Le analisi di routine

Il medico lo guardava da sotto gli occhiali da lettura. Il busto era rivolto verso il monitor e si era interrotto nel digitare nella scheda del paziente.«Sì, d’accordo. Lei mi chiede di prescriverle qualcosa per i suoi incubi ricorrenti… ma da quand’è che non fa una visita di controllo?» chiese con il tono di chi conosceva già la risposta. Jacopo alzò gli occhi di lato. Cercò di ricordarsi. «Ecco appunto» fece il medico. «È sicuramente passato troppo tempo e lei, mi scusi, ha un’età in cui dovrebbe cominciare a fare un checkup ogni anno».
Quando uscì dallo studio medico Jacopo sapeva benissimo che non avrebbe fatto nessuna analisi. Stava bene, poi avrebbe dovuto spendere tutti soldi? Ma un altro incubo più cupo di tanti altri lo agitò tutta la notte senza svegliarlo. Aveva visto suo padre in un letto di ospedale, con le braccia piene di aghi e tubicini, attorniato da persone con le facce contrite. Erano tanti anni che non lo sognava più. Era molto piccolo quando era morto e ora vederselo lì, gli occhi stralunati, con il respiro spento in gola, lo aveva sconvolto. Decise che tutto sommato poteva anche farle quelle benedette analisi, magari alcune, quelle meno dispendiose.
Dopo un paio di settimane, Jacopo si trovò così nel corridoio del laboratorio, con un biglietto numerato in mano: aspettava il suo turno per il ritiro. Era quella una sensazione nuova e non sapeva come gestire quel disagio. Quando chiamarono il suo numero, la ragazza di là dal banco tirò fuori una busta dallo schedario e gliela consegnò. Stava guadagnando l’uscita, un po’ preoccupato, quando si sentì chiamare.
«Il sig. Moroni?». Un uomo in camice bianco, uno stetoscopio a tracolla e un foglio in mano, lo stava squadrando. Lui annuì. «Allora mi segua, per cortesia». Entrarono in una stanza vuota e il medico si sedette alla scrivania.«Allora… mi dà le sue preferenze?» agitando una penna sopra il foglio.
«Come dice, scusi?»
«È rimasto solo da compilare questo modulo» fece il medico sorridendo di circostanza, ma con l’aria di chi aveva fretta.
«Modulo?»
«Sì, per l’autorizzazione agli espianti…»
«Ma cosa sta dicendo? Che razza di scherzo è questo?»Il medico rimase per un po’ senza sapere cosa aggiungere. Era confuso. Poi posò il foglio e assunse un tono remissivo.
«Non si ricorda? Il Morbo di Dazi-Spangher … era stato diagnosticato a suo padre quarant’anni fa e anche a lei. L’aspettativa di vita è di 48/52 anni. Lei ne ha 54. Ma le analisi purtroppo non mentono, lei è all’ultimo stadio. È tutto scritto in quella busta che ha sotto il braccio». Jacopo guardò la busta come se si aspettasse una conferma. «Ha solo due mesi di vita» incalzò il dottore. «In questo modulo c’è scritto che lei era stato informato, anche per quanto concerneva l’autorizzazione agli espianti… Comunque meno male che si è fatto vivo, non sapevamo come rintracciarla. Ora possiamo organizzarci in modo da essere pronti al momento opportuno». Jacopo sentì un sudore freddo corrergli lungo tutto il corpo. Sembrava uno dei suoi incubi, solo che questa volta era sveglio. Dopo un primo momento di rifiuto per ciò che il medico gli stava dicendo, rivide suo padre nel letto di ospedale con le braccia piene di aghi e di tubicini. A poco a poco si ricordò di sua madre e di quando a dieci anni gli aveva parlato di quella rara malattia genetica che non lasciava scampo. Aveva rimosso ogni cosa, anche perché aveva voluto credere in tutti quegli anni che la malattia potesse colpire solo suo padre. Si accorse che il medico lo stava fissando qualche minuto. Lo vide sbuffare in modo impercettibile.
«Allora» disse quello tamburellando con la penna sul tavolo. «Purtroppo non ho molto tempo da dedicarle: ha deciso per quali organi vuole fare l’espianto?»

11 pensieri su “Le analisi di routine

  1. Anche se la trama è piuttosto triste ed inquietante il racconto è molto ben articolato, si legge tutto d'un fiato e pcontiene molti spunti di riflessione.Ho pensato a quanto effimera possa essere la vita, a come sia importante vivere l'attimo, cercare a tutti icosti di essere felici, non si sa mai cosa si nasconda dietro l'angolo.

  2. Complimenti per la grafica del blog,molto carina.Il racconto molto bello,mi ha ricordato quel film"apri gli occhi",nella versione americana era "vanilla sky",anche se la trama è diversa,mi ha dato lo stesso senso di spiazzamento.Un saluto,Ramal:)

  3. Sono sempre affascinata dai tuoi racconti, mi rendo conto che ogni volta che sono quasi alla fine, cerco di accellerare la velocità di lettura per sapere come va a finire. Molto emozionante, scivola nelle vende della mente in modo incredibile! Mi devo ancora riprendere!

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