Scrivere aiuta a scrivere meglio. La palestra del Blog

lettere-a-fromare-la-parola-BlogSe, come ho più volte ripetuto altrove, per sapere ben scrivere non si può prescindere dal leggere, non può neppure trascurarsi un altro profilo fondamentale per migliorare la propria scrittura, lo scrivere.

Scrivere fa molto bene alla scrittura e non sembri questa una frase banale e tautologica.

L’esercitarsi (lo scrivere per scrivere) comporta infatti, nel tempo, tutta una serie di vantaggi tangibili e verificabili, che diventano molteplici e duraturi se si decide di applicarsi ‘gestendo’ anche un blog ove riversare i propri testi. Cercherò qui di spiegarmi meglio.

Non starò qui a spiegare cosa sia un blog, né come si amministra o quale piattaforma scegliere per tale scopo. Un’esauriente disquisizione su questi specifici argomenti porterebbe fuori tema.

Su Internet si può trovare tuttavia abbondante materiale per togliersi, a tale riguardo, ogni possibile curiosità e dubbio (anche se sono persuaso tu non sapessi cosa cos’è un blog probabilmente non saresti a leggere questa pagina, per un approfondimento –> Blog). Per giunta, una volta che si sarà entrati nella blogosfera, la vivace e solidale comunità dei blogger potrà prestare tutti gli aiuti del caso.

Qui voglio invece solo sottolineare che, allo stato attuale, sono disponibili sul web, blog che non richiedono per il loro funzionamento neppure una riga di codice (HTML) sicché, come accade per alcune tende canadesi a quattro posti di nuova generazione, si montano in pochi secondi, non hanno bisogno di manutenzione e sono immediatamente fruibili.

Ma veniamo al punto: perché aprire un blog può avere un’importante ricaduta sulla scrittura di chi vuol cimentarsi in poesie, racconti (brevi o lunghi che siano) romanzi o qualsivoglia altra forma letteraria?

Innanzitutto il blog fa uscire allo scoperto lo scrittore che, così facendo, abbandona l’anonimato per affrontare l’esterno (ma leggi anche –> Le ragioni per le quali vale la pena farti incasinare la vita con un blog).

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Non voglio qui stigmatizzare, si badi bene, chi si limita a riporre ogni cosa al sicuro del proprio cassetto appena dopo averla scritta, voglio piuttosto mettere in evidenza che il blog è una specie di riflettore che si accende sulla persona che scrive, costringendolo a mettersi in vetrina (e in gioco) con tutto quello che ne consegue.

Scritto così, potrebbe anche sembrare qualcosa di solo negativo, mentre invece, nel bilancio finale e complessivo dei costi e dei benefici, la bilancia pende (quasi) sempre a favore dei soli vantaggi.

L’importante è l’essere consapevoli che il salto resta comunque sicuramente piuttosto forte, soprattutto per chi ha un rapporto molto intimo, introverso, con la propria scrittura, visto che, in questo modo, lo scrittore smette di autoreferenziarsi, di ‘bastare solo a se stesso’, per porsi in discussione.

Si deve pertanto valorizzare il fatto che quando si pubblica, lo scrittore, divenuto, blogger, non può più fare a meno di considerare che la sua scrittura investirà ‘altri da sé’ e che non è più una questione che lo riguardi in via esclusiva.

Sarà inevitabile quindi che sia portato a oggettivarsi, a dare una forma migliore a ciò che scrive, a vestire meglio le proprie parole e le proprie frasi, che tenda a farsi meglio comprendere e apprezzare dagli altri; acquisirà, in altre parole, un atteggiamento mentale ‘nuovo’ che lo porterà, in via naturale, a evolversi e a maturare.

È un po’ la differenza che ci può essere tra l’artista che suona da solo, tra le quattro mura della propria stanza, e quello che si esercita con altri musicisti, magari al cospetto di un gruppo ristretto di persone. Chi suona da solo, perde (o non ha ) il (vero) senso del ritmo, ma segue una cadenza propria, interiore, mentale, né dà importanza alla forma del suo suono (tanto lo fa per sé) né si dà conto, più di tanto, dei contenuti espressi che non seleziona, né li perfeziona non portandoli neppure, a volta, a compimento.

L’artista che si esibisce insieme ad altri, e quindi per un pubblico, è incline invece a relazionarsi, a dare il meglio di sé, a raffinarsi, a rendersi comprensibile, perché trasmette la propria creatività agli altri (qualunque sia la forma prescelta) sicché diventa giocoforza essenziale che la veicoli nel modo migliore, affinché giunga al destinatario intatta e senza distorsioni.

feedback-campanelloIl secondo aspetto importante del blog è il feedback, la critica. Chi legge commenta e chi commenta dice la sua e non sempre il giudizio è positivo. È questa la funzione di controllo del blog, quella correttiva. È la moneta che si deve pagare per la presunzione di voler scrivere e di volersi far leggere oltre che per il narcisismo di volerlo rendere pubblico.

