Segni premonitori

Erano stati numerosi nell’ultimo periodo. I segni. I segni positivi. Da una settimana ormai, quando usciva sul pianerottolo di casa trovava sempre l’ascensore pronto ad aspettarlo. E poi c’era costantemente il posto libero per parcheggiare sotto l’ufficio, per non parlare di tutte le volte che, tirando una pallina di carta, centrava il cestino, anche da lontano. Tanti segni così tutti insieme erano capitati raramente. Giusto dieci anni fa quando la moglie gli disse che aspettava il figlio tanto desiderato o l’anno scorso quando aveva avuto quell’agognata promozione. La vita gli riservava un’altra sorpresa, insomma, e non stava più nella pelle. Così rimase un po’ deluso quando, grattando il biglietto della Lotteria, si accorse di aver vinto solo un tostapane. Tutto qui? Si domandò. Non è possibile! In quel preciso istante una donna avvenente, incartata in una vaporosa pelliccia di martora, si sedette al suo tavolino. Si guardava attorno preoccupata, gli occhi nascosti da un paio di occhiali da sole griffato.
«Tenga» gli disse prima che lui potesse parlare, e gli allungò una busta.
«Ma cos’è?»
«È la busta. Non lo vede? Segua con cura le istruzioni».
«Busta? Istruzioni? Guardi che sta sbagliando persona».
«Nessuno sbaglio. Mi hanno detto di consegnarla a lei. Sono stati precisi: sarebbe stato seduto a questo tavolino, a quest’ora, vestito come lo è adesso. Segua le istruzioni, le ripeto, e faccia proseguire il messaggio. Lo sa, ne va della vita dei suoi cari».
«Adesso basta!» si alterò l’uomo sbattendo un pugno sul tavolino. «È uno scherzo di pessimo gusto… si riprenda la sua busta e sparisca».
«Lei non si chiama forse Federico Merici?» fece la donna ormai in piedi stringendo con una mano il bavero della pelliccia.
«Sì…»
«Bene, allora sa già tutto. Ha le solite quarantott’ore per far proseguire il messaggio. Non vorrà che capiti qualcosa di brutto a suo figlio, vero?» L’uomo era diventato pallido, non parlava più. «Segua attentamente quello che c’è scritto…» insistette la donna «e vedrà che tutto filerà liscio». E se ne andò. L’uomo avvertì un violento capogiro e una fitta al costato. La busta era davanti a lui e non osava toccarla. Rimase così, per diversi minuti, con il cuore a mille. Non poteva star accadendo davvero, non a lui, con quei segni. Raccolse la busta dalla tovaglia e con le mani che gli tremavano l’aprì. Il foglio, dentro, era completamente bianco.