A rotta di collo

Il ciclista infilò il viale ad andatura sostenuta; era vestito da corsa parrocchiale, con tanto di maglietta aderente colorata, casco aerodinamico e pedalata entusiasta. Poi prese in pieno una fioriera di cemento ricolma di araglie e mirto catapultandosi sull’asfalto fino a lambire in derapata i tavolini del bar. Ci arrivò con la bicicletta ancora legata agli avampiedi in uno stridìo lamentoso da animale abbattuto.
«Avevi ragione Tico, è proprio divertente» disse l’uomo a cavalcioni di una sedia, le braccia abbandonate sullo schienale.
«Certo, te lo avevo detto, bisogna solo avere un po’ di pazienza e lo spettacolo è assicurato» rispose l’altro stravaccato con la birra in mano. Era trascorsa solo una mezz’oretta da quando l’ambulanza si era portata via il ciclista con ancora la bicicletta incorporata ai suoi polpacci che dalla discesa arrivò una moto pesante, a velocità di crociera, con il conducente straiato all’indietro come fosse su di un’amaca. I suoi baffi biondi e cespugliosi debordavano dal casco-elmetto da esercito tedesco confondendosi con le basette rossicce. Fu un attimo. Anche a lui sguisciò il manubrio da sotto le mani. La moto si impennò come un cavallo imbizzarrito. Attraversò tutta la strada capitozzando con un colpo solo la fila ordinata di cassette di frutta e verdura che il negoziante aveva pazientemente riempito di porri e limoni. L’uomo finì invece per atterrare su un’attempata signora di cento chili rotolandosi con lei sul marciapiede in un abbraccio tempestoso.
«Questa è la più bella in assoluto» esclamò Tico alzando il boccale di birra in segno di approvazione.
«Ehi, ma che succede?» chiese un tizio avvicinandosi alle loro spalle.
«Ciao, Alvaro! Dai, prendi una sedia e mettiti qui vicino a noi, che oggi è la giornata giusta».
«Giusta per cosa?»
«Per gli autoscontri».
«Ah sì?» fece Alvaro guardando interrogativamente ora l’uno ora l’altro amico, senza capire.
«Ma sì…» continuò Tico. «Oggi alla scuola di disegno è di nuovo la volta del ritratto dal vivo. E c’è la Dorina come modella per il nudo integrale. Ogni tanto si fa vedere per fumarsi una sigaretta».
In quel momento, una stupenda mulatta dai seni generosi, solo parzialmente coperti dai capelli lunghi e neri, si era affacciata alla finestra del primo piano che dava sul viale. E subito una macchina inchiodò sull’asfalto cominciandò a sbandare a destra e a manca come un’ubriaca.