Chiamami

La biografia su Tony Williams era stata un successo. John Pilgrim era un vero specialista del genere e quando era venuto per caso in possesso di alcuni documenti privati della star si era fatto convincere dalla casa editrice a imbastirci sopra un libro. Scriverla, alla sua maniera, avrebbe ridato a Pilgrim la sua notorietà rimasta ultimamente un po’ offuscata dal lungo silenzio editoriale ristabilendo allo stesso tempo, perché no, alcune verità su un attore che era stato mitizzato in modo forse non del tutto veritiero.
Tra i tanti aneddoti aveva per esempio scoperto che i sigari, che Williams fumava di nascosto dall’ultima moglie, provenivano da una piccolissima fazenda cubana e confezionati da una ragazzina di dodici anni, Carmelinda, l’unica che poteva toccare le foglie di tabacco dei suoi Montecristo; nel proprio feretro l’attore aveva voluto che fosse inserito uno smartphone nuovo di zecca perché, diceva, se lo avessero cercato, avrebbe potuto rispondere; Pilgrim aveva inoltre saputo che il ghiaccio che la star abitualmente usava per i propri cocktail proveniva da scavi che lui appositamente finanziava su banchise incontaminate dell’Artide. E, via via, tante altre storielle, persino divertenti o piccanti (come la breve ma intensa storia d’amore con Marylin Monroe, sbocciata sul set del film che più lo aveva reso famoso e di cui nulla si sapeva) che avrebbero restituito un po’ di umanità a un mostro sacro del cinema.

Ora Pilgrim si trovava al celebre Alvin Night Show a presentare il suo libro. Cercava di dissimulare il suo nervosismo. Sarebbe stata la sua consacrazione e il giorno del rilancio.
Alvin J. Foster lo mise però subito a suo agio. Era un conduttore che sapeva davvero cosa volesse il pubblico; l’esperienza e la professionalità, unita a una simpatia naturale, ne facevano un anchorman di punta della Warner Bros Television con uno share sempre stellare. Insomma, tutto era andato bene. Fino a quel momento.
«Cosa sta facendo?» si sentì di chiedere Pilgrim avendo notato che Foster aveva interrotto l’intervista per comporre un numero di telefono sul proprio cellulare.
«Sto facendo il numero…» rispose l’anchorman candidamente come fosse ovvio.
«Chiama casa?»
«Casa? No no, per carità (risate tra il pubblico) sto chiamando il cellulare che Williams ha fatto mettere nella sua bara. Il numero lo ha riportato lei stesso nel suo libro, no? Non mi dica che non ci ha mai pensato…»
«Ma sono passati dieci anni…» obbiettò Pilgrim «il cellulare sarà scarico da chissà quanto tempo e poi là sotto… non può prendere.»
Foster imperturbabile, con la faccia di un bambino che sta facendo una marachella, finì di comporre il numero. Il fatto che tutti potessero ascoltare in diretta la digitazione, grazie alla amplificazione dalle casse, creò una certa tensione. Dopo qualche secondo, il numero fu agganciato. E suonò libero. Un brusio di irrequietezza si diffuse in platea. I volti di Foster e Pilgrim si erano fatti tesi, quello di Pilgrim, che non si aspettava nulla di simile, era divenuto anche pallido come un crisantemo.
Il telefono squillò una, due, tre volte. Alla quarta, si udì:
«Pronto?»
Un silenzio gelido pervase il teatro. La linea era molto disturbata.
«To-Tony?» chiese Pilgrim che non riusciva più a deglutire.
«Pronto?» ripeté la voce dall’altro capo. «Non sento bene… qui sotto prende poco…»
«Tony, sei proprio tu?» fece Foster che aveva realizzato di aver creato una situazione paradossale.
«Sì, sono Tony… chi mi cerca?»
«Come puoi essere tu, Tony?» chiese Pilgrim.
«Ahia, mi sono fatto male… mi sono scottato…» fece la voce.
«Ma sono le fiamme dell’inferno, Tony? Cosa vedi?» chiese Foster che aveva preso in mano la situazione.
«Sì fa un caldo di inferno sotto questo porticato, ma sono le fiamme del barbecue… ho degli ospiti.»
«Barbecue? Ospiti?»
«Ma chi state cercando?» fece la voce.
«Tony, Tony Williams, l’attore…»
«No, sono Tony Perez… sono il necroforo del Village Memorial Park
«Necroforo?» fece Pilgrim
«Ma sì… il becchino… la nipote del señor Williams mi ha chiesto di aprire la tomba per trasferire le ossa del caro estinto nella cappella di famiglia… quando ho aperto la bara ho visto il cellulare, molto bello e molto vintage. Ho pensato: è un peccato lasciarlo lì, cosa ne fa lui? Così l’ho preso, l’ho riparato e messo in carica. Fatto male? Sono pronto a restituirlo se lo vuoi indietro.»

10 pensieri su “Chiamami

  1. Mi è venuto un dubbio: e se Briciola fosse in vacanza e questo racconto fosse stato generato da ChatGPT?
    🤔
    Ma c’è di peggio: e se anch’io fossi in vacanza e pure questo commento fosse stato generato da ChatGPT?
    🤖
    E per finire: e se anche ChatGPT fosse in vacanza e lui e Briciola fossero i miei vicini di ombrellone?
    😲

    • In realtà io e te esistiamo solo perché ChatGPT in qualche modo ogni tanto parla di noi (e anche questo commento ovviamente lo ha scritto lui). Possiamo insomma dargli tutta la colpa se qualcosa non funziona

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