Il bambino stava girando lentamente il cucchiaino nella tazza del latte, come se avesse voluto farci un buco sul fondo. Il suono del metallo contro i bordi di terracotta aveva un non so che di ipnotico. Gli occhi erano ancora gonfi di sonno e il labbro inferiore copriva parzialmente quello superiore in un modo (il bambino non poteva saperlo) che lei aveva visto fare tante volte a suo padre quando era pensieroso.
«Qualcosa non va?» gli chiese con una voce dolce che pareva non avere un’origine determinata. Il bambino rimestava, senza rispondere. La nonna continuò a fissarlo: «Poi più tardi esco a prendere il giornale e ti compro le figurine dei Transformers, va bene?» aggiunse lei allungandogli una carezza quasi a voler mettere un po’ d’ordine in quel groviglio di capelli arruffati.
«Ma tu nonna» disse il bambino rompendo all’improvviso il silenzio «tu che sei vecchia…»
«Anziana…» fece lei correggendolo paziente.
«Sì, hai ragione… tu che sei vecchia e anziana, ci pensi mai alla morte?»
La donna fece un impercettibile movimento all’indietro con la schiena, alzando entrambe le sopracciglia verso i capelli color panna.
«E che discorsi sono mai questi? Deve pensare a queste cose tristi un bambino della tua età?»
«No, nonna, non hai capito, è per una ricerca per la scuola.»
«Ah, allora…» fece cercando di concentrarsi sulla domanda e trovare le parole giuste. «Diciamo che ho avuto tutta la vita per pensarci…»
«Il mio compagno di banco tuttoscemo dice che quando sua nonna morirà gliela sostituiscono con un’altra, perché non si può stare senza nonne…» e alzò il cucchiaino sulla superficie del latte contemplando le pesanti gocce di avorio che vi faceva cadere.
Lei sorrise.
«E dice pure che il segreto è comunque vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo… glielo ha detto il papà del suo papà che è uno furbo. È vero questa cosa qui, nonna?»
«Sì, si dice proprio così, è vero. Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo non è però, secondo me, l’atteggiamento giusto. È come ubriacarsi di vita perché si sa che non c’è un domani e, quando togli la speranza dalla vita, vivere diventa, appunto, disperazione, smodatezza, ingordigia, mancanza di rispetto per se stessi e gli altri, oltre che per la vita stessa. No, bisogna vivere come se fosse il primo giorno, con gli stessi occhi di un bambino, come sei tu, con curiosità, attenzione, meraviglia, con la serenità di un’intera vita davanti e la gioia inconsapevole di essere al mondo con tutte le promesse intatte… Ed è anche vero che nessuno può essere sostituito da un altro, tesoro di nonna, il nostro passaggio su questa terra è unico e irripetibile; ma è per questo che occorre vivere lasciando un buon ricordo di sé perché, anche quando non ci saremo più, sarà come vivere ancora nella memoria di chi ci ha conosciuto e voluto bene…»
Il bambino aveva ripreso a mescolare il latte, ormai freddo, dove galleggiava, incerto sul da farsi, qualche sparuto Krispie. La fronte gli si era increspata e le labbra si erano fatte sottili.
«Adesso sono io che ti ho rattristato, vero?» fece lei assalita dal senso di colpa di aver esagerato.
Il bambino se ne stette in silenzio ancora un po’ e poi disse:
«Ma assieme ai Trasformers mi compri anche le figurine dei Magic Robots?»
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molto bella… dopo la mia notte insonne, questa è stata un balsamo per il mio cuore,specie una parte particolare…
“Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo non è però, secondo me, l’atteggiamento giusto. È come ubriacarsi di vita perché si sa che non c’è un domani e, quando togli la speranza dalla vita, vivere diventa, appunto, disperazione, smodatezza, ingordigia, mancanza di rispetto per se stessi e gli altri, oltre che per la vita stessa. No, bisogna vivere come se fosse il primo giorno, con gli stessi occhi di un bambino, come sei tu, con curiosità, attenzione, meraviglia, con la serenità di un’intera vita davanti e la gioia inconsapevole di essere al mondo con tutte le promesse intatte…”
Grazie!!
Grazie a te
Gran bel racconto, complimenti. I bambini sono sempre più svegli e intuitivi, ma davanti ai misteri della morte anche loro si fermano inquieti e giustamente ripiegano nella quotidianità, finchè c’è.
E finchè si può avere il privilegio di godere della presenza di una nonna, meglio approfittarne, anche per le figurine. :))
realisticamente magico… e ipnotico certo… dal tintinnante rimescolio…. vertiginoso… profondo quiz sulla morte… duro esame… al ritorno alla vita e a tutto il resto… minc.ia sembro il dott. freud. eheh comunque i miei complimenti!
L’ha ribloggato su fotoparlandoinlibertà.
Ehi, grazie!
Emozione senza alcun dubbio da condividere!! 🙂
Bello!…Emozionante!…e quindi…grazie! 🙂
Molto vero questo racconto… Complimenti
Finale giusto (e realistico). Quel bambibo farà strada.
Molto bello!
Mi è piaciuta: complimenti!
