Iztacoyotl, l’Uomo-che-apre-le-Sette-Porte stava rovistando nelle viscere della capra. Nella radura di Aztlán c’era un silenzio teso, materico, tanto che, nonostante le migliaia di persone accorse per la celebrazione del solstizio d’estate, si sentiva il frusciare del vento tra le foglie. Il momento era sacro. Dalla divinazione dell’Uomo Tabù sarebbe stata possibile capire la benevolenza di Huitzilopochtli per il tempo che sarebbe venuto e l’abbondanza dei raccolti.
La fronte di Iztacoyotl era lucida di sudore. Era serio, troppo serio. Il suo servo Conomazàtl, lo aveva capito subito e aveva cominciato a preoccuparsi. Non l’aveva mai visto così. Poi, all’improvviso, l’Uomo-che-cammina-con-gli-Spiriti fece un passo indietro come se si fosse scottato con il sangue di cui le mani erano lorde; ne fece ancora un altro, sempre all’indietro, incerto, a sbattere la schiena nuda contro la staccionata di legno di bocote. Era pallido. Conomazàtl voleva avvicinarsi per sincerarsi che stesse bene, ma sapeva che il coltello cerimoniale di Iztacoyotl era rapido e tagliente e che il suo Signore non disdegnava di usarlo per un nonnulla.
Poi l’Uomo Tabù si voltò, scese sollecito i cento gradini del tempio sotto lo sguardo attonito dei presenti, ed entrò nel suo temazcalli.
Conomazàtl con circospezione lo seguì.
«Mio Signore, cos’ha visto?» gli chiese il servo rimanendo per precauzione sull’uscio di casa con la coperta di ingresso appena scostata.
Iztacoyotl non rispose.
Conomazàtl ripeté una seconda volta la domanda, in modo ancora più sommesso.
L’Uomo-che-nessuno-può-toccare, dopo un po’, come uscito da un incubo, mormorò:
«La capra ha due cuori, due…» fece ripetendo nell’aria il numero con le dita della mano sinistra.
«E cosa vuol dire, mio Signore… avremo siccità e i nostri raccolti seccheranno… avremmo troppa pioggia e le nostre messi marciranno?»
«Non capisci, Conomazàtl… è la fine di tutto, la fine di Aztlán, del nostro popolo, di tutti noi. Solo Huitzilopochtli rimarrà a vegliare per l’eternità sul mondo che avrà reso vuoto e grigio di cenere. La Sua collera è immensa.»
Conomazàtl raggelò. Sentì per un attimo le gambe cedere. Poi alla fine si arrese a quella ondata di spossatezza e si inginocchiò con il capo chino davanti all’Uomo-che-parla-con-gli-Dei.
«E quando accadrà? Mio Signore?»
«Al decimo giorno…» Il vecchio faceva fatica a parlare. «…Al decimo giorno… dopo l’ultimo plenilunio…»
«Ma l’ultimo plenilunio è stato nove giorni fa… mio Signore.»
«Esatto.»
«Succederà allora domani.»
«Domani» fece eco Iztacoyotl che sembrava aver perso tutte le sue forze.
«Ma è troppo presto.»
«È sempre troppo presto, servo mio. Ma è Huitzilopochtli che lo vuole.»
Dopo alcuni minuti di silenzio, l’Uomo Tabù proseguì:
«Il popolo però lo deve sapere. Chi vuol chiedere scusa all’amico, al parente o al vicino lo potrà così fare. Chi vuole potrà ritrovare la pace nel proprio cuore. Chi vuol salutare i propri cari, potrà sentire il calore del loro ultimo abbraccio…»
Il popolo si estinse improvvisamente ben nove anni più tardi da quel pomeriggio, per ragioni che gli storici devono ancora accertare.
Tuttavia, il giorno successivo alla divinazione di Iztacoyotl, nella convinzione di tutti che quello fosse davvero l’ultimo giorno che Huitzilopochtli avrebbe mandato sulla terra, fu terrificante. Furono regolate vendette, vi furono stupri, suicidi e violenze di ogni genere. Oltre che pianti, canti e balli, ubriacature smodate di pulque che condussero anche alla morte o alla pazzia.
Iztacoyotl, all’alba del mattino che non sarebbe mai dovuto arrivare, fu trovato in casa con il suo coltello cerimoniale conficcato in una tempia.
Sorprendente…forse anche (un poco) istruttivo!
Mi sembra normale quello che è successo. Il sommo sacerdote, come molti capi spirituali, vivono nel loro candore fatto di utopie, ha pensato di fare un favore al proprio popolo dimenticando che la vera natura umana è rancorosa.e vendicativa. Lui stesso ne ha fatto le spese.
Dieci giorni, dieci anni… Cosa vuoi che sia?
So Tragic. Anita
Non vedo errori. Huitzilopochtli era irato, ma l’orgia di sangue accaduta nell’ultima notte che aveva concesso lo ha nuovamente placato, e la ciliegina sulla torta è stata l’uccisione del sommo sacerdote da parte del suo servo, che si era irritato perché con la scusa delle fine del mondo non aveva ricevuto lo stipendio.
😉
Sarebbe stato meglio non sapere.
P. S. Benritrovato! Ma sei indietro di 2 racconti adesso 😅😁
Che fai tieni il conto? 🤔
Certo 😅 la domenica leggere un tuo racconto è d’obbligo per me 😉 ci tengo!
Ogni giorno deve essere speso bene…la barca non deve addrizzare la rotta solo nella parte finale del percorso…
CIAO
Per la serie “meglio non sapere”…
Tragico ma molto bello, complimenti e buona domenica.
🖤