Se il blogger scrittore supera questa fase, se riesce cioè a introitare positivamente le critiche, non potrà che trarne giovamento se delle stesse ne farà tesoro.

Escludendo i censori anonimi e qualunquisti (non mancano mai e sono piuttosto fastidiosi) le critiche sono sempre utili (anche quando ‘fanno male’, –> Cos’è un haters? La spiegazione degli psicologi) perché fanno riflettere, fanno capire i propri limiti e difetti, danno la dimensione del proprio impatto sugli altri, fanno comprendere in che direzione si sta andando, cosa ‘passa’ all’esterno della nostra scrittura e, soprattutto per il neofita, quali gli errori commessi, sia di contenuto che di stile, quegli errori cioè che, quando ci si limita a scrivere, presi come si è dalla scrittura, non si vedono o non li si ritiene importanti.

Il terzo vantaggio, infine (ma quelli da citare qui, in realtà, sarebbero molti altri, come la possibilità di sperimentare forme diverse di scrittura, per esempio, o rendersi consapevoli della propria evoluzione ‘professionale’ o del conoscere altri scrittori e perché no, anche degli editori) risiede nel fatto che il blog è un po’ come una piantina di cui ci si prende cura. Se la si annaffia, la si pota, le si dà il fertilizzante giusto e se le si riserva la luce solare corretta, cresce, prospera sotto i nostri occhi e finisce per dare i suoi frutti.

Il blog, se ben tenuto, e soprattutto se è aggiornato (al netto delle tematiche SEO, –> SEO: cos’è e come funziona l’ottimizzazione), con contenuti curati, porta con sé molta soddisfazione per ciò che si fa in sé, ma anche per il calore che la gente sa restituire in cambio di quello che il blogger a sua volta dà, senza contare la crescita della propria personale audience e, il che non guasta, della considerazione e stima ‘pubblica’.

Se si tiene aggiornato il blog (ed è questo l’effetto positivo cui si vuol far riferimento) si è inoltre portati a pensare al prossimo post e alla sua relativa redazione, ci si pensa con impegno, in modo continuativo, quasi ‘impiegatizio’, come fanno tutti i grandi scrittori (o quanto meno quelli professionisti), che non aspettano con il naso all’insù l’ispirazione, ma si mettono a tavolino e scrivono con disciplina e costanza (in questa stessa Sezione –> Un luogo tutto mio che mi aiuti a scrivere meglio).

luogo-dove-scrivere-in-paceScrivere per un proprio blog diventa così una sorta di pressione esterna positiva, che fa vincere quella pigrizia che a volte prende lo scrittore, che aiuta a superare i blocchi mentali, ad accantonare la scusa per la mancanza momentanea di tempo o ad abbattere la voglia di ‘solitudine’ a corto circuito tipica dello scrivere.

E questo è già il circolo virtuoso della scrittura da blog. Ci si sente di ‘dover’ scrivere per continuare a curare il proprio orticello di parole e perché già si è scritto ottenendo magari feedback positivi. E più si scrive, più si ha voglia di farlo e più si hanno idee per farlo e più si scrive, più si scrive meglio.

Ed ecco un’infografica riassuntiva dei benefici da Blog.

benefici-nella-gestione-di-un-blog-di-racconti(clicca per ingrandire)
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IN CONCLUSIONE

Dunque, ricapitolando, di cosa si è parlato in questa pagina:

dei tangibili benefici che posso derivare alla scrittura dalla reiterazione della scrittura e in particolare dalla gestione di un Blog ove riversare i propri scritti. Lo sforzo di dar ordine e disciplina a ciò che scrive, in uno con il confronto con la critica (positiva e negativa) che proviene da chi legge sono di grande aiuto per la crescita personale.

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32 pensieri su “Scrivere aiuta a scrivere meglio. La palestra del Blog

  1. il punto sul ricevere critiche: tralasciando la mia esperienza (che spero rimarrà isolata per come è andata) su wordpress, penso che ricevere critiche vada sempre bene, a patto che siano costruttive e non distruttive…

    PS
    ti ho risparmiato mezza pagina di parole che, più che un commento, erano diventate essere uno sfogo personale… T_T

  2. Ciao, grazie per la visita. Anche se ho appena scritto un’invettiva sulle persone prolisse e tu scrivi tanto, mi stai simpatico. Credo proprio che verrò a rileggermi questo articolo quando la penna si sarà inaridita e avrò cominciato a chiedermi chi me l’ha fatto fare di aprire un blog.

