Tu sei meraviglioso

L’uomo passeggiava meditabondo sotto la linea di galleggiamento dei suoi pensieri. E non erano teneri a giudicare dall’angolo della bocca, dalle rughe sulla fronte e dall’incedere incerto come se gli pesasse mettere i piedi uno innanzi all’altro. Quando levò lo sguardo davanti a sé si accorse all’ultimo momento di quella donna a pochi centimetri da lui che lo investiva di un sorriso dolce e sereno. I capelli erano biondi, gli occhi chiari, un alito caldo si sprigionava dal cappotto semiaperto a stringere insieme i cocci della sua giornata in un tumulto incontenibile.
«Non essere triste» mormorò lei alzandosi sulle punte delle scarpe e stampandogli sulle labbra un bacio di velluto. «Tu sei meraviglioso.»
L’uomo rimase interdetto, senza fiato, senza poter dire nulla, mentre la donna si allontanava leggera come un folletto metropolitano. Quando si voltò lei stava già svoltando l’angolo del corso con il movimento morbido dei sogni prima del risveglio. Lui fece ancora qualche passo, ma poi si fermò. Doveva sapere perché di quel gesto e di quelle parole che lo stavano ancora scuotendo dolcemente. Tornò di corsa indietro. Forse quella era la prima smagliatura nel tessuto grigio della sua esistenza. Girò l’angolo con il cuore che gli assordava le orecchie. Ma lei non c’era. La delusione gli strinse le tempie come una tenaglia dolorosa, quindi la vide. Era ferma da un lato con un uomo più alto di lei. Furono attimi lunghissimi. Non si capiva cosa quell’uomo potesse volere dalla donna. Ma lei sorrise del suo sorriso e, dopo averlo baciato con grazia sulla bocca, gli sussurrò:
«Non essere triste, tu sei meraviglioso.»