Un treno carico di stelle – Dietro il racconto

Come spesso mi accade in fase ideativa, tutto è iniziato da un’immagine che mi si è stampata nella testa.

Non so affatto dire il perché ciò accada e soprattutto non so cosa la produca; so solo che succede: ed è spontanea, imprevista e improvvisa.

E l’immagine-starter, così come mi piace chiamarla, in questo caso era quella d una mano mozzata che viene tirata dagli insorti contro il vetro del treno fermo sui binari. Da lì il racconto ha preso forma espandendosi a poco a poco, tutt’attorno e a tutto il resto: alla trama, ai personaggi, agli eventi, alla location.

E’ un’immagine forte che compare nel racconto quando meno ce la si aspetterebbe e che segna il precipitare della situazione (di una vicenda simile avevo già scritto in un’altra storia, del genere però creepypasta, pubblicata su questo stesso Blog –> Una musica divina).

Il treno cui faccio riferimento nel racconto, come qualche lettore attento ha raccolto, è effettivamente l’Orient-Express in una versione però moderna e rivisitata (per esempio da –> Belmond). Anche se ho poi pensato a un tragitto probabilmente non coperto da questo servizio che tocca paesi più a est (dove si svolgono i fatti). Un paese moderno europeo non dovrebbe essere infatti a rischio di golpe.

L’atmosfera cui ho voluto accennare è quella tipica di Agatha Christie (   –> Donne straordinarie – Agatha Christie), anche se ho introdotto alcune note più proprie di un thriller moderno mescolate qua e là da tinte noir.

La storia è troppo breve inoltre per avere uno sviluppo di lungo respiro, per cui ho preferito tratteggiare la trama, più che approfondirla, puntando piuttosto sulle sensazioni da consegnare al lettore: come l’ansia, lo sgomento, la claustrofobia (la trappola per topi rappresentata dal treno messa poi in evidenza dalla metafora finale) e da ultimo la desolazione.

Il personaggio principale è Oliver, di cui si sa ben poco se non che è un neo pensionato che si è voluto regalare un viaggio “costoso” (da single) per festeggiare quella particolare occorrenza della sua vita.

La sua caratteristica principale è di essere un semplice spettatore degli eventi. Mentre gli altri personaggi infatti (i signori australiani, la donna misteriosa che guarda fuori dai finestroni, le due gemelle, le “dame”, l’uomo che viaggia con il figlio…) “fanno” tutti qualcosa per reagire al crescendo degli eventi, Oliver si limita invece a osservare, a registrare con lo sguardo e con il pensiero quello che vede e sente, quasi fosse un giornalista che memorizzi i fatti per poter poi scriverci sopra un articolo.

Se avessi avuto più spazio e più tempo avrei potuto affrontare anche un’altra tematica, vale a dire quella che attiene al riconoscimento di Oliver da parte della donna misteriosa ormai morente, perché colpita da un proiettile di rimbalzo. Volevo infatti svelare che la donna in questione in realtà già conosceva l’uomo per averlo incontrato molti anni prima a una festa di anniversario del padre quando lei era ancora adolescente e si era innamorata perdutamente di lui (come del film “Sabrina”?, –> Sabrina (1954))

Quanto al titolo avevo pensato in un primo momento a “Un treno contro la notte” o, dando risalto allo svelamento della donna misteriosa: “Ciao, Oliver“. Poi è prevalso il titolo attuale che ho ritenuto più suggestivo.

Da ultimo, il Krug (–> Krug) è lo champagne che preferisco in assoluto, anche se riconosco non essere forse il più titolato come ad esempio il Cristal. Quando, quelle rare volte, ho avuto la possibilità di berlo l’ho davvero molto apprezzato.

Vai al racconto –> Un treno carico di stelle (prima parte)

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