Già da tempo leggevo sui muri di Lughi scritte a carattere cubitali per nulla affettuose nei confronti del Sindaco. Ultimamente, quello che doveva essere l’unico autore di quelle espressioni colorite – vista la stessa grafia e lo stesso color bluette dello spray usato – aveva cominciato a insultarne la moglie scrivendo frasi del tipo “La moglie del sindaco è una nave scuola.”
Stavo giusto leggendo la nuova frase apparsa d’incanto sulla facciata del palazzo del Comune (“La moglie del Sindaco è democratica: la dà a tutti”) quando sento alle mie spalle:
“Eh… l’opposizione si fa sempre più accanita…”
“Oh, signor Sindaco… è lei!”
“Del resto le elezioni amministrative sono sempre più vicine!”
“Però, se posso dire la mia opinione, signor Sindaco, a me sembra più un attacco personale piuttosto che una critica di natura politica.”
“Sostenere che io non sono un democratico, secondo lei, non è una faziosità dell’opposizione?”
“Non mi sembra che sia proprio questo il senso…” cercai di obbiettare.
“Ah… ma forse lei allude a quell’altra scritta, dove si parla di mia moglie come nave scuola!”
“Anche!”
“Ma quella è solo una battuta fuori luogo! A mia moglie, pensi, non piace neppure il mare… l’hanno scritta solo per fare un gioco di parole, perché mia moglie si chiama Marina…”
Non seppi cosa replicare.
Quando vidi, appena il giorno dopo, la scritta “La moglie del Sindaco è una troia” chissà perché mi venne in mente che, se glielo avessi chiesto, il Sindaco mi avrebbe risposto che avevano voluto solo far riferimento al fatto che il secondo nome della moglie è Elena.