, a capofitto nell’oblio incolore, senza ritorno, girando su se stessi nel vortice dello smarrimento. Il buio, là fuori, preme per entrare quasi a volersi riparare dai rovesci di pioggia: lo sento addensarsi e spalmarsi sulle finestre come una vernice. Il silenzio è inebriante, pieno di suggestioni. Penso a quanto sarebbe liberatorio starsene in balia del niente, accarezzando i ricordi, senza orizzonte e direzione, senza dare ordine ai pensieri, come pietruzze confuse di sabbia che scivolano una sull’altra per scaldarsi al sole.
Sì, cullarsi sull’onda dei suoni, delle voci impenetrabili di chi non c’è più, di preghiere che non so più dire; facendosi trascinare come uno brandello di nuvola spartita dai venti sopra questo mare di malinconia che non ha fine. Sì, sì, smettere di lottare, smettere di illudersi di poterlo fare, sospendere ogni giudizio, cercare di dimenticare se stessi almeno per un momento, rifiutarsi di ubbidire a tutte le regole che non fanno altro che creare altre regole e ricominciare a perdersi per i sentieri dell’anima, per poi finalmente perdonarsi, ritrovando i perché dimenticati e tutte le lacrime che non sono più riuscito a piangere.
Sembra che la pioggia prediliga la notte per poter scendere senza volto e senza scopo; forse per il solo gusto di buttarsi giù a capofitto sul suolo testardo. Non sembra del resto neppure pioggia se la guardi a testa all’insù picchiettarti sul viso come per farti capire che sei vivo.
E poi l’occhio ipnotico della candela, tra i chiaroscuri della stanza, si spegne in un sospiro lungo quanto il filo di fumo che ha preso il suo posto; e la luce torna a soggiogare ogni cosa.
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Pingback: Abbandono | Giuartae
E poi leggendo, immagino di illustrarti quanto scritto, a modo mio! a presto, Giu.
Se ti riuscisse di illustrarlo davvero, mi piacerebbe vederlo… 🙂
lo farò! 😉
L’ha ribloggato su losangelinews.
E cadere, cadere, cadere, abbandonandosi al vento, a occhi chiusi, a capofitto nell’oblio incolore, senza ritorno, girando su se stessi nel vortice dello smarrimento… Bellissimo!!!! 🙂
Buono anche questo. Buona domenica.
banzai43
Che dire? Suggestivo e stimolante .Secondo me spinge il senso non senso, ambiguo, del presente
Sherazadeconamicizia
Rileggendo il tuo brano, un altro punto mi conquista e cioè dove dici: “ritrovando i perché dimenticati e tutte le lacrime che non sono più riuscito a piangere”…in effetti è un bene che non si sia più pianto…vuol dire che si stava innestando la speranza di qualcosa di più positivo rispetto alla cosa precedente che rattristava! E poi i perché dimenticati possono risolversi con esito favorevole alla luce di un esito positivo raggiunto…in modo che il perché trovi conforto in una conferma e non si trasformi in un dubbio!
Ho reso l’idea…è colpa tua se mi profondo in riflessioni un pochino arzigogolate…mi piace raccogliere il sasso che lanci con questi spunti!
CIAO!!!
Molto vera e ipnotica come lettura, anzi direi verosimile. Un salutone, a presto. Univers
a volte sentirsi soli non è propriamente un cattivo presagio, ricercarsi e magari trovarsi necessita di silenzio e magari pioggia in quell’attimo di silenzio che avvolge e ci rende unici. Una pagina in cui ritrovarsi è facile, dove i sensi sono l’anteprima di una scelta o forse del bisogno intrinseco di evadere, fuggire da tutto e tutti in un volo mentale, lontano da tutto quel “resto” che a volte contamina. Complimenti, veramente una bella lettura. Ciao
Hey! C’ è un tag per te qua: https://sarahmaria76.wordpress.com/2015/05/02/sarah-maria-76-mood-music-tag/
Bellissimo flusso di pensieri. Per qualche strana ragione, la pioggia ha su alcuni di noi un alto potere evocativo. Quello che ne nasce poi sono pezzi unici come questo ♥
narrazione ipnotica e suggestiva….
bello sarebbe starsene”starsene in balia del niente” , ma l’oblio lo preferisco pieno di colori…grazie!
L’ho ordinato… 🙂
ci contavo.So che ti piacciono i colori
wow ! a. grazie per la condivisione. cheers
Un’altra fantastica descrizione di un’atmosfera, un periodo, una situazione Briciola. Bellissima. Buon sabato.
L’ha ribloggato su kenzokymura.
Molto suggestiva è l’assonanza tra il buio e la pioggia. Il buio sembra prendere corpo, acquistare vita e vivere lo spazio effimero tra un lampo e l’altro, finché la luce non impone il suo dominio.
Veramente intrigante è questo post.
Riesci a trasportarci ovunque…. Grazie (P.M.)
Che incanto! Bellissimo!
Belle suggestioni! A volte vorrei abbandonarmi così..a volte cerco di farlo…
Il desiderio di assenza…il silenzio inebriante .uao…mi sembra un vuoto non a perdere…fantastico come sempre…cmq se ti basta il mio perdono …te lo concedo…ahahah…ma credo che non ce ne sia bisogno…purchè continui a essere come sei…CIAO
quello che mi sorprende leggendo quello che scrivi è che ognuno può vederci quello che vuole…l’ho sperimentato io stessa.
Briciola, sei bravissimo….ma credo di avertelo già detto…
che guaio la creazione?
ciao
In che senso? 🙂
I ricordi hanno sempre questo sapore e tu, hai saputo ricrearlo con le parole!