La cella altro non era se non un buco nella terra, dove l’acqua sgocciolava dalle pareti mentre nel buio strisciavano insetti grossi come topi.
Youssef se ne stava ritto davanti al prigioniero incatenato al muro per il collo. La torcia che il carceriere teneva alta con la mano rendeva mobili e furtive le ombre davanti a sé.
«Come mi uccideranno?» chiese mormorando Nash che faceva fatica a deglutire.
«Non lo so nemmeno io, Jimmy… ma preparati al peggio.»
«Ma… ma perché?» fece lui cercando di muoversi nervosamente e tendendo così le catene che lo assicuravano alle pareti.
Youssef avrebbe voluto spiegarglielo alla sua maniera, ma non voleva offenderlo. Dopo tutto, quell’uomo che gli avevano affidato gli era diventato simpatico.
«Il Tribunale islamico ti ha giudicato colpevole…»
«E quello secondo te è stato un processo legittimo?»
«Ora questo ha davvero poca importanza per te, adesso,… sarai giustiziato domattina… mi dispiace molto.»
Sentirsi ripetere quella sentenza, con un tale tono di definitività, creò in Jimmy un improvviso sgomento. Sapeva che quella sensazione avrebbe di poco proceduto il terrore. Fissò la ciotola ai suoi piedi con dentro quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo pasto. In un liquido giallastro nauseabondo galleggiava qualcosa di scuro su cui uno scarafaggio faceva prove di equilibrio.
«Voglio sapere come morirò…» insistette Jimmy con una fierezza che meravigliò anche lui.
«Ho sentito dire che puntano su qualcosa di spettacolare, di mai visto» fece Youssef attento a scegliere bene le parole «in modo che la gente si ricordi bene come finiscono i nemici del Popolo. Ma non sanno ancora decidersi.»
«Ma perché?» ripeté Jimmy con la voce rotta dallo sconforto.
«Perché sei un traditore… ecco perché… – disse il carceriere mentre la torcia si stava spegnendo — e anche un infedele.»
L’indomani, sulla spianata, era appena spuntata un’alba dai colori improbabili. Sarebbe stata una giornata ancora più calda della precedente.
Jimmy fu portato di peso alla piccola stazione di Makkah Al Mukarramah. Sull’unico binario esistente sostava una locomotiva a vapore la cui sagoma nera si stava arroventando al sole. Il vapore che le aleggiava attorno la facevano apparire un predatore ancestrale in attesa della sua preda.
Lo spogliarono nudo stracciandogli le vesti e quindi lo trascinarono per i capelli fin verso la locomotiva. L’eccitazione tra i presenti stava salendo; nonostante l’ora c’erano anche bambini, alcuni così piccoli da dover stare in braccio alle loro madri.
Con pochi e rapidi gesti le guardie legarono il condannato al montante della cabina della locomotiva, sia per il braccio destro che per la caviglia destra. Jimmy non si capacitava. Sarebbe stato forse trascinato nella sabbia finché non fosse morto? Mentre si faceva quella domanda, in quel preciso istante, una seconda locomotiva arrivò in retromarcia sullo stesso binario, sbuffando a sua volta. Il conducente accostò lentamente la macchina agli uomini che stavano preparando il condannato. Jimmy allora capì cosa sarebbe accaduto e cominciò a urlare e a strattonare le corde; i quattro uomini subito lo afferrarono con forza e malagrazia legando il braccio sinistro e la caviglia sinistra alla sbarra posteriore della seconda locomotiva. Il capo delle guardie si approssimò al binario e diede l’ordine che Jimmy fosse imbavagliato e incappucciato. Poi controllò personalmente che le corde fossero ben salde alle due locomotive posizionate specularmente. Ora non c’erano più dubbi: le due macchine sarebbero partite nello stesso istante nelle due direzioni opposte e Jimmy sarebbe stato squartato.
La seconda locomotiva fece la prova e si posizionò un metro avanti tendendo così in alto il condannato che adesso formava una grande ics sollevata da terra. Le corde tenevano Jimmy sospeso in aria non facendolo quasi più a respirare.
Poi sulla spianata si fece silenzio. Anche Jimmy disorientato si era azzittito. Di lì a poco, se lo sentiva, avrebbe perso i sensi. Si augurava solo che ciò avvenisse prima che le locomotive partissero. Uno stormo di otarde rigò pigramente il cielo che si era fatto bianco e questo fu letto come un segno infausto.
Tutto era pronto. Il capo delle guardie diede il segnale. Il macchinista di sinistra cercò di partire ma non riuscì a ingranare la marcia. La leva era bloccata. La locomotiva di destra sbatté invece come contro un muro invisibile tanto che il muso della locomotiva si inerpicò in verticale fermandosi con le ruote anteriori alzate.
Ci fu un boato tra il pubblico e lo stupore fu generale. Il capo delle guardie si mise a sbraitare ordini e alcuni uomini salirono sulle due locomotive per sincerarsi cosa fosse accaduto. Qualcuno in quella gran confusione tagliò le corde del condannato con pochi e netti colpi di spada. Jimmy si liberò del cappuccio e scappò nel deserto.
Spero che qualcuno lo attenda nel deserto, o il destino aveva in serbo per lui una fine peggiore?
mamma mia che visione, un’immagine che grazie alla nostra conoscenza medievale (smacellamento via cavalli o alberi elastici) c’è nota almeno a livello generale 😨😨
PS: “di poco proceduto il terrore”, qui devi aver unito due frasi o sbagliato a digitare
w i superstiti e i supereroi…non mi stancano mai!!!
Adoro i finali in cui c’è un salvato…😍
Notte…
Sì lo so
Be’, ma così, senza una spiegazione…
…dopo tutto quello che c’è stato fra di noi… 😂
Cioè?
Cmq sventare un grande rischio è bello…soprattutto se ti inseguono per afferrarti…o no?
Ti è mai capitato?😁
Decisamente no
Complimenti, bella suspense.
Cominciavo a sentirmi squartato anch’io … grazie mi hai salvato
L’hai salvato …
☺️
Buona serata
Oggi mi sentivo buono 😉
Meno male 😥
Perché poi mi brontolano che mando messaggi “negativi”
😂🤣
evidentemente il dio degli infedeli non pensava che fosse giusto che Jmmy morisse.
Interpretazione interessante…
Bello e terribile. Complimenti
Concordo
P. S. Menomale che hai deciso di far scappare il prigioniero così da dare una fine, per così dire, “lieta” 😅 altrimenti oggi avresti dato il via ad una giornata drastica con il tuo racconto 😜
Così, senza sapere chi dobbiamo ringraziare?
Me 😇
Di fronte a tanta crudeltà è stato giusto cosi! Bel racconto! Buona domenica.
Molto più che giusto, Silvia. Buona domenica
Grazie, buona domenica a te ☺️