  3. Grazie, ora ho compreso perché ho ” aperto” un blog di parole: è stato naturale e più forte di me. Forse era maturo il tempo; io, spero, di non esserlo mai… Un aspetto che ho trovato interessante, oltre allo stupirmi nel vedermi letta da qualcuno, è che ora io sono diventata capace di leggere il lavoro degli altri. Dovrei spiegarmi meglio, ma spero si capisca il concetto. Ancora grazie: che mai si spenga il nostro entusiasmo.
    Cristina

  4. Riflessioni interessanti che hanno il pregio di ricordare che mettersi in gioco ha comunque delle regole e che anche le esperienze negative possono diventare stimolo per migliorare ciò che ancora non ha trovato la strada per venire alla luce. Personalmente ciò che finora ho apprezzato maggiormente è stata la possibilità di conoscere persone affini per reali interessi. Vivi

  5. Grata del tuo apprezzamento, ho subito ricambiato la visita… e che meraviglia! per una neofita come me (del Blog e della scrittura) ho trovato una manna di ispirazioni e consigli. Grazie! Leggerò con attenzione i tuoi consigli di scrittura.

  6. Sullo scrivere e il desiderio di farlo meglio, con coscienza e rispetto per chi incapperà nel proprio scritto, sono assolutamente in accordo. Mi capita la sera di rigirarmi nel letto con un’idea da sviluppare, mi trattengo però, perché non vorrei cadere in un trappolone. E’ un piacere, per chi ama scrivere istintivamente, poter imparare, prendere esempio, condividere, confrontare nell’agorà di parole e menti vivaci del web,imparando a far cernita secondo le proprie esigenze.
    Compendio dello scrivere in rete, da conservare e rivisitare. Ho molto gradito.

  7. Quando non stavo molto bene, modo eufemistico per dire che ero un po’, solo un po’ troppo, fuori di testa per un amore scaduto, la mia analista mi sollecitò a scrivere qualsiasi cosa perchè quello era il modo per prendere le distanze , nominandoli, dai miei ‘tormenti’.
    Il blog è venuto anni dopo come esperimento senza pretese di scrittura quanto piuttosto condivisione di esperienze.
    Certamente, ora, leggendoti mi sento altro che una briciolina! ma la cosa non mi disturba perchè, se ci fate caso, le bricioline sono quelle che si raccolgono a dispetto di un lauto pasto.

    sherazadecomelebriciolediPollicino

  8. Onestamente bisognerebbe anche dire, Briciola, che di editori sui blog se ne incontrano raramente: sono troppo impegnati a rivedere i conti e valutare se tenere ancora in piedi l’attività editoriale o chiudere come sta facendo metà dell’imprenditoria italiana. Per cui, se si aspira a fare lo scrittore, in modo professionale e non amatoriale, è meglio non perdere tempo con i blog e cercare di ottenere visibilità sociale in altro modo. Solo allora si avrà la possibilità di essere presi seriamente in considerazione da qualche editore. Chi vuole intraprendere seriamente la carriera di scrittore può inoltre tentare di entrare nelle grazie di un buon agente editoriale. Ma è cosa estremamente difficile e notevolmente costosa.

    • Io parlavo, ovviamente, per esperienza personale. Tempo fa un editore ha letto alcune pagine dei miei articoli sulla scrittura creativa e mi ha proposto un contratto editoriale da cui ne è scaturito un libro. Per i racconti mi è successo altre due volte, in tempo diversi.
      Ma non sono affatto una mosca bianca, ne potrei citare diversi altri che hanno fatto la mia stessa esperienza con diversi validi contenuti. I primi due che mi vengono in mente è nonsolomamma.com e Pulsatilla. Ma l’elenco ti assicuro è lungo. Gli editori se ne incontrano raramente ovunque, ma i blog sono un bello stagno in cui pescare.

      • Quelli erano bei tempi, Briciola, e chi si è inserito allora forse dovrà considerarsi l’ultimo dei fortunati. Prova un po’ oggi a chiedere agli editori (e agli stessi scrittori): la crisi morde anche in questo settore. E poi le opere che interessavano (anche allora) erano o quelle che presentavano un interesse “tecnico”, come ad es. un testo sulla scrittura creativa (che è ancora di gran moda, avendo sostituito di fatto la letteratura in un ambiente in cui tantissimi scrivono per hobby) o quelle che puntavano sul comico o sull’ironia: opere facili e brillanti, di solito, apprezzabili da parte di un vasto pubblico e vendibili soprattutto in previsione delle vacanze estive o natalizie, il corrispondente della fortuna del musical nei confronti del teatro d’autore; oggi Priscilla batte decisamente Pirandello o Ugo Betti. La mia esperienza è, devo dire, negativa. Non ho problemi a pubblicare articoli seri d’italianistica o di varia cultura; ma la strada è chiusa non appena propongo narrativa, seria o di genere, tanto che mi domando se smettere di insistere anche su questo versante, su cui, mi si dice, il mercato è intasato da un eccesso di proposte, che le case editrici non fanno nemmeno in tempo a leggere. Questo ritengo che debba essere detto ai nostri amici blogger, che magari potrebbero decidere di dedicarsi a una produzione saggistica, più qualificata e spendibile magari in un contesto accademico, che a una produzione narrativa di minore qualità, destinata per lo più al macero.