Racconto dal retrogusto innocente… come lo sono i bambini. Un caro saluto. Univers
mi piacciono molto i tuoi giochi sinestetici con il colore. che bello il colore avorio pesante delle gocce di latte e i capelli di panna (slurp) della nonna. Dal triste al leggero, dalla morte alla vita, dalle sostituzioni dei corpi a quelle dei transformers.Viva l’infanzia dei grandi e dei piccini.Grande!
Hai perfettamente ragione. I colori hanno su di me una fascinazione profonda, emozionale. Per me hanno finanche un significato autonomo rispetto alle cose cui sono assegnati. Spesso quando ascolto una musica che mi appassiona finisco per tradurla, a occhi chiusi, in altrettanti colori e sfumature.
Anch’io.
Ecco allora perchè Gandhi dopo la frase “vivi sempre come se dovessi morire domani” ha aggiunto l’altro importante pezzo “ma impara come se dovessi vivere altri duecento anni”. Perchè la nonna, tutti i torti non li ha. Bellissimo racconto, complimenti. Buona giornata.
Che dolce!!
Direi che hai riassunto bene quell’innocenza che è propria dei bambini che ancora nulla sanno dei cicli della vita e che, poco alla volta, cominciano a porsi delle domande. Guardare con gli occhi di un bambino: dovremmo ricordarcene più spesso, perché è forse la sola nostra possibilità di non vivere per sopravvivere.
Si consola in fretta il bambino. Altro che morte, meglio le figurine. Per la morte c’è tempo.
La ricerca mi sembra una scusa, non so se le maestrediano ricerche simili a un bimbo piccolo, però…magari stò bambino aveva ascoltato qualcosa. O semplicemente è molto attento e intelligenete. Come lo sono i bimbi oggi.
Chissà che io nn sia anche la vecchia anziana nonna di mio figlio. Per un certo periodo di era incasinato con la questione vita ~ morte poi come il tuo bambino altrettanto velocemente ha cambiato discorso.
Sheravivavegeta
Bhe…le congetture sulla morte, proposte da un bambino che gira il cucchiaino tanto per….mi hanno dato da pensare.
Non era una ricerca per la scuola? 🙂
Ma forse hai ragione tu
Mai stata qui: mi hai attirata con un “mi piace”.
Mi è piaciuto molto questo racconto, sia per la scrittura fresca ma elegante, sia per il suo senso.
Mio nipote avrebbe tranquillamente potuto intessere un dialogo simile, peraltro, e questo è un altro motivo per avere gustato il tuo.
Io qui ci torno… 🙂
Benvenuta, allora
Che magone!!!
Ma che gli hanno messo a stò bambino nel latte?
Bella però.
Perché magone? Per una volta che non scrivo una cosa smaccatamente triste… 🙂
“tu che sei vecchia e anziana”…:ahahahah…per la serie senza pietà!
Bè già si intravvede che da grande questo piccoletto avrà un carattere deciso e saprà dire pane al pane e vino al vino, cioè saprà avere una opinione basata sui fatti…e non è da tutti…anzi è raro!
Però la nonnetta è simpatica…e il nipote la sa lunga!
lol.. tipico dei bambini di oggi. Sono tutti più svegli di come eravamo noi da “piccoli”. Diciamo che è piccolo con il cinismo dei grandi e sfrutta l’occasione .. e la nonna
Anche io penso che bisogna vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo: godendosi ogni attimo, ma con tranquillità, con calma, senza pretese, pensando bene a quello che si fa, a quello che si fa agli altri, per non lasciare un brutto ricordo, per non avere rimorsi. Poi, siccome non è detto che quello sia “veramente” l’ultimo giorno della mia vita, faccio progetti a lungo termine, sei mesi, tre anni, perché è divertente programmare per il futuro e avere un obiettivo da raggiungere e se accade davvero di andarsene prima che il progetto sia terminato, se è un buon progetto, ci sarà sicuramente qualcuno che lo porterà a termine.
Grazie per questi tuoi racconti, sono molto belli, fanno sempre riflettere.
Buona domenica.
Grazie a te per la tua simpatia
Vivere come il primo giorno, con serenità e con gli occhi di un bambino:
non pensare a null’altro che alle figurine e a volere quello che piace.
Il bambino ha messo subito in pratica il consiglio della nonna.
Ciao briciolanellatte. Ti vedo lì, ad osservare la scena persa in mezzo hai Krispie nella tazza del bambino.
de-li-cious!
Mi piace questa nonna d’altri tempi…ci sono nonne moderne in giro che direbbero al nipote di cercare di arraffare soldi, giorno dopo giorno, legalmente o illegalmente non importa! Spero di sbagliarmi…CIAO
Un po’ di ottimismo! Mi piace!
Inviato da iPad
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I bambini rappresentano la parte più bella del mondo, ma ci sono certi bambini, come quello di questo racconto, che superano in astuzia e capacità di calcolo qualsiasi adulto! Sarà stata la frase “occorre vivere lasciando un buon ricordo di sé” pronunciata dalla nonna a far capire al piccino che poteva ottenere qualcosa di più del soli Transformer?