Sul tema della correzione del testo abbiamo già parlato in altre pagine di questa Sezione cui si rinvia (–> Quando la scrittura è musica; Meno è meglio). Qui tratterò di un argomento affine, direi meno ‘concettuale’, utile cioè per l’individuazione pratica e concreta dell’errore grafico (quello che i giuristi chiamano ‘errore materiale’).
Com’è noto, un testo non corretto, che riporta cioè i comuni refusi (non starò qui dunque a parlare delle sgrammaticature e degli errori sintattici che costituiscono un problema di tipo diverso da trattare a parte) è un qualcosa che rivela in chi lo ha scritto non solo sciatteria e poca attenzione, ma anche approssimazione e superficialità.
Scrivere e non correggere è un modo molto semplice per sabotare il proprio lavoro: è sempre meglio dedicare, in altre parole, qualche minuto in più alla rilettura del proprio lavoro che dare l’impressione sgradevole di non tenere nella giusta considerazione (o peggio ancora di non credere affatto a) quello che si è scritto. Spesso, infatti, l’attenzione di chi legge s’incaglia proprio sugli errori che individua nella lettura, cosa che fa perdere fluidità alla lettura stessa potendo addirittura minare la comprensione dello scritto. Quando la forma (scorretta) prevale sul contenuto la capacità attentiva di chi legge si sbilancia quasi sempre sulla forma. Ciò si spiega perché la forma, per quanto grezza possa essere, precede il contenuto nel complesso processo valutativo del gesto grafico.
Questa pagina illustra alcune tecniche semplici di autocorrezione (self editing).
Va subito detto che l’ideale sarebbe far leggere il testo ad altri e per di più su copia cartacea, ma non sempre si ha a disposizione (o la fortuna di avere) un aiuto di questo genere e il tempo per attuarlo. Se poi la correzione non la si vuol svolgere sul testo stampato (che invece è ciò che è da raccomandarsi vivamente, sicché va quantomeno svolto per quei lavori cui si tiene particolarmente) volendosi invece limitare al solo controllo a monitor (dove gli errori, si sa, si vedono meno) occorre almeno tenere a mente le seguenti(semplici) indicazioni.
Innanzitutto, per ingannare l’occhio che è portato a leggere in modo corretto parola scritta scorrettamente (il nostro cervello è programmato per assegnare un senso logico a ciò che vede e legge, come si può sperimentare leggendo il testo qui sopra) occorre innanzitutto modificare spazialmente il testo assegnando cioè alla pagina elettronica che lo contiene un corpo carattere diverso da quello usato per scriverlo in modo che l’elaborato ‘cambi’ di formattazione. Sarà così come avere da esaminare un testo nuovo, diverso da quello scritto.
Siccome correggere il testo è proprio il nostro obbiettivo, è bene allora usare un corpo-carattere maggiore di quello usato per scrivere il testo (basterà anche solo l’aumento di due punti) in quanto ciò, aiuterà anche a leggere meglio.
Sempre per ‘rompere’ la struttura logica e interna del testo, il consiglio è quello di correggere il testo a blocchi, vale a dire per periodi di testo (da punto a punto) in modo però non sequenziale come si farebbe cioè in lettura per comprenderne il senso (cioè dalla prima parola all’ultima) ma random (in altri termini iniziando per esempio dal quarto periodo, procedendo con il sesto, poi con il primo, quindi con l’ultimo…) con l’accortezza, dopo la lettura e la correzione, di dare al testo visionato un altro colore (per esempio il blu o il rosso) giusto per non leggere due volte la stessa porzione di scritto.
Un modo ancora più semplice per svolgere lo stesso tipo di verifica è di procedere a ritroso nella lettura, vale a dire dall’ultimo periodo al primo. Spezzando in questo modo il significato di ciò che hai scritto (anche atteso visto che lo hai scritto tu) avrai maggior possibilità di notare il refuso. Anzi, spesso, in questo modo, procedendo cioè dal bottom all’up, ci si accorgerà anche di altre comuni sviste stilistiche come ripetizioni, mancanza di punteggiatura (parentesi aperte e non chiuse), carenza di concordanza tra verbi, aggettivi e nomi, antiestetici doppi spazi di testo e altro.
Si parla della importanza della correzione, in questa stessa Sezione di Scrittura creativa, anche alla pagina: Quando la scrittura è musica; Meno è meglio.
[space]
Scarica la versione ebook del mio Corso di Blogwriting –> scarica l’ebook
[space]
↵↵ torna all’indice Scrittura creativa
- Una prima riflessione
- Il lettore, questo sconosciuto
- Oralità e scrittura
- Il testo non invecchia
- Quale strumento per la scrittura
- La punteggiatura? Parliamone
- Siamo punti o siamo virgole?
- Virgole, come se piovesse
- Fermate quel punto
- Lingua, lessico e linguaggio
- Se mi venisse in mente…
- Il luogo dell’anima
- Chi ha tempo lo aspetti per tempo
- Per poterla spuntare
- Pronto, chi narra?
- Tramando nella penombra
- Quando l’Autore cerca il Personaggio
- Una scheda non si nega a nessuno
- Il Personaggio e la sfera
- L’importanza di chiamarlo Ernesto
- Un, due, tre… pronti? Immagina!
- Un ponte sospeso tra le immagini
- L’eco del racconto
- Osservare per scrivere
- Il blocco disfunzionale dello scrittore
- Il valore delle parole
- Quando la scrittura è musica
- Lo spazio negativo tra le parole
- Il pensiero di default
- Il blog e l’orto di parole
- L’effetto movie
- Le uova di capinera
- Il subintreccio
- La cellula creativa
- Meno è meglio
- L’interdipendenza narrativa
- Il finale delegato
- Il racconto è in tavola
- I confini tra le parole
- La correzione del testo a blocchi
- La prova del sasso
- Il testo seducente
- Fantasy o realtà?
- La ritualità nello scrivere
- L’arte dello sviamento del lettore
- L’effetto Stanislavskij
- L’approfondimento tematico
Dimmi la tua in briciole...