  9. Io non ho mai scritto racconti – non ne sono capace – e ho aperto un blog nel 2007 così per gioco ed è diventato poi una sorta di diario personale on line su cui scrivo quasi tutto. Ma lo leggono in 4 gatti che son sempre gi stessi a cui comunque mi sono affezionata. Mi sono accorta però che, scrivendo con gli anni, il mio stile è cambiato, magari migliorato ma di certo non in base ai commenti ricevuti ma spulciando i blog altrui seguendo soprattutto chi scrive come piace a me.
    Poi certo, la lettura di libri fa anche la sua gran parte in tutto ciò.

  10. Personalmente ho aperto il mio blog per presentare al pubblico i miei racconti, alla ricerca di vere critiche, convinta che queste, a differenza dei complimenti, siano davvero importanti per migliorarmi. Purtroppo non ho sortito nessuna reazione (né positiva né negativa) e ciò mi fa pensare che la mia scrittura sia noiosa e piatta… Avrei preferito un comment del tipo: “Sei noiosa, poco originale, fai schifo, non sai scrivere”, piuttosto che il silenzio; ma, in qualche modo, ho saputo qualcosa sul mio modo di scrivere.

    • Anche il silenzio però, in fondo, è una risposta del pubblico da interpretare.
      Devi però tener conto che è tuttavia una risposta non univoca, potendo essere dovuto al fatto di aver fatto poco lavoro di autopromozione e quindi che, in ultima analisi, sei solo poco conosciuta e quindi poco letta per questo.
      E’ anche vero, comunque, che non si debba essere eccessivamente intransigenti con se stessi, né trasformare il blog in una gabbia per la propria creatività.

    • Il problema può essere la piattaforma, Kinsy. Anch’io ho un blog su Blogger-blogspot su cui ho sempre avuto pochissimi visitatori, quasi sempre dall’estero. Poi ho aperto un blog su splinder e, dopo la chiusura della piattaforma, ho trovato ospitalità su wordpress. Sulle nuove piattaforme, impostate come comunità, ho avuto un maggior livello di riscontro e un certo numero di amici. Anche l’aspetto grafico su wordpress è più facilmente gestibile, sia per chi usi l’html sia per chi non conosca il linguaggio.

  11. Solitamente scrivendo nei blog, cioè quando si rendono pubbliche le proprie cose che prima restavano su quaderni riposti poi dentro cassetti, si deve essere consapevoli che non sempre si possono ricevere apprezzamenti. Questo non viene considerato da tutti e appena arriva la critica, anziché accettarla prendendola come uno spunto per un eventuale miglioramento, viene presa come un’offesa, come un non capire quello che viene letto e via dicendo. Ovviamente le critiche devono essere costruttive e non critiche offensive come spesso capita di leggere, quelle sono solo cattiverie gratuite da non considerare assolutamente, anzi da ignorare. Nei blog dovrebbe esserci uno scambio obiettivo e sincero dei propri pensieri, un crescere insieme.

    Un post molto interessante e che deve far riflettere chi invece entra nei blog degli altri solo per scrivere offese, per “sporcare” con giudizi che nulla hanno di concreto.

    Ciao, Pat

    • Le persone offensive fanno parte del gioco. Quando ti esponi si attraggono i cretini.
      In nove anni di blog per fortuna ne ho incontrati davvero pochi, e gli episodi possono contarsi su una mano sola.
      In ogni caso, superata la prima fase di incredulità e di amarezza, li ho sempre combattuti con lo stesso strumento: l’indifferenza assoluta.
      In WordPress questo problema è però azzerato vista l’esistenza del potente filtro di approvazione.

  12. Hai ragione. E’ un modo semplice ma efficace per verificare se quello che scrivi può interessare altre persone.
    Spesso più che le persone contano il numero dei lettori che ti seguono con regolarità. E non è poco.
    Buona serata

    • Sì certo, ma non è il senso di quanto ho scritto.
      Il blog è uno strumento e come tale può essere usato in mille modi: per svago, per noia, per comunicare, per fare qualcosa di diverso…
      In mano invece a chi ‘vuol’ diventare uno scrittore o a chi desidera comunque migliorarsi in questo campo, può essere anche un metodo di accrescimento professionale o hobbistico.

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