Quando la donna guardò attraverso il vetro della cucina vide che qualcuno si stava aggirando attorno alla casa.
«Cosa ci fa lei nel mio giardino?» lo aggredì severa.
«Mi scusi signora, ma stavo seguendo una volpe: si deve essere nascosta da queste parti». L’uomo era alto, ben messo. Gli occhi erano profondi come un bosco d’autunno carico di sortilegi. La donna non si aspettava quella risposta ingenua nella sua vita perplessa.
«Una volpe? Ma io ho le galline! Va bene, sia ben chiaro però: non può restare qui e prima che faccia notte dovrà andarsene».
Si fece notte e l’oscurità cancellò ogni cosa in quella campagna senza luna. I rumori inquieti, i versi degli animali senza pace, furono risucchiati dal silenzio profondo che precede la neve. L’uomo, il mattino seguente, si trovava sotto la quercia e stava piantando la tenda.
«È ancora qui?» fece lei disorientata «mi sembrava di averle detto di andare via…»
«Mi scusi signora, è che ho visto la volpe appena mezz’ora fa. Ho piazzato la trappola, quando ripasserà la prenderò. Ci vuole solo un po’ di pazienza».
La donna si guardò in giro respirando il respiro dell’erba bagnata. L’uomo profumava di tabacco e legna bruciata.
«Va bene, sia ben chiaro però, non le porterò né da mangiare, né laverò le sue cose. E prima che sia passata una settimana dovrà andarsene».
In quella settimana arrivò l’inverno con i suoi piedi gelati; scaricò neve e galaverna a lavorare di trine rami e sogni. La sera del settimo giorno si sentì bussare alla porta.
«E lei che ci fa qui? Non è ancora andato via?» chiese la donna serrandosi lo scialle addosso.
«Mi scusi signora, è che la volpe è sparita, non sono più riuscito a vederla. Mi sembra però di aver scorto un lupo tra i cespugli» disse lui, battendo i denti dal freddo.
«Un lupo?!? Ma io ho le pecore! Va bene, entri. Però sia ben chiaro: le farò da mangiare unicamente due volte al giorno e scalderò solo la mia parte di letto. Fra qualche mese, forse, dovrà andar via».
dunque, io qui sotto casa avrei delle belle pecorelle e da lontano si sente un lugubre ululato..
più che una favola pare un sogno…o un cortometraggio simbolico-onirico
hai capito la signora eh?”!!??! bagascia inside! :O)
carina… e si c’è sempre bisgno di qualcuno, che ci stia vicino e ci protegga, carina molto la favoletta la hai scritta tu?
comunque è molto significativa.
Ciao carissima, un caro saluto e buona settimana!
è leggendo blog come questo che capisco l’inadeguatezza della mia scrittura..però..
…è sempre un piacere trovarti tra i miei link 🙂
M.
Garnett ti piacerebbe tanto. Anche tu a lui.
saluti silvani
Bellissimi racconti e bellissime vignette! Questo racconto, poi, è più vero di quanto si possa immaginare… 🙂
Questa signora non è ispida come appare.E’ una signora-croissant: fuori ha la crosticina ma dentro ha un cuore dolce di marmellata.
… bella e lieve questa favola che in qualche modo mi ha ricordato l’episodio del piccolo principe e la volpe. Un sorriso Mapi 🙂
Volpona la signora: sempre meglio di uno scaldaletto Imetec e soprattutto più economico!
a quanto pare, ancora una volta chi la dura la vince!
…fuuuuurbo!!!
…che bella questa… mi è piaciuta veramente tanto… soprattutto il finale…
complimenti
Buon fine settimana che sia sereno
un abbraccio
Monica
eh eh eh…carine la tua fanta-fiabe…io sono un vignettista semi-professionista e volevo chiederti: come si fa ad avere uno spazietto-tag a lato come quelli che hai tu?! Grazie e baci :-DD
ieri ero rimasta attratta dai tuoi racconti….e stranamente tu oggi mi hai commentato.
Sono tanto felice di conoscerti
Bye!
Gombrimendi pel briosche
Very Denkio pela visida
Vieni a meddere il duo gompreanno nel sisdema GOMBREANNI, gosi’ guando arriva di spediamo gli anguri e dandi ma dandi regali
Giao
Suju
ma che carine ste favolette, esopo rosicherebbe…
pers